Prove di ritorno alla normalità per la frazione più colpita dal terremoto dello scorso 9 marzo, l'attività della famiglia Dragoni è il primo negozio a riaprire in altra sede | Firmato decreto per sgomberare palestra entro 30 giugno
Prove di ritorno alla normalità a Pierantonio dove, a tre mesi esatti dal terremoto, ieri (8 giugno) ha riaperto la macelleria del paese. La famiglia Dragoni è tornata dietro al bancone in un nuovo locale di via Dante Alighieri, a poco meno di 300 metri dalla storica bottega di via Leonardo Da Vinci, dichiarata inagibile dopo il sisma.
A Pierantonio questo è il primo esercizio a riaprire in una sede diversa, con il costo del trasferimento e del relativo canone di locazione che verranno coperti interamente con fondi regionali. L’Ente di Palazzo Donini, infatti, dopo le richieste di delocalizzazione di altre 19 attività inviate dal Comune, ha stanziato un importo complessivo di 373mila euro per favorire altrettante riaperture in altri luoghi del posto.
La riapertura della macellaria rappresenta l’ennesimo segnale di speranza, che è stato colto da tantissimi clienti giunti in via Dante Alighieri per l’”inaugurazione” e per la felicità della titolare Michela: “Per ripartire quando tutt’intorno c’è ancora tanto da fare per ritornare alla normalità e riavviare la propria attività commerciale tra mille difficoltà logistiche ed operative ci vuole coraggio ma anche amore per il proprio lavoro, la propria famiglia e la gente che vive in questa frazione”.
Palestra sgomberata dal 30 giugno
Un’altra novità riguarda invece la palestra di Pierantonio, che dal prossimo 1 luglio non sarà più Centro di accoglienza per sfollati, secondo quanto stabilito dalla presidente della Regione, nonché commissario delegato per l’emergenza Donatella Tesei.
Con il decreto firmato mercoledì scorso (7 giugno) da quest’ultima, infatti, entro il 30 giugno le circa 20 persone rimaste dovranno trovarsi un’altra idonea sistemazione (ancora in corso incontri con l’amministrazione), in quanto non verrà più garantita l’assistenza all’interno della struttura. L’unica misura di sostegno per gli ultimi sfollati (tutti di origine straniera) resterà dunque il Contributo di Autonoma Sistemazione (Cas). Nel decreto si evidenzia inoltre che non saranno realizzate strutture provvisorie se non per aziende agricole o zootecniche che ne facciano specifica richiesta per precise esigenze.