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Orvieto, contenzioso sui rifiuti al centro del consiglio comunale

Redazione

Orvieto, contenzioso sui rifiuti al centro del consiglio comunale

Interrogazione di Barbabella sui rischi del contenzioso rifiuti per gli orvietani, la replica del sindaco Tardani
Lun, 04/11/2019 - 16:17

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Il tema della gestione dei rifiuti, ma soprattutto i costi per il contenzioso avviato nel 2017 e le ricadute per i cittadini, sono stati al centro dell’ultima seduta del consiglio comunale di Orvieto. La discussione è partita dall’interrogazione presentata dal consigliere Franco Raimondo Barbabella (Capogruppo di “Prima gli Orvietani”) che ha interrogato il sindaco Roberta Tardani in merito al contenzioso tra gestore della raccolta e smaltimento rifiuti e Comuni dell’Ambito n. 4 nonché sui rischi che ne derivano per i bilanci comunali e per gli utenti.

In particolare ha posto l’accento sui rischi del contenzioso rifiuti; come stanno le cose, quali strategie si intendono adottare a salvaguardia degli interessi di Orvieto e, in collaborazione con gli altri Comuni, dell’intero territorio; infine, se si intende lavorare a proposte per una seria revisione del Piano regionale dei rifiuti.

L’interrogante ha ricordato che “in base al D.lgvo 152/2006 e alla L.R. 11/2009 a suo tempo l’ATI, essendo stato approvato il Piano dei rifiuti dell’ambito n. 4, ha proceduto ad effettuare la gara per il relativo servizio di raccolta e smaltimento di cui è risultato vincitore l’R.T. ASM-CNS. Salvo imprecisioni, risulta che al primo soggetto, già gestore per il Comune di Terni in quanto azienda di servizi dello stesso, è stata assegnata la medesima zona, mentre al secondo è stata assegnata quella dell’Orvietano con esecutore COSP Tecnoservice. Tutti i 36 comuni dell’ambito hanno firmato il relativo contratto; il Comune di Orvieto, dopo un periodo di chiarimenti, ha firmato il 31 ottobre 2015”.

“Tra 2016 e 2019 – ha proseguito – si sviluppa un contenzioso tra gestore e comuni dell’ambito sulla differenza emersa tra numero di utenze risultanti da capitolato di gara e numero di utenze effettivamente rilevate dal gestore, non 11.040 ma oltre 13.000. Stessa cosa, seppure con differenze anche marcate, per i comuni dell’intero ambito. La cosa non chiara innanzitutto è come il fatto abbia potuto verificarsi, giacché per il Comune di Orvieto risulta che nel 2011, dunque ben prima della gara (2013 o 2014), il Comune stesso aveva comunicato all’autorità d’ambito che le utenze erano ben 15.893 (13.738 domestiche e 2.155 non domestiche). Non ho informazioni su ciò che abbiano fatto gli altri comuni ma è difficile pensare che tutti i 36 comuni siano stati così distratti, visto che la differenza tra i due valori numerici è fenomeno generalizzato.

COSP ad un certo punto rileva dunque che le utenze sono molte di più di quelle di gara e chiede l’aggiornamento del costo del servizio a parità di numero di abitanti (21.130, base 2010), per Orvieto nella misura di circa 300.000 euro all’anno (che ovviamente ricadrebbero sugli utenti con corrispondente aumento della TARI) equivalenti ad un aumento di oltre il 16%, per altri comuni una percentuale ancora superiore, per altri invece leggermente inferiore, per il comune di Terni di solo il 3% (l’ASM gestiva prima e gestisce ora).

