Il 14 settembre piazza San Francesco, oggetto di un ampio intervento di restauro e valorizzazione da parte dell’Amministrazione Comunale, ritorna pienamente funzionale. Tolta ogni possibilità di sosta vietata, aumentano gli spazi di socializzazione e incontro.
Alle 17.00, da via Nobili via Barberini, ci sarà il taglio del nastro con il sindaco Lepoldo Di Girolamo, gli assessori Stefano Bucari ed Emilio Giacchetti; benedizione del parroco della chiesa di San Francesco don Guido Tessa. A seguire la performance teatrale Il sogno di Francesco di Stefano de Majo e il coro polifonico S. Francesco d’Assisi di Terni diretto da Maria Cristina Luchetti, con le fotografie di Marco Palazzo presidente nazionale di Scattando Italia. Brindisi a cura della Gelateria Sorbilla. Per la cerimonia di oggi l’Amministrazione Comunale ringrazia: Stefano de Majo, il Coro San Francesco, l’associazione culturale Scattando Italia, l’Accademia Rousseau, la gelateria Sorbilla, I viaggi della Medusa, Sartorialist e Depot.
L’intervento. E’ stato portata a compimento la riqualificazione di Piazza San Francesco, con la realizzazione di una nuova pavimentazione e di opere accessorie per la messa in sicurezza degli spazi e la loro piena fruizione, per un costo complessivo di 270.000 euro, con una sostanziale riduzione dei costi, rispetto al progetto iniziale. La superficie complessiva dell’intervento è di circa 1700 mq oltre circa 480 mq che interessano la viabilità asfaltata di via Don Bosco. Infatti, l’incremento del traffico, soprattutto nella parte centrale che collega via L. Nobili con via Don Giovanni Bosco, ha reso necessario il risanamento della pavimentazione ormai inadeguata e la delimitazione di un’area pedonale spesso invasa da veicoli in sosta selvaggia.
“La strategia progettuale messa in campo ha prodotto un intervento di restauro e riqualificazione in perfetta armonia con le e attuali esigenze urbane al fine di regolare l’utilizzo degli spazi stradali da parte degli utenti della strada– dichiara l’assessore ai Lavori Pubblici Stefano Bucari – anche in questo caso come per altre operazioni intraprese dall’Amministrazione, non è stata seguita solo una logica conservativa, ma anche funzionale e di fruizione. I materiali impiegati nella riqualificazione sono stati scelti sulla base del loro richiamo alla cultura del luogo al fine di non stravolgerne l’identità, con un linguaggio architettonico semplice e neutro, legato al contesto impiegando materiali di recupero e tecniche costruttive tipiche del luogo, nel rispetto delle regole generali di sostenibilità. Allo stesso tempo è stata ridefinita in termini spaziali la direttrice via Nobili – via Don Giovanni Bosco e la relativa sostituzione della pavimentazione sconnessa ha consentito di ridurre inquinamento acustico e vibrazioni. Altra scelta incisiva, anche dal punto di vista della socialità, riguarda la trasformazione degli spazi direttamente antistanti alla chiesa e al sagrato in area esclusivamente pedonale, oltre a soluzioni d’arredo urbano quali panchine e sedute. Attualmente sono al vaglio dei tecnici anche sistemi per delimitare fisicamente gli spazi, creare una zona di rispetto e evitare l’uso improprio di quei luoghi”.
La scheda.Obiettivo: dotare la città di una Piazza storica istrutturata secondo le linee concordate con la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria per quanto attiene al ripristino del sagrato della chiesa. Installazione di dissuasori, panchine e fioriere, realizzati in travertino e acciaio Corten, in continuità con l’arredo già esistente in via Fratti. Consentire una minore spesa per le future manutenzioni oltre ad una maggiore resistenza agli urti e agli atti vandalici grazie alla presenza di elementi che impediranno alle auto di invadere la piazza e gli spazi a ridosso delle scuole presenti, restituendo ai pedoni e agli studenti ampie zone dove poter passeggiare in tranquillità.
