Opus&Light, alla Madonna del Pozzo "Ognissanti" di Antonio Poppa - Tuttoggi.info

Opus&Light, alla Madonna del Pozzo “Ognissanti” di Antonio Poppa

Redazione

Opus&Light, alla Madonna del Pozzo “Ognissanti” di Antonio Poppa

Negli anni'80 Poppa espose al Festival dei Due Mondi di Spoleto/L'artista scomparse tragicamente nel 1990
Lun, 03/11/2014 - 09:48

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“OPUS & LIGHT” Anno XVII – Madonna del Pozzo, Porta Monterone, SPOLETO 1 – 30 novembre 2014 Ideazione e progetto: STUDIO A’87; con la collaborazione di Palazzo Collicola Arti Visive e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Spoleto
ANTONIO POPPA / “OGNISSANTI” Inaugurazione sabato1 novembre 2014 (fino al 30 novembre – orario continuato, giorno e notte)
Antonio Poppa lo conobbi a Spoleto nei primi anni ’80 in uno dei tanti locali espositivi lungo le vie del centro storico in occasione del Festival dei Due Mondi, credo la prima mostra fuori dalla sua città natale, Melfi. Sculture in pietra molto particolari, arcaiche e misteriose, di grande raffinatezza.
Rimasi affascinato dalla sua semplicità, non aspirava come tutti gli altri vari espositori all’acquisto dei suoi lavori, voleva parlare di arte ed essere apprezzato da quel pubblico eterogeneo venuto da ogni parte ad affollare fino a tarda notte le vie medioevali di Spoleto.
Acquistai una piccola opera e quando Antonio venne a salutarmi per tornare nella sua Melfi, era un po amareggiato, deluso, aveva capito il vero significato del Festival dei Due Mondi, il “Mondo dell’Arte” e il “Mondo della Vanità”; mi lasciò questa scultura ora esposta per tutto il mese di novembre nella chiesetta della Madonna del Pozzo e ricordo che mi disse ingenuamente: ” Da te la vedrà tutto il mondo…”
Non l’ho più visto, poi seppi della sua morte aggrappato ad un crocifisso… In seguito, il Comune di Melfi gli ha dedicato una sala nel Museo Civico di Palazzo Donadoni.
(Franco Troiani / Studio A’87)

Antonio Poppa. Nasce a Melfi (Lucania), da famiglia poverissima e sin da piccolo dimostra attenzioni al disegno e alla creazione di “forme” definite e indefinite, con ogni tipo di materiale. Tutto il suo tempo è dedicato alla creazione, inventa e trasforma. Non studia l’Arte altrui. E’ chiaramente “ispirato”. Le sue opere, realizzate solo con materiali poveri: legno raccolto nei boschi e pietra lavica del Vulture. Crea il “movimento”, suo intento è dare vita ai materiali, intrecci, intersecazioni che rappresentano sempre; prima angoscia, disperazione e richiesta di aiuto all’Essere Supremo. Propone le sue creazioni a tutti coloro che di passaggio, sbirciano nel suo laboratorio, sito fronte strada in un classico “basso”, offrendole con la semplice richiesta di una offerta. Negli anni 70 gli propongono di esporre presso gallerie importanti e non accetta. Nel 1980 invece gradisce l’offerta di esporre in occasione della importante manifestazione culturale e artistica nell’ambito del Festival di Spoleto. Ritorna da tale esperienza (il bailamme commerciale, l’ambiente esasperato dell’apparire) sconvolto e decide che il suo mondo è il suo paese e non esporrà mai più in luoghi diversi dal proprio “laboratorio”, vive nell’illusione che i locali apprezzeranno le sue opere e gli offriranno il giusto per il proprio sostentamento. Il Comune di Melfi, lo aiuta e acquista alcuni suoi lavori che sono oggi esposti presso le sale comunali. Nel 1990 si rende conto di non essere compreso e si toglie la vita impiccandosi ad un suo grande crocifisso, all’interno del suo mondo “il laboratorio”.
(Giacinto Cerone http://giacintocerone.wordpress.com)

Il progetto “Opus & Light”, a cura dello STUDIO A’87, con cadenza mensile da diciassette anni, prevede interventi di singoli artisti contemporanei nello spazio della chiesetta Madonna del Pozzo, a Porta Monterone, ingresso sud della Città medievale di Spoleto. Installazioni di opere a confronto con la specificità del luogo, impreziosito da un ciclo di affreschi che racchiude in sé un intero secolo della storia della pittura italiana (1493 – 1600 ). “Energia vitale dell’acqua sorgente del Pozzo ed energia misteriosa dell’Arte, alimentate dalla Luce divina ed eterna, opera dell’Altissimo, verticalità che unisce materia e spirito… una tenue luce rende tutto visibile a viaggiatori e passanti, giorno e notte”.

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