Gli spellani lanciano un appello agli organizzatori della Via Crucis d'autore, ovvero al Comune di Spello e alla Pro Loco Iat. “La processione del venerdì Santo – si legge nell'appello – ha portato anche quest'anno tanta partecipazione di fedeli desiderosi di ammirare la stupenda croce commissionata da Don Venanzo Peppoloni. Gli scorci degli androni, le chiese e gli antichi palazzi facevano da cornice alle opere pittoriche esposte, lungo un itinerario suggestivo pervaso da contemplazione e misticismo. E mentre la processione sfilava solennemente sui muri di Spello si poteva leggere un manifesto funereo molto originale che Don Venanzo aveva fatto scrivere in nome del fratello, il Prof.Giancarlo, morto recentemente, che salutava i suoi amici con quella vena umanitaria che gli è propria. Al cimitero, sulla cappella della famiglia dei Peppoloni, è comparso da poco tempo un epitaffio scultoreo sulla tomba ancora vuota (quella che accoglierà Don Venanzo) dove c'è scritto “Bonnanzone III”, ovvero il soprannome di famiglia che si portano dietro da tre generazioni. Sorriso, ammirazione e simpatia per Don Venanzo – si legge nell'appello – che sa esorcizzare la morte e muovere il sorriso le labbra dei suoi amici, anche di fronte alla bara. E proprio a “Bonnanzone III”, gli spellani chiedono un regalo, che farà da appendice alla sua grande opera “Il Vangelo in dialetto spellano”, ovvero di raccontare le XIV stazioni della prossima Via Crucis in dialetto spellano. Don Venanzo, generoso e creativo, forte della sia cultura, saprà regalarci XIV composizioni letterarie, come vere “laudi” della religiosità umbra, che andranno ad arricchire il già bellissimo pieghevole della Via Crucis d'autore. Le laudi di Bonnanzone III, saranno come quelle di Jacopone da Todi”.