Una storia di violenza pura, per il controllo del territorio della prostituzione nei dintorni di Gubbio, è quella portata a galla dai Carabinieri della Compagnia di Gubbio e dagli uomini della Squadra Mobile di Perugia nei giorni scorsi.
Tutto è iniziato lo scorso 24 febbraio, quando una prostituta di origine rumena di 18 anni ha chiamato il 112 in lacrime, dicendo di essere stata picchiata a sangue da un gruppo di persone che avevano portato via una seconda ragazza in auto, nei pressi di Gubbio. Mentre la ragazza era in cura all'ospedale di Umbertide, scortata dai militari della stazione di Città di Castello, gli uomini dell'Arma insieme a quelli della Squadra Mobile di Perugia hanno rintracciato la seconda ragazza -quella sequestrata- che era stata abbandonata nei pressi dello stadio Curi a Perugia, dopo essere stata picchiata, ed era rientrata -seppur sconvolta- i qualche modo a Gubbio.
Subito dopo aver sentito la testimonianza della ragazza e la descrizione dei responsabili della folle aggressione -fornite nonostante le minacce e le intimidazioni subite dalla giovane- le forze dell'ordine hanno fatto subito scattare la caccia all'uomo nei confronti del gruppo di cinque persone.
Grazie alla collaborazione di alcuni informatori nell'ambiente della prostituzione del capoluogo umbro – riferisce il Capitano Pierangelo Iannicca della Compagnia di Gubbio- le forze dell'ordine sono riuscite a scovare nelle rispettive abitazioni B.T., T.M. E G.C., tre donne, due di origine rumena, la terza albanese, tra i protagonisti del sequestro.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il motivo dell'aggressione era il controllo del territorio della prostituzione, secondo gli aggressori “spettante” a una delle tre e indebitamente occupato dalle ragazze aggredite. Secondo le testimonianze delle vittime, il gruppetto, composto da due uomini oltre che dalle tre arrestate, avrebbero tentato di chiedere loro tutti i ricavi della serata prima di picchiarle. Sono ancora in corso le ricerche per rintracciare i due aggressori. (fda)