Nel pomeriggio di lunedì 9 settembre si è tenuta in piazza del Bacio a Fontivegge, la seduta del Consiglio comunale. Nel corso dell’incontro la sindaca Vittoria Ferdinandi ha illustrato le dodici linee programmatiche di mandato 2024-2029, definite come “un momento istituzionale importante che chiude l’iter democratico di insediamento della nuova giunta”.
Il relativo documento, sottoposto all’esame del Consiglio, è “frutto di una visione collettiva, il prodotto di uno straordinario percorso di partecipazione che ci ha visto attraversare il territorio per ascoltare le comunità assumendoci l’impegno di ridurre le distanze tra la politica e la città”. “La nostra intenzione oggi – ha sottolineato Ferdinandi – è compiere un atto simbolico per testimoniare la vicinanza della politica alla città, e, anzi, a una delle zone più ferite”. Rispetto alle obiezioni sollevate nei giorni scorsi dalla minoranza, la sindaca ha concordato sul fatto che la seduta in piazza del Bacio non potrà esaurire il significato che la nuova giunta assegna alla partecipazione (anche perché dedicata solo all’intervento della prima cittadina in base al regolamento). La partecipazione, infatti, richiederà un impegno complesso per “costruire momenti ben più strutturati, e non una tantum, di confronto con le persone”.
La seduta in piazza del Bacio, dunque, va intesa come “il momento inaugurale di una nuova fase politica ove il nostro impegno sarà rendere la politica un luogo orizzontale, attraversabile”. Tra i diversi momenti dell’iter che porterà all’adozione delle linee programmatiche, inoltre, proprio quello dell’illustrazione del documento – ha ancora spiegato Ferdinandi – poteva essere organizzato più facilmente e con costi più contenuti. A tal proposito, la sindaca ha ringraziato i consiglieri di minoranza che rinunceranno al gettone di presenza per evitare che i costi ricadano sul bilancio comunale.
La sindaca ha anche ribadito che il tempo della campagna elettorale è finito ed è iniziato “quello del lavoro”, che chiama tutti a una responsabilità aggiuntiva: ridurre la distanza fra la politica e le persone che hanno deciso di non votare. “Se la politica diventa ripetizione stanca di sé stessa, se è sempre lo stesso teatro di parti, ci troveremo a portare avanti uno spettacolo a cui parteciperanno sempre meno persone – ha detto la sindaca -. Questo il senso di essere qui oggi, in un quartiere in cui la sicurezza è un problema di diritto alla vivibilità negato: dobbiamo costruire un cammino di collaborazione reale per far sì che i cittadini pensino che c’è una squadra pronta ad affrontarlo”. Sotto questo profilo sarà fondamentale, secondo Ferdinandi, l’attuazione della prima linea programmatica “Vince la partecipazione”, “cuore e sostanza del nostro metodo di governo”. L’obiettivo è costruire un modello di amministrazione partecipata restituendo ai cittadini spazi e strumenti che li rimettano davvero al centro con un coinvolgimento attivo nel governo della città. In primo luogo, attraverso una riorganizzazione della macchina comunale e la creazione di un ufficio della partecipazione con funzionari adeguatamente formati rispetto alle dinamiche e alle procedure dei processi partecipativi. Sarà un iter lungo, che probabilmente andrà a pieno regime solo dopo il terzo anno di mandato”.
“Il primo anno – ancora Ferdinandi – i funzionari dovranno costruire e coordinare tre strumenti fondamentali: le Case della partecipazione, il consiglio di cittadinanza e il bilancio partecipativo. Questa prima fase sarà dedicata all’ascolto, con il coinvolgimento delle 52 frazioni, nel tentativo di individuare le persone di riferimento. Il percorso di ascolto dovrà portare a individuare le 13 case della partecipazione, che ricalcheranno una nuova stagione delle circoscrizioni, al termine del quale redigere un regolamento (le case della partecipazione non si baseranno su una mediazione elettorale). Esse saranno i luoghi dei consigli di quartiere: la giunta vorrebbe aprirle già a metà del secondo anno. In parallelo, si costituirà il consiglio di cittadinanza, con i rappresentanti delle 13 case e delle consulte settoriali e territoriali. Il consiglio di cittadinanza sarà un organo consultivo per l’amministrazione e anche di coprogettazione. In parallelo, sarà sperimentata l’introduzione del bilancio partecipato che consentirà ai cittadini di vigilare sull’utilizzo delle risorse comunali. All’interno delle case della partecipazione si penserà anche a momenti di formazione ed educazione civica rivolti ai più giovani per costruire anche un consiglio dei ragazzi e degli adolescenti.
