In una lettera indirizzata al Sindaco ed alle opposizioni l’ALI Confcommercio ha messo in discussione la politica culturale della città di Orvieto, luogo di nascita della Scuola Italiana Librai.
Nella scorsa settimana infatti, l’appello del presidente di Ali Confcommercio Paolo Ambrosini, a difesa della Libreria dei Sette, è stato inoltrato anche ai consiglieri comunali di opposizione; in tale missiva oltre all’esortazione a risolvere la contingenza della chiusura della libreria il presidente Ambrosini ricordava l’importanza della politica della città e le vicende della Scuola Librai Italiana, nata ad Orvieto nel 2006 su iniziativa dell’Associazione Librai Italiani (Ali-Confcommercio), dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e della Fondazione Centro Studi della Città di Orvieto che è un ente proprio del Comune di Orvieto.
Nel ricapitolare gli elementi caratterizzanti la propria azione culturale la portavoce del M5S e promotrice della “città delle librerie” in Consulta per lo Sviluppo l’avv. Lucia Vergaglia (M5S) ha voluto invitare l’Associazione Librai ad un incontro qui in città e discutere anche della Scuola Librai. Proposta questa che però è stata, sia pur cortesemente, respinta da Ambrosini. Qesto il testo della lettera e dell’invito respinto.
“Egregio sig. Presidente,
in riscontro alla Sua del 3 dicembre c.a. Vs. Prot. N° FF125, inoltrata a tutto il Consiglio comunale ancorché rivolta al Sindaco Giuseppe Germani, mi corre l’obbligo di precisare che la questione non investe la sola Libreria dei Sette ma si pone come elemento critico per la nostra cittadina. Intervengo quindi nella mia duplice veste di consigliere comunale, ahimè di minoranza, e di segretaria della Consulta cittadina per lo sviluppo economico per la quale ho inserito nell’ordine dei lavori la questione specifica della gestione Campino della Libreria dei Sette (link) e più in generale un insieme di iniziative per rafforzare l’ecosistema delle piccole librerie locali (link).
Personalmente, come in altre vicende, ritengo che la missione culturale del Comune e quella dello sviluppo economico e commerciale debbano evitare di sovrapporsi, soprattutto negli spazi storici come quello del Palazzo dei Sette. Non è però anomalo in altre realtà osservare forme perequative, cioè di scambio, nelle quali i gestori che godono di posizioni favorevoli negli spazi pubblici restituiscano una sussidiarietà di servizi.
Tale proposta però noi non la abbiamo ricevuta neanche in forma di bozza da valutare.
Aggiungo che la crisi si è concretizzata in questi anni in cui il trasferimento dei corsi della Scuola Librai a Roma ha sottratto il territorio di una realtà prestigiosa, culturalmente e lavorativamente feconda. In questo senso mi permetto di chiedere la Sua disponibilità ad un incontro presso la nostra Consulta per analizzare i motivi per i quali ci fu la scelta di quel trasferimento e valutare se sia possibile coniugare le esigenze della Vs. iniziativa formativa con la missione culturale e di sviluppo economico del nostro Comune.
Ciò sarebbe auspicabile.
In attesa di un Suo cortese riscontro l’occasione è gradita per augurare buon lavoro e porgere i più cordiali saluti “
Qui di seguito il commento della capogruppo M5S Lucia Vergaglia
«Preme sottolineare che le politiche culturali hanno dei riflessi importanti sullo sviluppo di una città. Normalmente a parità di occupazione e reddito i luoghi dove tali politiche sono feconde rafforzano la presenza appunto di persone di cultura, di avvicendamento generazionale dei saperi e un maggiore appeal per alcune categorie sociali. Ove mancano assistiamo a fenomeni di città dormitorio, perdita del tessuto commerciale e dei luoghi di aggregazione. Anche per questo occorre impegnare le energie politiche fare in modo che esista e si rafforzi la propensione dei cittadini a fare ed essere parte della cultura locale, di sostenere la domanda di cultura da parte loro e garantire una pluralità d’offerta e quelle eccellenze che ci sono riconosciute e che si sono affermate nel passato. Un obbiettivo serio sarebbe il far rientrare nella nostra città, ancora a misura d’uomo,la Scuola Italiana Librai proprio dove è stata fondata, in quell’ecosistema della città delle librerie discusso in Consulta per lo sviluppo economico. Purtroppo però assistiamo al solito braccio di ferro nel quale ognuno resta in stallo sulle proprie posizioni giocando di rimessa, passando il cerino, senza assumersi la responsabilità di avanzare proposte che tengano assieme gli interessi dei singoli e del pubblico inteso nel suo senso più ampio, e qiocare a carte coperte nel comparto culturale non sta aiutando i lavoratori o gli imprenditori, non permette di pianificare gli investimenti. Spiace quindi dover registrare il diniego anche ad un incontro da parte di chi ha rilanciato sulla stampa nazionale i difetti che pure ha questa amministrazione che è molto, troppo, manchevole sulla cultura. Però poi bisogna sporcarsi le mani ed essere presenti. Noi la nostra disponibilità, l’abbiamo data ed il mio personale impegno continua ad esserci giorno dopo giorno, quindi se l’Associazione Italiana Librai vuole darci una mano ci ripensi si faccia viva. Noi ad Orvieto ci siamo e li aspettiamo.»