Papa Francesco, il racconto di Monsignor Viganò: "Un momento di grazia straordinaria" - Tuttoggi.info

Papa Francesco, il racconto di Monsignor Viganò: “Un momento di grazia straordinaria”

Redazione

Papa Francesco, il racconto di Monsignor Viganò: “Un momento di grazia straordinaria”

Dom, 09/06/2013 - 13:51

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Sara Cipriani

Papa Francesco sarà ad Assisi il prossimo 4 ottobre, nel giorno dedicato al santo patrono d'Italia. Un appuntamento importante che si carica di significati profondi per i messaggi di cui sarà portatore e per la terra d'Umbria che saprà accogliere adeguatamente il Santo Padre.
In attesa di incontrarlo “di persona” e cercare di comprendere meglio la figura di questo pontefice così sorprendente, TuttOggi.info ha chiesto aiuto all'uomo che ogni giorno porta il “papa venuto dalla fine del mondo” fin dentro alle nostre case: Monsignor Dario Edoardo Viganò, neodirettore del Centro Televisivo Vaticano:

  • Monsignor Viganò ha assunto la direzione del Centro solo lo scorso 22 gennaio, un breve ma intenso semestre. Iniziamo con lo spiegare ai nostri lettori cos'è esattamente il CTV: “la TV del Papa” o qualcosa di più?

Voluto dal beato Giovanni Paolo II il CTV è chiamato a documentare tutte le attività del Papa e della santa Sede. In questo senso è più un centro di documentazione che una televisione. Essendo però gli unici a poter documentare il Papa ovviamente abbiamo una fitta rete di rapporti con agenzie internazionali, brodcasting e televisioni. Tanto per capirci: quando in Italia ad esempio sulle reti nazionali o sulle tv cattoliche vediamo il Papa all’Angelus o all’Udienza Generale, tutte le immagini sono una produzione del Centro televisivo vaticano.

  • Possiamo dunque dire che l'immagine del Papa viene diffusa, grazie al lavoro del CTV, a tutti i media mondiali. Quanto pesa una responsabilità di tale portata?

Si. Devo anche dirvi che a partire dalla rinuncia del papa emerito Benedetto XVI si è accesa un’attenzione enorme da parte dei media e in particolare delle tv di tutto il mondo. Ricordo ad esempio in alcuni momenti, come il trasferimento di papa benedetto dalla città del Vaticano a Castel Gandolfo, la difficoltà a gestire tutti i segnali in uscita dalla Master Controll Room proprio per la crescita esponenziale delle richieste. Da questo punto di vista la responsabilità attraversa tutto l’iter della produzione e della distribuzione e attiene anche al livello degli standard professionali i cui parametri per noi sono quelli statunitensi proprio per il grande numero di broadcast e di televisioni cattoliche. Poi la responsabilità diviene per gli operatori, attenzione, discrezione, amore per il papa e la chiesa.

  • Quanto è difficile comunicare al mondo papa Francesco e la sua spontaneità?

Il CTV è al servizio del Papa e con Papa Francesco devo dire che basta aprire l’obiettivo e la forza straordinaria delle sue parole e dei suoi gesti fanno tutto, conquistano il cuore delle centinaia di migliaia di persone che ogni settimana vengono per pregare con lui, per accompagnarlo con al simpatia e l’affetto. Certo ci sono dei gesti imprevedibili che perderli sarebbe un peccato ma neppure è facile prevederli per i nostri operatori; ad esempio la scorsa settimana una persona ha lanciato un rosario e lui ha allungato la mano afferrandolo al volo. Un gesto documentato che indica il desiderio di tessere legami con tutti, entrare nel cuore di ciascuno e lenire con il balsamo della consolazione le molte ferite che ciascuno porta nel cuore.

  • In questi primi mesi di direzione ha dovuto affrontare due eventi unici, nella nostra storia più recente: le dimissioni di papa Ratzinger e l'insediamento di un papa “rivoluzionario” qual'è Francesco. Come è riuscito a gestire la comunicazione di questi delicati momenti?

