Pd Terni in crisi tra 'litigi' interni e sentenze della Corte Suprema - Tuttoggi.info

Pd Terni in crisi tra ‘litigi’ interni e sentenze della Corte Suprema

Redazione

Pd Terni in crisi tra ‘litigi’ interni e sentenze della Corte Suprema

Sindacato Usb lancia allarme, M5S incalza
Mer, 06/01/2016 - 14:29

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Mentre la maggioranza è impegnata nell’aspro dibattito interno tra consiglieri comunali e assessori, questione che troverà, forse, una soluzione il prossimo 14 gennaio con gli ultimi interventi degli esponenti piddini, arriva una nota dell’Usb che pone una serie di dubbi sulla possibilità, da parte del comune, di garantire servizi efficienti. In particolare l’Unione Sindacale di Base fa riferimento alla sentenza della Suprema Corte che ha bloccato “ogni tipo di possibilità assunzionale in tutti quegli Enti ‘cattivi pagatori’ – come recita la sentenza “.

Ecco la nota integrale dell’organizzazione sindacale:

“Con la sentenza n° 272 del 1/12/2015, depositata in G.U. il 22.12.2015, la Suprema Corte ha ritenuto incostituzionale l’art. 41, comma 2, del Decreto Legge 24 aprile 2014, n° 66 convertito, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 23 giugno 2014, n. 89. Con tale legge il Governo aveva bloccato ogni tipo di possibilità assunzionale in tutti quegli Enti cosiddetti “cattivi pagatori”, in quanto non in linea con i tempi medi nei pagamenti, stabiliti in un massimo di 90 giorni nel 2014 e ridotti poi a 60 a decorrere dal 2015. Le decisione della Corte Costituzionale poggia sull’incompatibilità di questa legge con gli artt. 3 – 97/2°c. e 117/4°c. della Costituzione in quanto: a) In contrasto con il principio di proporzionalità, b) Lesiva dell’autonomia degli Enti (in questo caso della ricorrente Regione Veneto) in materia di organizzazione amministrativa, c) Pregiudica il buon andamento della Pubblica Amministrazione e si traduce in una lesione delle medesime competenze costituzionali degli Enti. Siamo quindi di fronte ad un’altra castroneria governativa che ha contribuito, come dice la stessa sentenza nelle considerazioni di diritto, ad aggravare il problema che invece si intendeva risolvere. Cade quindi il vincolo per le assunzioni, che aveva impedito al Comune di Terni di procedere a tutte quelle assunzioni necessarie per mantenere il livello dei servizi resi ai cittadini. Chiediamo a questa Amministrazione di attivarsi quanto prima, per trasformare nei fatti tutte quelle buone intenzioni in passato dichiarate, ma rese vane da una legge ad oggi certificata come incostituzionale. La Polizia Municipale, i Servizi Educativi Comunali, i Servizi Sociali, ad esempio, aspettano un segnale per continuare ad erogare servizi efficienti, all’altezza anche del mutato contesto sociale, senza doversi inventare ogni giorno un’organizzazione di emergenza”.

A mettere il carico ci ha pensato il M5S che, tramite la consigliera Angelica Trenta, ha diffuso una nota nella quale si chiede di far chiarezza sul processo di smantellamento dei servizi che avrebbe avviato l’Amministrazione. Ecco la nota:

“Grazie al comunicato dell’USB di Terni del 5/01/16 apprendiamo di una sentenza storica per il futuro degli Enti e soprattutto di quelli, come Terni, che sono annoverati nella lista dei cosiddetti “cattivi pagatori”. La Corte Costituzionale, con sentenza n° 272 del 1/12/2015, ha infatti ritenuto lesivo degli Enti stessi la Legge del 2014 che non permetteva il reclutamento di personale da parte di quei comuni che fossero risultati “cattivi pagatori”.

Oltre il danno la beffa dunque: non solo il Comune di Terni vessa i propri concittadini non pagando i fornitori in tempo utile ma, proprio “grazie” a ciò, aveva trovato buona motivazione per non assumere neppure personale in quei settori come la Polizia municipale, i servizi educativi comunali e servizi sociali, che da lunghi anni soffrono una carenza sistematica di organico con la conseguente diminuzione della qualità che i servizi comunali dovrebbero garantire ai cittadini.

In data 24 novembre 2015 il Moivimento 5 stelle Terni aveva depositato un’interrogazione rivolta alla giunta per porre domande, in particolari modo, sul futuro dei Servizi Educativi Comunali, facendo proprie le preoccupazioni di genitori, insegnanti e lavoratori di questo ambito sempre più decisi a fare di tutto per fermare questo tracollo.

Le domande poste dal consigliere Angelica Trenta vertevano sulla volontà dell’ amministrazione a mantenere in vita i Servizi Educativi Comunali o se invece non stesse mettendo in atto una politica di graduale smantellamento degli stessi; quali strategie ed azioni intendesse dunque attuare l’amministrazione al fine del reclutamento di insegnanti e personale – oggi estremamente carente – nelle scuole comunali e se il Sindaco non intendesse esprimere un orientamento alla sua giunta, e in particolare all’assessore al bilancio, per assumere tra le azioni prioritarie da finanziare con atti di bilancio percorsi assunzionali per salvaguardare il patrimonio rappresentato dai Servizi Educativi Comunali.

Nel Question time di dicembre l’assessore Riccardi non dava spazio ad alcuna possibilità di assunzione, sulla scorta anche di un parere della Corte dei conti che negava la possibilità di reclutamento proprio in base a quella Legge che oggi viene considerata dalla Suprema Corte, nei fatti, superata. La Corte ritiene infatti incostituzionale l’art. 41, comma 2, del Decreto Legge 24 aprile 2014, n° 66 convertito, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 23 giugno 2014, n. 89 e dichiarando la Legge in contrasto con il principio di proporzionalità, ritenendola lesiva dell’autonomia degli Enti in materia di organizzazione amministrativa, nonché pregiudicante il buon andamento della Pubblica Amministrazione che si traduce in una lesione delle medesime competenze costituzionali degli Enti.

Il Movimento 5 stelle Terni dichiara la sua completa disponibilità a collaborare con quanti, sia all’interno che all’esterno, del Consiglio comunale intendano sollecitare Sindaco e Giunta a provvedere immediatamente ad un cambio di prospettiva alla luce di questa storica sentenza che fa decadere dunque quello che ci sembrava essere divenuto a tutti gli effetti un “alibi” al fine di ridurre sempre più i servizi comunali nell’ottica di una razionalizzazzazione che altro non è se non una vera e propria privatizzazione dei servizi cui il Comune vorrebbe lentamente abituarci”.

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