Sulla soglia di questo Natale giunge inaspettata una visita speciale: Mons. Konrad Krajewski, l’Elemosiniere di Sua Santità, questa mattina si è recato nella parrocchia di Fratta Todina (Pg) in particolare per far visita agli ospiti del Centro Speranza, bambini e ragazzi con gravi cerebropatie e alle loro famiglie.
Padre Andrea, parroco della Chiesa di San Savino, ha lasciato gli onori di casa a Mons. Benedetto Tuzia, Vescovo della Diocesi di Orvieto Todi il quale, presentando Mons. Konrad Krajewski ai fedeli, ha definito l’ospite, il “portafoglio del Papa” e, proseguendo nel suo discorso, ha aggiunto «Egli è un portafoglio che non tiene gelosamente a sé le ricchezze, ma le dona soprattutto agli ultimi, ai deboli e ai miseri. Lì dove c’è bisogno d’amore, il Signore dona una carezza ai suoi figli. La carità tanto auspicata da Papa Francesco, è Suo desiderio che non resti solo nelle parole enunciate, bensì che queste diventino praticate. Così – prosegue il Vescovo – l’Elemosiniere è la “mano tenera” della Chiesa che va dove c’è bisogno. Oggi, la mano di Sua Eccellenza Rev. Mons. Krajewski giunge a Fratta Todina, per donare la sua tenera carezza ai bambini e ai ragazzi disabili del Centro Speranza, e in particolare alle famiglie di questi ospiti, per un gesto d’attenzione da parte della Chiesa che possa dar loro un po’ di coraggio nell’affrontare le difficoltà della vita.»
La visita è iniziata alle ore 10.30 con un momento di preghiera nella Chiesa di San Savino, ed è proseguita all’interno del Palazzo Altieri, Casa Provinciale delle Suore Ancelle dell’Amore Misericordioso che qui gestiscono le opere del Centro Speranza, la scuola materna Sacro Cuore e l’asilo nido La Coccinella. Dopo un breve saluto ai bambini della scuola e dell’asilo, ha raggiunto i ragazzi con disabilità, le loro famiglie e gli operatori della struttura.
Madre Maria Elvira Gonzalez, Superiora Provinciale E.A.M, ha accolto l’Elemosiniere in questo “piccolo Santuario”, il Centro Speranza così definito dalla Madre la quale ha poi aggiunto «Il protagonista di questa opera è certamente il Padre Misericordioso, che con Madre Speranza, fondatrice della struttura, condivide il sogno di dare dignità e diritti alla persona disabile e riservare tanta tenerezza su questi figli più piccoli che sono i bambini e io ragazzi cerebrolesi e le loro famiglie.»
“Padre Corrado”, così preferisce farsi chiamare, è stato nominato da Bergoglio per essere letteralmente la sua 'longa manus' in aiuto dei più deboli e, rispondendo alle domande che i ragazzi e gli operatori gli hanno rivolto, ha raccontato di come il Santo Padre lo incaricò di dimenticare la scrivania e diventare il “prolungamento delle sue braccia” di andare in giro, abbracciare le persone, mangiare con loro.
«Il mio lavoro è uscire dal Vaticano. Io vado con i volontari in tanti posti, Tiburtina, Ostiense, nelle case di riposo, dove incontro 40-50 persone e con queste parlo, mangio e passo del tempo, così come mi ha chiesto di fare Papa Francesco. Questo è quello che vuole Gesù. Lui stesso si metteva a tavola con i sofferenti, Questa è la mia scrivania. Continua Mons. Krajewski – Spesso rispondiamo a richieste di aiuto economiche: abbiamo aiutato famiglie e bisognosi per 1.000.000,00 di euro. A chi mi chiede dove trovo i soldi, rispondo, dalle donazioni che giungono alla Casa Pontificia per le famose “pergamene di benedizione del Papa” richieste da tutto il mondo».
Tra i consigli che il Santo Padre da, per svolgere il suo lavoro Mons. Krajewski racconta «una volta il Papa mi ha detto “Quando il tuo portafoglio sarà vuoto, sarà una cosa buona” e “per ognuno che ti chiamerà “Eccellenza”, tu chiedi cinque euro” – scherzando l’Elemosiniere, rivolgendosi alle suore del Centro che hanno continuato a chiamarlo “Eccellenza”, ha aggiunto – «Il Santo Padre sapeva come riempire il suo conto oggi!».
E’ stato ricordato il legame di Mons. Krajewski a Papa Giovanni Paolo II, al quale è stato vicino. «Per sette anni, dal 2000, ho vissuto accanto al Papa – racconta – e la cosa più bella è che Lui ha offerto tutto al Signore, accettando ciò che gli è stato tolto con la malattia, soffrendo davanti al mondo intero». Padre Corrado esorta tutti i presenti a riconoscere Gesù nella nostra casa, dice «Voi l’avete qui “divina”, ma per poterla scoprire bisogna spesso andare davanti al Tabernacolo per “abbronzarsi” e prendere la forza. La sofferenza – aggiunge – deve essere condivisa. Dobbiamo offrire al Signore i nostri peccati e le nostre difficoltà, questa è la strada attraverso cui possiamo diventare “portatori di Dio”, perché quando accarezzate i vostri fratelli malati lo fate a nome di Gesù».
Un pensiero questo della “Misericordia”, scelto come motto episcopale dall’Elemosiniere e condiviso da Madre Speranza «la quale (Madre Speranza, n.d.r.) identificandosi con Gesù Amore Misericordioso, aveva capito che la strada del dolore e quella dell’amore vanno inesorabilmente insieme per poter vivere nella pienezza dell’Amore» ha aggiunto Madre Speranza, Madre Generale della Congregazione E.A.M., nel porgere i saluti.
Una mattina intesa e piena di grandi emozioni si è svolta nella casa di Madre Speranza in Fratta Todina (Pg). I ragazzi con disabilità del Centro Speranza hanno reso omaggio a Mons. Krajewski con canti di lode e una drammatizzazione della scena della Natività. L’Elemosiniere portando i saluti di Papa Francesco, ha ricambiato l’accoglienza con dei doni veramente speciali: un rosario benedetto da Sua Santità, un dono generalmente riservato alle alte cariche «Così importanti vi reputa il Santo Padre, alla stregua delle massime autorità» esclama Mons. Krajewski, invitando poi i presenti a condividere il dono «tenetelo cento giorni a testa, con l’impegno di pregare per il Papa». Per i ragazzi del Centro Speranza arriva infine un ultimo dono: una bicicletta svizzera, ricevuta a sua volta dal Papa in dono, e le immagini del Santo Padre.
L’Elemosiniere ha terminato l’incontro con un’ultima battuta, raccontando delle tante volte in cui per tornare a casa in Polonia ha scelto di guidare la sua macchina, e per risparmiare, percorrendo la E45, la superstrada che attraversa l’Umbria, si è fermato a Collevalenza (Pg) facendo tappa al Santuario di Madre Speranza «Dove – ha raccontato – lasciavo i miei peccati. Questo è il regalo più grande che possiamo fare al Signore, condividere con lui le nostre paure e sofferenze».