Beh intanto non userei il termine rivoluzionario per Papa Francesco. Papa Francesco in fondo racconta il vangelo e lo testimonia con la sua vita; richiama ciascuno di noi alle cose essenziali dell’esperienza credente; riafferma il Concilio, il valore del silenzio e dei sacramenti. Insomma esattamente tutta la dottrina cattolica. Papa Francesco certo è figlio della sua terra e della cultura latino americana e non può prescindere da questo dato per fare il Papa. A differenza di papa Benedetto che proveniva alla Germania. Un esempio chiarisce quanto le differenze siano frutto delle provenienze: Papa Benedetto per salutare stendeva le braccia; papa Francesco le allarga. Due modi differenti di percepire le distanze intime, sociali e pubbliche. Lo stesso motivo per cui le macchine francesi ad esempio sono più piccole di quelle americane: è un problema culturale di prossemica.

  • Anche grazie a questi due eventi straordinari, negli ultimi tempi si è sentito parlare molto più spesso del Centro Televisivo Vaticano: merito della portata degli accadimenti o di una nuova forma di linguaggio televisivo?

Credo che gli eventi straordinari che si sono succeduti hanno permesso al CTV di mettere in campo tutte le competenze narrative e professionali che da anni coltiva e così ha offerto un servizio di altissimo livello come i giornali di tutto il mondo hanno attestato. Certamente raccontare un conclave è più impegnativo ma anche più interessante dal punto di vista della messa in scena e del linguaggio.

  • Il racconto attraverso le immagini è tanto facile nell'”ascolto”, quanto difficile nella “narrazione”? Ci svela quali tecniche utilizza per raccontarci al meglio papa Francesco?

Proprio quanto dicevo circa il modo con cui papa Francesco comunica con il corpo, ci sollecita spesso a costruire una narrazione che aiuti lo spettatore a sentirsi parte coinvolta dell’evento. In questo caso ad esempio usare una telecamera posta dietro al Papa permette di costruire una specie di soggettiva in modo che lo spettatore abbia il punto di vista non solo della folla verso il Papa ma anche del Papa verso la sua gente. O anche la telecamera ad altezza piazza per le Udienze permette un’esperienza immersiva dello spettatore, come se fosse anche lui presente.

  • In questo nuovo modo di comunicare di CTV, che influenza ha avuto la Sua profonda conoscenza ed esperienza del mondo del cinema?

Certamente lo studio e le analisi di anni del linguaggio cinematografico permette, a volte, una cura o una costruzione narrativa di un evento con particolare cura. ma devo anche dire che il gruppo del CTV è composto da professionisti di altissimo profilo e grande competenza.

  • Sono passati quasi 100 giorni dall'elezione del papa venuto dalla fine del mondo: quali sono le sue riflessioni di uomo di Chiesa?

Stiamo vivendo un momento di grazia straordinaria avviata da Benedetto XVI con le sue ultime e decise riflessioni sul primato di Dio e che prosegue, con la lucidità e la forza – anche fisica – di Papa Francesco. Quando Papa Francesco parla di carrierismo, di denaro, di spreco non fa un richiamo morale ma addita a tutti che la verità dell’uomo è in Dio, racconta che l’incarnazione di Dio in Gesù significa che in ciascuno di noi c’è la divino-umanità. E dunque gli altri, anche coloro che non conosco personalmente, mi sono fratelli non perché appartengono alla stessa natura umana ma perché vivono la stessa relazione di figliolanza con Dio Padre. Ecco perché quando ci sono persone che muoiono di fame, a questo i cristiani non possono abituarsi.

  • Per chiudere e fare bene il nostro lavoro, non possiamo proprio sottrarci dal chiederLe un aneddoto in “esclusiva” per i lettori di TuttOggi e i tanti fedeli dell'Umbria.

In occasione della registrazione di un videomessaggio, tutto era pronto, ma una cosa non potevamo prevederla: l’inizio del suono delle campane della Basilica. Con molta attenzione e grande senso di rispetto abbiamo chiesto al Papa se poteva attendere qualche minuto perché è impossibile registrare con le campane che suonano. Come prevedibile nessun problema anzi, di fronte a due telecamere ha voluto sapere perché non fosse sufficiente averne una: è nata così una piccola chiacchierata tra i nostri operatori e il Papa, su come si gira in tv. Terminato il suono delle campane ed esaudita la domanda del Papa, si è iniziato a registare.

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