Dopo quasi venti giorni dall'episodio, è stato rintracciato in casa dei suoi genitori a Latina, il 30enne ritenuto responsabile di una rapina a mano armata presso la filiale Unicredit di via della Pallotta.
Era il tre febbraio quando l'uomo è entrato nella filiale perugina armato di taglierino, facendosi consegnare denaro dai presenti e dal personale alo sportello, per poi fuggire a bordo di un furgone. Ed è proprio grazie al furgone che gli inquirenti sono potuti risalire alla sua identità.
Pochi minuti dopo la rapina il furgone era stato rintracciato nei pressi di Fontivegge con a bordo un 25enne di Albano Laziale. Questi ha riferito in un primo momento che poco prima, un uomo armato di taglierino si era infilato a bordo del mezzo, constringendolo ad accompagnarlo fino alla stazione dove poi era sceso.
Nell’abitacolo, sottoposto ad immediata perquisizione, sono stati trovati alcuni oggetti riconducibili alla rapina come un taglierino, una sciarpa di pile di colore nero, un giaccone telato di colore beige, un paio di calze di cotone sulle quali erano stati praticati due fori (usate a mo’ di guanti), una cuffia di lana di colore scuro.
Le indagini hanno proseguito il loro corso con testimonianze e con l'ausilio delle immagini del sistema di videosorveglianza, che nel giro di poco hanno smascherato la versione del conducente del furgone. “In particolare -riferisce la questura- il racconto del modo con il quale il rapinatore si era infilato nella cabina del furgone non corrispondeva con quello dei testimoni”.
Le indagini hanno così preso a ricostruire i movimenti del giovane autotrasportatore, appurando che l'uomo si era fermato il giorno prima a Ponte San Giovanni in compagnia di un altra persona, corrispondente in tutto e per tutto al responsabile della rapina. “A ciò si aggiunga -hanno riferito gli agenti della mobile- che nel corso della perquisizione è stato anche rinvenuto lo scontrino fiscale relativo all’acquisto del taglierino e che i taglierini in vendita presso quel supermercato sono identici a quello sequestrato, utilizzato per commettere la rapina”.
Dopo aver messo sotto indagine il conducente per concorso in rapina, la mobile ha iniziato a risalire all'esecutore materiale attraverso un analisi del suo telefono cellulare. La mobile ha preso contatti telefonici con la ditta proprietaria del furgone apprendendo così che il conducente era partito in compagnia di un ragazzo di nome Piergiorgio. Dai controlli incrociati tra gli archivi di Polizia e la rubrica telefonica del conducente è stato individuato un soggetto, la cui foto è stata sottoposta e riconosciuta da alcuni testimoni che avevano ben visto il rapinatore in volto durante le concitate fasi della rapina.
Altri testimoni di Aprilia, interrogati da uomini della Squadra Mobile di Latina, hanno riferito di aver visto partire i due insieme sul furgone. L'uomo, che aveva fatto perdere le proprie tracce dal giorno dopo l'episodio, è stato rintracciato dalla polizia a Latina, in casa dei genitori, e tratto in arresto per rapina aggravata.