Il Gareggiar dei Tarocchi, contrariamente a quanto si possa pensare, è la sfida più sentita tra le tante che animano la settimana pre-Palio ed è anche quella che la Pro-Loco della Presidente Tamara Martini sostiene con più impegno, elargendo a tutti i rioni un sostegno economico significativo in rapporto alle risicate finanze della manifestazione, proprio per permettere loro di avere qualche risorsa in più per migliorare questo specifico aspetto.
Va sottolineato, per i non addetti ai lavori, che i rioni sono chiamati a mettere in scena la rappresentazione di un tarocco e la loro abilità nel farlo viene posta al vaglio di una autorevole giuria: i personaggi però che vanno a rappresentare l'allegoria non devono necessariamente essere del rione, ma possono essere ingaggiati anche attori e registi esterni, a volte già organizzati in vere e proprie compagnie teatrali.
L'atmosfera riguardo a questa specifica gara si era già infiammata la sera precedente alla stessa, quando alcuni rioni, con La Bruna in testa, avevano voluto sottolineare un possibile “conflitto di interesse” tra alcune figure dell'organizzazione e alcuni componenti delle squadre in gara, con particolare riferimento a Castel Ritaldi, polemica che poteva essere stroncata sul nascere adottando qualche semplice e doveroso accorgimento.
Invece così non è stato e la gara è iniziata già con questo vizio di forma, che è sbocciato in tutta la sua importanza allor quando il giudizio finale della giuria ha decretato un sostanziale ex-equo, manco a dirlo, tra i rioni di Castel Ritaldi e La Bruna. Un ex-equo che non dovrebbe essere possibile in un contesto in cui i membri di una giuria sono chiamati ad esprimere ognuno una preferenza …… a patto che la giuria sia formata da un numero dispari di componenti, come vuole il buon senso ovunque ci sia una simile situazione.
Ma ieri sera sulla piazza di Castel Ritaldi le giurate erano in quattro: Mayes Rubeo, Gabriella Zanchi, Anna Maria Rodante e Laura Magnani, tutti nomi autorevolissimi, e il loro voto finale si è equamente diviso tra Castel Ritaldi e La Bruna.
Da ciò che è conseguito a questa situazione di stallo si è alimentata la polemica: infatti non essendo prevista dal regolamento la possibilità di parità, Graziano Sirci e la Presidente Martini sono stati chiamati al tavolo della giuria dove si è molto discusso su come sbrogliare la matassa. Le cose sono andate per le lunghe e alla fine si è optato per l'assegnazione di un voto da parte dei giurati ad ogni singola rappresentazione invece di una preferenza secca. La soluzione improvvisata e il lungo confabulare tra le giurate e gli organizzatori per concertarla, ha fatto sì che qualcuno abbia visto in tutto ciò una combine, che sommata ai sospetti già evidenziati in precedenza, ha scatenato la protesta della piazza al momento del verdetto finale.
L'ha infatti spuntata Castel Ritaldi, la cui rappresentazione, interamente affidata ad una compagine esterna, ha ottenuto un solo punto in più rispetto a quella di La Bruna, che invece aveva optato per una rappresentazione di attori “indigeni” guidati dalla prestigiosa regia di Stefano Viali, che ha avuto il coraggio e il pregio (ma non per la giuria) di mettere in scena qualcosa di molto “forte” e assai poco convenzionale.
Alla lettura del verdetto, quindi, la piazza è insorta: grida, urla, sfottò, cori da stadio e il deprecabile gesto di tirare dell'acqua verso la giuria hanno chiuso una serata che poteva avere un ben più degno epilogo, con lo stesso Primo Cittadino impegnato a calmare gli animi riconoscendo a Castel Ritaldi il merito della vittoria.
Alla fine tutti in taverna: i musi lunghi e gli sguardi “cattivi” hanno lasciato il campo ai sorrisi perchè di fronte ad una bella grigliata e ad un bicchiere di buon vino si torna tutti fratelli …. almeno fino a stasera!!!!!!