Nell’ultimo decennio, mentre l’economia italiana cresceva del 22% le tariffe per l’uso industriale di gas, energia elettrica, acqua e raccolta dei rifiuti sono lievitate di oltre il doppio, sfiorando il 50%. A trainare la corsa le tariffe idriche – + 65% – poi quelle per la raccolta dei rifiuti (RSU) + 30%, per il gas – + 26% e dalle tariffe per l’energia elettriche “ferme” ad un aumento del 20%. Diverse le cause, interne ed esterne, e una certezza: l’alto livello delle condizioni di costo delle tariffe hanno gravato fortemente sui bilanci delle imprese, frenandone la competitività e, di conseguenza, rallentando la crescita complessiva del nostro sistema economico, nazionale e locale.
Il Forum di “Obiettivo Impresa” – rivista della Camera di Commercio di Perugia – ha riproposto su scala regionale il tema dei costi tariffari, ma anche della loro gestione, caratterizzata da una elevata differenziazione anche su aree molto ristrette, da una provincia all’altra, da comune a comune, finanche confinanti tra loro. La base di analisi e discussione è stata fornita dal Rapporto Indis , l’Istituto Nazionale Distribuzione e Servizi di Unioncamere, realizzato con il supporto scientifico di REF – RICERCHE e dedicato all’andamento di prezzi e tariffe ad uso industriale nei comuni umbri con più di 5000 abitanti. Sul tema dei servizi pubblici locali le Camere di Commercio e le loro Unioni Regionali – nel caso l’Unioncamere umbra cui si deve l’attivazione del sistema di monitoraggio delle tariffe su scala regionale – assumono un ruolo istituzionale di primo piano e di supporto alle Amministrazioni Regionali alle quali spetta per legge il compito di fornire il quadro normativo e regolatorio. Il presidente della Camera di Commercio di Perugia Giorgio Mencaroni ha rilevato l’assurdità della diversità tariffaria che si registra per imprese operanti in comuni diversi della regione. “Questa situazione – ha sottolineato Mencaroni – si verifica perché i comuni applicano addizionali diverse, ognuno secondo proprie scelte insindacabili. Senza parlare dell’applicazione del concetto di sussidiarietà che impone ad alcune categorie di pagare anche per altre. Dunque queste sono scelte di natura politica e non economica, ne tanto meno di trasparenza e giustizia. Questa è una strada che dobbiamo abbandonare”. Il presidente Mencaroni ha evidenziato altre storture, in alcuni casi autentici paradossi tariffari, come “l’albergo stagionale che “se resta aperto un solo giorno in più di sei mesi è costretto a pagare la tariffa – o meglio la tassa – della Raccolta dei rifiuti per l’ anno intero”. Ancora Mencaroni: “Se poi rapportiamo il costo delle tariffe alla qualità del servizio prestato, allora il discorso deve riferirsi alla effettiva virtuosità delle imprese che i servizi prestano”. “La giungla tariffaria fa da pendant a quella della tassazione in cui le imprese rischiamo di perdersi (paghiamo anche la “tassa d’ombra), per di più in un momento tra i più dramatici che mai abbiamo conosciuto”. “Occorre decisione, ma anche equità e trasparenza, determinazione, ma anche equilibrio- chiede Mencaroni. “Come per le liberalizzazioni, a cominciare da quella degli orari di apertura dei negozi che non si capisce a chi poi serva veramente. “Non alle imprese chiamate a sopportare nuovi costi – sostiene il presidente Mencaroni – ma neanche ai cittadini. Se poi vogliamo rifarci all’esperienza di altri stati non sfuggirà a nessuno che in gran parte dei paesi del mondo alle 17 o poco più tutti i negozi chiudono e restano aperti soltanto Corner per particolari tipi di prodotto”.
Silvio Ranieri, Direttore ANCI Umbria, si è soffermato sugli interventi normativi che i comuni sono chiamati ad effettuare in termini tariffari, sugli effetti che deriveranno dall’adozione del federalismo fiscale e sulla capacità dei comuni di gestire i flussi di risorse in entrata e in uscita. “Temo che come al solito anche per il federalismo fiscale si decida di procedere – così come fatto finora – a colpi di accetta che hanno di fatto impedito qualsiasi processo di autoriforma”. Andrea Gennai, responsabile dell’inserto “Centro Nord” del Sole 24 Ore ha ricordato come i problemi legati all’approvvigionamento energetico da parte dell’Italia influiscano pesantemente sulle tariffe praticate all’industria. “C’è una situazione nazionale resa problematica dall’alto prezzo del petrolio, che forse potrà saltuariamente riscendere sotto i 100 dollari al barile, ma comunque non potrà mai tornare al livello di qualche anno fa” ha spiegato Gennai. A questo si aggiunge un problema specifico dell’Umbria “dove – ha detto Gennai – i costi dell’energia elettrica per le imprese sono molto elevati, anche in confronto a quelli praticati nelle regioni limitrofe e ciò produce un gap competitivo valutabile addirittura in circa un punto percentuale del valore aggiunto”. Graziano Antonelli, Presidente di GESENU, società che gestisce la raccolta dei rifiuti, ha parlato del servizio offerto dala sua azienda e delle caratteristiche delle tariffe appicate “un percorso non semplice – ha detto Antonielli – vista la specificità e la complessità del nostro servizio”.Ancora il presidente Gesenu. “Le nostre tarife sono nella media nazionale e cerchiamo di mantenerle omogenee nei diversi centri che serviamo. A Perugia, Bastia, Todi e Torgiano ad esempio i contratti sono identici, ma poi quando si arriva alla tariffa le condizioni cambiano e un cittadino di paga più o meno di un altro. Le variabili che incidono sulle tariffe sono tante, e a cominciare dal tipo di servizio prestato, ma Gesenu cercherà di perseguire la massima uniformità e trasparenza nella struttura del suo regime tariffario”.