“Vogliamo una città che rimetta al centro una persona, che sia di tutti e tutte, e per questo la seconda linea (‘Vince una nuova idea di città e di mobilità’) riguarda la costruzione di una nuova visione di città e mobilità – ha continuato Ferdinandi -. Anzitutto ripensando gli spazi perché il modo in cui una città è pensata, progettata e realizzata incide sulla qualità della vita dei suoi abitanti. Gli spazi, infatti, danno forma alle nostre abitudini e ai nostri gesti quotidiani. Per questo vogliamo redigere un documento strategico territoriale all’interno del quale pianificare una visione urbanistica che vada nella direzione della riqualificazione della città limitando al contempo il consumo di suolo. Anche se dal 2016 la città ha perso quasi il 2% della popolazione, si è infatti continuato a costruire troppo. Il nostro impegno deve essere prima di tutto pensare alla riqualificazione degli spazi esistenti. Ci impegneremo a portare avanti i tanti progetti di riqualificazione urbana lasciati in eredità dall’amministrazione precedente per realizzarli nei tempi necessari a non perdere i finanziamenti del Pnrr e apportando le modifiche che li renderanno rispondenti alle esigenze delle comunità. Al contempo sarà fatta una ricognizione dei vuoti urbani che costellano la città, che rappresentano non solo punti di non decoro, ma anche di ostacolo alla sicurezza e alla vivibilità come nel caso della palazzina Inps in cui siamo intervenuti col Pronto intervento sociale qualche settimana fa”. La riqualificazione dovrà essere condotta in favore della vivibilità, della socialità e della mobilità dolce, adottando un design urbano che valorizzi apertura e trasparenza e quindi la vigilanza naturale, e in favore dell’accessibilità, che renderà gli spazi pubblici più fruibili per tutti. Per questo nel piano strade si terrà debitamente conto delle esigenze di ristrutturazione dei marciapiedi. Per riportare una qualità urbana diffusa oltre alle opere di riqualificazione sarà necessaria anche la manutenzione ordinaria. A tal fine si sta cercando di potenziare il cantiere comunale anche con la dotazione di nuovi macchinari”.
La sindaca ha anche anticipato che si metterà mano, inoltre, al regolamento comunale per i beni comuni in modo da poter offrire a tutte le associazioni e proloco che da anni si occupano della cura degli spazi pubblici maggiore aiuto sia in termini economici sia organizzativi. Pensare a una città per tutti, ha rimarcato Ferdinandi, significa anche curare altri aspetti, come la dislocazione più funzionale dei servizi, secondo il modello della città in 15 minuti. Affermare un nuovo modello di mobilità, poi, significa rimettere al centro non le auto ma le persone e fare in modo che il trasporto pubblico sia l’asse portante della mobilità cittadina. “Una buona mobilità – ha detto la sindaca – è anche quella che favorisce strutture leggere e investe nella pianificazione e gestione”. La sindaca ha affermato che si punterà a redigere un modello integrato di gestione che individui gli assi nobili della mobilità e provi a metterli in interconnessione. Un modello, quindi, che definisca aree di interscambio tra ferro, gomma e sistemi di mobilità attiva e leggera e all’interno del quale mettere a valore anche il progetto del metrobus facendolo dialogare con gli altri sistemi di mobilità per aumentare la domanda potenziale. Parlare di modello di gestione integrata della mobilità, tuttavia, significa anche far dialogare le informazioni. Più in particolare, sarà necessario individuare un unico canale digitale ove far convergere tutte le informazioni utilizzabili dai cittadini per pianificare gli spostamenti, pur continuando ad avere cura di altri strumenti analogici (ad esempio la cartellonistica tradizionale). Altra sfida sarà la mobilità a chiamata, servizio necessario specie nelle zone a domanda debole per garantire il diritto alla mobilità delle fasce più fragili come gli anziani. In risposta ai grandi obiettivi europei, sarà necessario anche investire sulla mobilità elettrica.
