Da oggi (4 luglio) il servizio e il magazzino economale tifernati saranno centralizzati a San Sisto, insorgono i consiglieri Brunelli (Pd) e Arcaleni (Castello)
A partire da oggi (4 luglio) all’ospedale di Città di Castello – polo con un bacino comprensoriale di quasi 100.000 abitanti – saranno soppressi il magazzino economale e il servizio di farmacia, centralizzati a San Sisto (Perugia) e gestiti dalla cooperativa vincitrice della gara.
Un dato di fatto previsto dalla delibera del Direttore generale n. 540 del 4 maggio 2022, che ha lasciato perplesse sia la maggioranza che l’opposizione, rispettivamente con Roberto Brunelli (Pd) ed Emanuela Arcaleni (Castello Cambia).
“L’ospedale di Città di Castello, pur mantenendo lo ‘status’ di ospedale di emergenza della ASL, – fa notare l’esponente Pd – perde il servizio trasformando l’attuale farmacia in un piccolo punto di distribuzione di farmaci. Addirittura le consegne tra il magazzino di San Sisto e la struttura tifernate avranno cadenza quindicinale. Ma oltre al grosso disservizio che potrebbe verificarsi con la chiusura della farmacia, c’è anche da sottolineare il degradamento del servizio prestato da sanitari e medici per la mancanza di un magazzino economale, che possa in modo rapido e tempestivo sopperire a mancanze, carenze e normale consumo di materiale, allungando i tempi di diagnosi e cura dei malati”.
Brunelli, annunciando un’interrogazione in proposito, chiede dunque di conoscere “se i vertici regionali della sanità umbra, stiano condividendo le scelte operative con i rappresentanti istituzionali del territorio, in primis con sindaco e dirigenti delle strutture sanitarie. Vorrei sapere anche se questa amministrazione ritiene necessario impugnare tale delibera nelle sedi opportune ed entro i propri limiti statutari”.
Sulla “soppressione” di magazzino economale e farmacia ospedaliera anche Arcaleni chiede di sapere “quali saranno le ripercussioni in ordine alla fornitura dii farmaci nei reparti dell’Ospedale e verso i cittadini che ne hanno diritto, visto che il servizio assicura la continuità terapeutica a pazienti affetti da gravi patologie che richiedono il controllo del centro ospedaliero per tutta la durata della cura. Se l’ottica è quella del risparmio, non va mai perso il senso della spesa sanitaria: intendiamo sapere qual è il rapporto costi/ benefici di tale scelta e come verrà sostituito”.
La capogruppo di Castello Cambia, infine, anch’essa con un’interrogazione, punta il dito anche sulle richieste di servizi diagnostici e visite specialistiche prescritte dai medici di base, che risultano “di difficile evasione, con i cittadini che non riescono a prenotare nei termini prescritti: le liste si allungano, i tempi di attesa sono di mesi e vengono proposte visite a molti chilometri di distanza, addirittura alcune tipologie non vengono neppure prese in carico. Una gravissima situazione, che si protrae da mesi e mesi e mette a rischio la salute dei cittadini, specie di quelli meno abbienti e rende sempre più spinto il ricorso alla sanità privata”