Gli interventi: rimozione del selciato esistente con recupero previa selezione e pulizia; realizzazione ed integrazione del sistema di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche tramite la posa di canalizzazioni e corpi ricettori in elementi prefabbricati e caditoia in ghisa; verifica dello stato del sottofondo ed eventuali opere di bonifica e ripristino funzionale; realizzazione di soletta in calcestruzzo armato dello spessore di 15 cm dotato di opportune pendenze e giunti di dilatazione in polistirene e giunti isolatori in materiale sintetico e/o bituminoso; posa in opera delle fasce di pietra arenaria a raso con la pavimentazione circostante; posa dei pannelli in gomma antivibrante cosi come illustrato negli elaborati grafici; posa in opera di selciato con elementi in basalto recuperati direttamente dalla demolizione della pavimentazione attuale e di quelli appositamente forniti; per via Don Bosco si procederà a fresatura della pavimentazione esistente, alla posa di guaina bituminoso fibro rinforzata con effetto anti-pumping sulla corsia dx direzione p.zza Dalmazia e alla realizzazione di una nuova pavimentazione di in conglomerato bituminoso.
I principi della progettazione esecutiva: il carattere storico della piazza va riferito all’interesse che tali spazi presentano quale testimonianze di civiltà del passato e quali documenti di cultura urbana, anche indipendentemente dall’intrinseco pregio artistico o formale o dal loro particolare aspetto ambientale. La strategia progettuale si configura come un vero e proprio intervento di restauro e riqualificazione e di integrazione e combinazione con le attuali esigenze urbane in ordine all’uso degli spazi stradali da parte degli utenti della strada. L’intervento non va limitato ad operazioni intese a conservare solo i caratteri formali di singole architetture o di singoli ambienti, ma esteso alla sostanziale conservazione delle caratteristiche d’insieme dell’intero organismo e di tutti gli elementi che concorrono a definire dette caratteristiche adeguando le funzioni alle attuali esigenze.
I materiali per questa operazione di riqualificazione sono costituiti da soluzioni architettoniche legate a memorie/segni afferenti alla cultura del luogo. Il principio è quello di assecondare i luoghi nel rispetto delle necessità moderne, attuando interventi aventi una doppia finalità: 1) preservare l’equilibrio del delicato ambiente architettonico, senza stravolgere l’identità del luogo. Si utilizzerà un linguaggio architettonico “semplice e neutro” legato al contesto; i materiali (di recupero) e le tecniche costruttive saranno quelli tipici del luogo nel rispetto delle regole generali di sostenibilità. 2) ottenere una direttrice di traffico ben definita sotto il profilo spaziale e con una riduzione degli effetti vibratori ai lati della sede e una riduzione dell’inquinamento acustico dovuto al rotolamento degli pneumatici sula pavimentazione che per sua natura, è sconnessa ed irregolare.
Completo riutilizzo dei “sampietrini” esistenti con particolari accorgimenti. Al fine di aggregare tutti gli spazi per rendere la piazza un unico luogo, si è scelto di porre in opera delle fasce di pietra arenaria a raso con la pavimentazione circostante, con lievissimo contrasto cromatico. Le fasce costituiscono un reticolo teso ad evidenziare i motivi architettonici della facciata dell’edificio di culto e con la finalità di poter percepire la piazza come unico spazio di relazione pur diviso fisicamente dalla viabilità centrale, anch’essa comunque evidenziata e definita dai ricorsi in pietra.
Gli accorgimenti adottati per la riduzione delle vibrazioni e dell’impatto acustico, consistono nella separazione fisica dello strato superficiale di pavimentazione (circa 15/18 cm – lo spessore dei selci) che interessa la sede viaria, da quella prettamente pedonale o comunque a scarso transito veicolare. Il risultato verrà ottenuto tramite la posa di pannelli in gomma antivibrante dello spessore minimo di cm 1, posti in verticale al ridosso dei ricorsi in pietra, internamente alla sede viabile. Il progetto nel suo complesso, poi, è caratterizzato dall’idea generale di rendere completamente pedonali gli spazi direttamente antistanti la chiesa ed il sagrato. Tuttavia questa sarà strettamente legata e condizionata dal comportamento degli utenti della strada a seguito dell’intervento di recupero della piazza, con la speranza che l’effetto prodotto dall’idea di nuova opera possa scongiurare violazioni al codice della strada e rispetto del bene comune.