Altra linea programmatica definita “fondamentale” è la terza: “Vince l’ambiente”. Se la città deve essere di tutti, per la sindaca è infatti necessario pensare anche alle generazioni future: per questo la cura del verde va interpretata non come un costo ma come un investimento sul futuro. Si apre una sfida che impone un “piano strategico per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici”. La mitigazione implica anzitutto una “strategia di tutela delle risorse esistenti”, come quella idrica. Sul fronte delle energie rinnovabili, andrà colta la grande opportunità della comunità energetiche. Il Comune implementerà i propri sistemi per la produzione energetica e lavorare all’efficientamento degli edifici pubblici, ma anche al monitoraggio dell’inquinamento elettromagnetico (già iniziata una interlocuzione con Arpa). Altra sfida sarà l’implementazione del sistema di raccolta differenziata dei rifiuti, tenendo conto degli obiettivi dell’Agenda 2030 e puntando al sistema della tariffa puntuale. L’adattamento ai cambiamenti climatici, infine, impone di investire nelle cosiddette “soluzioni basate sulla natura”, come corridoi verdi e orti urbani, che possono costituire una difesa contro le calamità legate ai cambiamenti climatici, oltre a rivelarsi opportunità di sviluppo economico. L’amministrazione tributerà la giusta attenzione anche alla cura delle aree verdi e all’innalzamento della qualità delle progettazioni
In merito alla quinta linea (sociale) la sindaca ha parlato di ambito fondamentale per una città che vuole essere di tutti, capace di rispondere ai bisogni di cura dei più fragili. “Siamo di fronte – ha detto – a sfide sociali importanti che un’Amministrazione deve poter affrontare con risposte non solo assistenziali, ma strutturali perché investire sul sociale significa investire su una città più solida e sicura”. L’ambito del sociale è un ambito su cui la giunta intende lavorare per un welfare di comunità che offra risposte strutturali in coprogettazione e coprogrammazione con gli attori istituzionali, stakeholder e comunità locali; per farlo si opererà una rivoluzione di metodo lavorando in termini di prevenzione e non più di emergenza.
Arrivando alla quinta linea (salute) Ferdinandi ha parlato di tema che riguarda un diritto costituzionale sia del singolo che della collettività. La salute è un prodotto complesso che deve far capo ad ogni altra politica dell’Amministrazione. Secondo Ferdinandi, inoltre, il sindaco, come primo responsabile della salute pubblica, deve svolgere il suo ruolo di controllo e valutazione dei servizi offerti dalla gestione dei servizi sanitari del territorio di competenza. Ciò andrà in due direzioni: rafforzamento delle funzioni di controllo e potenziamento dei sistemi socio-sanitari territoriali.
La sindaca è poi passata alla sesta linea (lavoro) incentrata, ha detto, sul valore su cui si fonda la nostra Repubblica. In tal senso occorre invertire il trend dovuto al modello economico che troppo spesso ha portato a lavori con salari inadeguati, contratti precari, ecc.
“Per farlo l’Amministrazione si muoverà su due direttrici: lavorare sull’aumento dell’attrattività della città (finanziamenti ed imprese) e su politiche generative che sappiano creare occupazione sicura. Ci faremo quindi portatori di un patto sul lavoro tra Amministrazione, istituti di formazione il mondo delle imprese e le Università”.