Il contenzioso va avanti tra 2017 e 2018 finché si aggrava quando il piano AURI (nel frattempo subentrata agli ATI soppressi con legge regionale 17 maggio 2013, n. 11) del gennaio 2019 non riconosce l’aumento in questione, e così ai comuni giungono le lettere del legale del gestore. Questa è la seconda cosa che non si capisce: nel frattempo si è cercata una soluzione? Chi nel caso se ne è occupato? La questione io penso debba essere considerata seria per il Comune di Orvieto e ancor più seria per molti piccoli comuni del nostro territorio che si vedono avanzare richieste di arretrati 2017-2019 esorbitanti per i propri bilanci”.

“Chiedo quindi di sapere – ha concluso – come si sia potuta verificare una differenza così marcata tra numero di utenze da bando di gara e numero di utenze da verifiche del gestore, peraltro senza aumento di abitanti. È stata individuata la fonte di una differenza così marcata e generalizzata? È stata verificata l’esattezza di tale differenza? E nel caso ne è stata stabilita la precisa responsabilità? Come si intende gestire il contenzioso: facendo in modo che se ne faccia carico AURI nei confronti del gestore per conto di tutti i comuni o lasciando che il gestore sviluppi la sua azione separatamente nei confronti di ciascun comune? Questa seconda strada può convenire al comune di Terni (richiesta di recupero di solo il 3%) ma non certo al Comune di Orvieto e soprattutto non certo ai piccoli comuni.  Con quali garanzie di imparzialità si deciderà la strada da seguire? Chi fungerà da punto di riferimento ? Il Comune di Orvieto intende farsi carico di questo problema solo per sé o anche a sostegno e in solidarietà con i comuni del territorio? L’Amministrazione è in grado di garantire di volere e potere operare perché eventuali errori od omissioni di qualcuno o altri motivi non comportino un aggravio di tassa per i nostri concittadini? Si è elaborata o si ha intenzione di elaborare una strategia di territorio e poi di ambito perché finalmente, ad amministrazione regionale rinnovata, si giunga ad un nuovo Piano regionale dei rifiuti che affronti tutte le questioni aperte e renda tutto il processo più razionale, più trasparente, più sicuro, più produttivo, più giusto e meno costoso?”.

Il Sindaco, Roberta Tardani con delega all’Ambiente ha risposto: “E’ un problema molto complesso che risale al 2017, data in cui è arrivata la nota da parte di RTI. Io stessa nella passata consiliatura, precisamente a febbraio del 2018, presentai un’interrogazione al Sindaco Germani riguardante le richieste economiche avanzate da RTI  per: maggiori utenze, variazioni costo personale, variazione impianti di smaltimento di alcune tipologie di rifiuto, premialità, interessi passivi e altri servizi accessori, riguardanti la gestione integrata dei rifiuti urbani nel sub ambito 4;  pretesa economica che per il nostro Comune ammontava a circa 500.000 euro per l’anno 2017. Chiesi all’epoca al Sindaco se il riconoscimento di tali pretese economiche portasse ad un aggravio di costo del servizio, con le evidenti ripercussioni sulle tariffe a carico dei cittadini. Auri con una comunicazione a tutti i comuni interessati, nel 2017, scrisse che la richiesta per le maggiori utenze non trovava accoglimento. In realtà oggi l’argomento è ancora oggetto di discussione e ho già partecipato a diversi incontri del sub ambito 4. Oggi stesso, prima del Consiglio, abbiamo avuto l’ennesimo incontro con i Sindaci del territorio. Non si è ancora nella fase di contenzioso seppure alcuni comuni abbiano dato mandato ad un tecnico legale di studiare la questione. Posso assicurare, quindi, che la questione è all’ordine del giorno”.

Il Cons. Franco Raimondo Barbabella si è dichiarato: “Soddisfatto. Prendo atto delle affermazioni del Sindaco. Da bravo consigliere comunale di minoranza mi sono preoccupato di capire come nasce e come finisce questa storia perché è impossibile che 36 comuni siano tutti improvvisamente distratti; è anche importante che il Comune di Orvieto che è capo comprensorio prenda spunto da questa vicenda per pensare la riorganizzazione complessiva dei vari aspetti di questo servizio”.

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