Sara Minciaroni
Una comunità sconvolta, questa è Pietrafitta, la frazione del Comune di Piegaro dove oggi intorno alle 13 ha perso la vita il diciassette Ovidio Stamulis, percosso fino alla morte dal compagno della madre, Pietro Cesarini, classe 1953, senza fissa occupazione.
Ha ammesso tutto – Cesarini portato in caserma per essere sentito sui fatti avrebbe ammesso ogni responsabilità davanti al sostituto procuratore di Orvieto Flaminio Monteleone. Per l'uomo originario di Monterotondo è scattato l'arresto in flagranza di reato. All'arrivo degli inquirenti infatti, l'uomo si trovava ancora dentro casa e l'arma del delitto era ancora sulla scena. Ha descritto ogni particolare, da come sia originata la lite sfociata poi in una colluttazione violenta, fino alla descrizione di come, dopo aver afferrato un mattarello da cucina, lo ha colpito alla testa.
La scena dell'omicidio – La lite furibonda ha interessato ogni stanza della casa. Lo stesso assassino, a quanto trapela, porta ancora addosso i segni della lite, avendo riportato alcuni traumi al torace. I due avrebbero iniziato a litigare in cucina per poi continuare nelle camere e ancora fino al bagno dove il corpo del ragazzo all'arrivo dei militari è stato ritrovato in fin di vita. Sono stati gli stessi carabinieri a chiamare il 118, ma all'arrivo dei medici non c'era già più nulla da fare, Ovidio era morto, fatale sarebbe stato uno dei colpi ricevuti con l'utensile di legno lungo una sessantina di centimetri.
Il movente – Per quanto assurdo possa sembrare il Cesarini avrebbe dichiarato agli inquirenti di aver colpito il ragazzo perchè temeva che la famiglia venisse divisa. Non accettava infatti che da li a poche ore sia la vittima che il fratellino più piccolo (figlio biologico dell'arrestato) fossero condotti in una casa famiglia. L'arrestato aveva un rapporto difficile con la vittima, più volte segnalato da lui stesso anche ai carabinieri; lo riteneva responsabile delle difficoltà familiari ed era convinto che avesse un atteggiamento pericoloso. Sono queste le spiegazioni che avrebbe dato agli inquirenti per giustificare il suo atroce atto.
Un quadro chiaro – Per gli inquirenti esistono pochi dubbi sul fatto che a togliere la vita al giovane Ovidio sia stato il compagno della madre. Per questo nelle prossime ore verrà condotto presso il carcere di Orvieto in attesa già lunedì dell'udienza per la convalida dell'arresto.
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