Un altro asset fondamentale per la costruzione di un’identità ed un brand della città è contenuto nella linea n. 7 (nuovo paradigma alimentare) legata al tema del cibo. Come Amministrazione – ha spiegato – vogliamo lavorare alla costruzione della politica del cibo, verso un paradigma giusto, sano e rispettoso dell’ambiente.
L’ottava linea “ci parla dell’identità e dell’anima più profonda della città, ossia la cultura; essa rappresenta il motore più grande nella costruzione delle nostre identità individuali e collettive. Lo sguardo che come Amministrazione si porrà sulla cultura sarà duplice: tutela del patrimonio storico, culturale ed artistico; dall’altro lato uno sguardo rivolto al futuro volto a valorizzare le grandi capacità di produzione artistica che il territorio è in grado di produrre”.
Si lavorerà quindi per completare i progetti di riapertura dei contenitori culturali del centro storico, come ad esempio il Turreno, nonché per rilanciare spazi identitari della città come palazzo della Penna. Sarà fondamentale in questo contesto costruire un sistema strutturato di promozione della cultura in stretta correlazione con chi, istituzioni ed associazioni, se ne occupa giornalmente.
Anche la linea programmatica 9 (Sport) riguarda un diritto costituzionale che deve essere garantito a tutti. Parlare di sport – ha detto la sindaca – significa parlare di inclusione, di socialità, comunità ed, in definitiva, di città. Visti i dati non esaltanti del settore, l’impegno dell’Amministrazione andrà in due direzioni: promozione della cultura sportiva con contestuale candidatura di Perugia a capitale europea dello sport, riqualificazione dell’impiantistica sportiva “di base” fondamentale per il territorio. Non mancherà l’attenzione sugli impianti sportivi principali, partendo dallo stadio Curi su cui l’Amministrazione interverrà animata da due principi: tutela della vocazione sportiva di Pian di Massiano e riqualificazione dell’impianto che rappresenta un monumento della città. A tal proposito si proseguirà con il progetto di ristrutturazione già avviato tramite accensione di un mutuo per 5,3 milioni, ma si lavorerà per reperire ulteriori finanziamenti utili per valorizzare ulteriormente lo stadio.
La decima linea “scuola ed istruzione” si occupa di un ecosistema che riguarda migliaia di persone. Al centro della visione dell’Amministrazione c’è l’idea di una comunità educante e, quindi, di una scuola profondamente legata al territorio, una scuola che possa contare sull’appoggio di enti locali, di associazioni, del terzo settore in una pianificazione che cerchi di creare una scuola diffusa. Ciò avverrà tramite lo strumento dei patti educativi territoriali.
In tema di edilizia scolastica l’obiettivo è di intervenire per la riqualificazione degli istituti cittadini.
L’undicesima linea parla di buona amministrazione, ossia un’amministrazione che è capace di promuovere trasparenza, efficienza ed accessibilità. Per farlo c’è bisogno di intraprendere un percorso serio, utilizzando le opportunità offerte dalle tecnologie digitali e da un uso responsabile dell’intelligenza artificiale finalizzata a decostruire la burocrazia autoreferenziale. Ciò senza rinunciare al capitale umano del Comune da valorizzare e tutelare, investendo su una riorganizzazione della macchina anche tramite l’apporto della figura del direttore generale.
Si sta procedendo quindi ad una mappatura dei servizi digitali offerti dal Comune in modo da individuare gli altri processi da poter digitalizzare, partendo dagli archivi e dal suape. Si lavorerà anche sull’accessibilità dei sistemi digitali tramite alfabetizzazione dei soggetti fragili e razionalizzazione degli strumenti.
Ultima linea è quella che riguarda i territori: vogliamo cercare di ricucire le tante comunità che compongono la città di Perugia, restituendo spazi di governo utili per garantire dignità e pari opportunità a tutti.
Concludendo l’intervento la sindaca ha spiegato che si è scelto di non riservare una parte del programma alla sicurezza, perché nella visione dell’Amministrazione la sicurezza è il frutto di un sistema complessivo (urbanistica, cultura, sociale, salute, ecc.), non demandabile solo alle forze dell’ordine.