(Elisa Panetto) – La Giostra della Quintana non è “Patrimonio d’Italia”? Se per il ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla la manifestazione non è meritevole del marchio riservato alle eccellenze nazionali che contribuiscono a valorizzare l’immagine dell’Italia e a generare conseguenti flussi turistici, la politica folignate si stringe unitamente attorno all’Ente ed esprime dissenso, stupore e unità. Si era già visto alla Giostra della Sfida di giugno: non c’è orientamento politico che tenga, né centrosinistra né tantomeno centrodestra, quando si tratta della massima manifestazione folignate. Per tutti, la Quintana è più che un patrimonio d’Italia.
“È negativa la scelta del ministro Brambilla di non considerare la Giostra della Quintana patrimonio d’Italia” afferma Giovanni Patriarchi, capogruppo in consiglio comunale per il Partito Democratico. “La Quintana è un evento importante, patrimonio della città e di tutta la regione in termini di aggregazione, di storia, di interesse e di qualità. È sbagliato questo modo di vedere un po’ coi paraocchi perché è vero che nella Giostra ci sono i cavalli, ma occorre ben distinguere tra chi ha rispetto per questi animali e chi ne ha di meno. La Quintana tratta in maniera rispettosa i cavalli anche perché erano parte integrante della società. Questo non è dunque un motivo per escluderla”. Più duro Ivano Bruschi, capogruppo in consiglio comunale per Sinistra Ecologia Libertà, secondo cui “è una scelta molto miope che dimostra scarsa conoscenza del livello culturale e sociale della manifestazione. Spero dunque che prossimamente ci siano sensibilità diverse che capiscano i risultati storici, artistici e sociali della Quintana, evento di straordinaria importanza non solo per la città”. Anche per Alessandro Pacini di Rifondazione Comunisti Italiani non c’è dubbio che la Giostra “è patrimonio d’Italia, già solo per la sua tecnica e la sua bellezza”, mentre per Unione di Centro con Massimo Metelli è “spiacevole che una manifestazione riconosciuta in tutta Italia e a livello internazionale non sia considerata Patrimonio d’Italia”.
“Sono un quintanaro e conosco la tecnica e l’amore addirittura esagerato che si dedica al cavallo” afferma il leader del centrodestra folignate e capogruppo in Consiglio Comunale per Rinnovamento Daniele Mantucci. “La Giostra della Quintana ha un’elaborazione tecnica ed una cultura del cavallo che fuga ogni preoccupazione, per questo ho scritto al ministro Brambilla una lettera. Nuoce alla manifestazione l’assimilazione impropria con altri tipi di eventi che fanno uso dei cavalli. Ogni cosa è a sé e a Foligno c’è un regolamento antidoping molto rigoroso”. Infine, per Stefania Filipponi di Impegno Civile, “quando un ministro dà pagelle dovrebbe farlo con cognizione. I quintanari e i folignati rispettano, amano ed hanno cura del cavallo”.
In difesa e opposizione alla decisione di escludere la Giostra della Quintana ed altre manifestazioni umbre (come le Infiorate di Spello, i Giochi delle Porte di Gualdo Tadino, la Corsa all’Anello di Narni, il Calendimaggio di Assisi e le Gaite di Bevagna) dalla lista del “Patrimonio d’Italia”, inoltre, il capogruppo dei socialisti riformisti in Provincia, Enrico Bastioli, ha presentato una mozione con la quale si scaglia contro il ministro Brambilla, chiedendo alla Provincia di prendere posizione.
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