Sara Minciaroni
Pietro Cesarini è stato condannato a 30 anni per l’omicidio di Ovidio Stamulis. Una condanna “esemplare” come l’ha definita la difesa delle parti civili. L’ex camionista originario di Monterotondo è stato giudicato con il rito abbreviato dal tribunale di Terni per aver massacrato a colpi di mattarello quel ragazzino di 16 anni, figlio della compagna, che proprio nel giorno della tragedia avrebbe dovuto lasciare la casa del “patrigno” per recarsi in una struttura protetta.
L'aggravante della crudeltà. Il giudice Pierluigi Panariello nel dispositivo ha stabilito l’aggravante della crudeltà per le modalità con cui è stato commesso il delitto e non ha riconosciuto le attenuanti generiche, ha escluso però l’aggravante dei futili motivi richiesta dal procuratore Francesco Novarese.
Assolto per le violenze. Il Cesarini è stato invece assolto per i reati di maltrattamenti in famiglia (verso la moglie e Ovidio) e di violenza sessuale nei confronti della compagna. Un’assoluzione per non aver commesso il fatto, in base al comma 2 dell’art.530 del codice penale che tradotto significa insufficienza di prove.
Il giudice ha fissato le provvisionali. Un risarcimento consistente in 150 mila euro per la madre del ragazzo e di 50 mila per il fratellino, assistiti dagli avvocati Luca Maori e Donatella Donati.
Florentina era in aula. La madre di Ovidio ha preso parte a tutte le udienze. Sempre in un composto silenzio e con quel volto rigato da lacrime impossibili da trattenere. Ha pianto alla lettura della sentenza. Ma la pena più grande è quella che lei stessa ha ricevuto, un fine pena mai, per una madre che mai più potrà abbracciare suo figlio. “Nessuno ci ridarà Ovidio – ha commentato all’uscita dall’aula – Sono contenta perché ho sempre creduto nella giustizia e questa condanna è giusta, ma il dolore, quello non finirà mai”.
Il commento della difesa. L’avvocato Francesca Massi, difensore del Cesarini ha così commentato la sentenza: “La sentenza ha evidenziato dei punti cruciali, ovvero il fatto che il Cesarini ha compiuto un crimine efferato il 5 ottobre del 2012 ma che prima di quella data non era il ‘mostro’ artefice dei reati di maltrattamento e violenza di cui è stato accusato. Ci riserviamo di leggere le motivazioni della sentenza prima di decidere se presentare o meno un ricorso”.
Cesarini ha atteso in aula la lettura della sentenza scortato dagli agenti della polizia penitenziaria che questa mattina lo hanno trasferito dal tribunale di Spoleto (dove è rinchiuso dal giorno del delitto) al tribunale di Terni. Dimagrito di almeno 25 chili è rimasto impassibile alle parole degli avvocati e del giudice, soltanto alla lettura del dispositivo gli occhi gli si sono velati di lacrime. Consapevole forse che il suo destino è ormai dietro le sbarre oppure pervaso dal rimorso per l’atrocità commessa.
OMICIDIO DI OVIDIO, CESARINI NON RICORDA E PARLA DI VISIONI “UNA DONNA CHE URLAVA, NELLO SPECCHIO”
OMICIDIO OVIDIO, VESCOVO “PERCOSSO E BASTONATO COME GESÙ” – LE INDAGINI E LA RABBIA DI PIETRAFITTA
(Foto di Edy Mostarda)
——————-
Trent'anni. La sentenza è stata pronunciata poco dopo le 14 del 31 gennaio. Pietro Cesarini reo confesso per l'omicidio del giovane Ovidio Stamulis è stato condannato per il “massacro” del figlio della compagna avvenuto nel pomeriggio del 5 ottobre 2012. E' stato invece assolto per i reati di violenza sessuale nei confronti della moglie Florentina in base al comma 2 dell'art 530 del codice penale (insufficienza di prove).
Il servizio completo nel corso del pomeriggio