Per la Corte d'Appello di Firenze l'istanza è "inammissibile", non ci sono prove idonee a rovesciare i risultati probatori già acquisiti | Il carabiniere fu ucciso il 30 gennaio 2006 durante una sparatoria in una banca di Umberitde
La Corte d’Appello di Firenze ha dichiarato “inammissibile” l’istanza di Pietro Pala – uno dei due uomini condannati all’ergastolo per l’omicidio del carabiniere Donato Fezzuoglio – che aveva chiesto la revisione del processo 18 anni dopo la tragica rapina alla filiale del Monte dei Paschi di via Andreani, ad Umbertide.
I giudici hanno infatti ritenuto che non ci siano nuove prove idonee a rovesciare i risultati probatori già acquisiti. In aula era presente la vedova di Fezzuoglio Emanuela Becchetti, costituitasi parte civile con gli altri familiari e lo stesso Comune di Umbertide.
Gli avvocati Nicola di Mario, Giancarlo Viti, Vittorio Betti e Stefania Bagnini – difensori delle parti civili – hanno sottolineato in una dichiarazione all’Ansa, che “le sentenze di primo e secondo grado sono risultate fondate su argomenti di solida e insperata capacità dimostrativa. Gli elementi addotti a sostegno dell’istanza di revisione non sono risultati idonei a incidere sul complesso probatorio, completo e puntuale”.
Pala – condannato assieme a Raffaele Arzu (che quel 30 gennaio 2006 era a capo del commando che assaltò la banca) – è attualmente detenuto nel carcere di Sassari e si è sempre dichiarato innocente fin dal giorno dell’arresto. Il suo legale Gabriele Magno, presidente ‘Associazione nazionale vittime di errori giudiziari’, aveva annunciato di avere elementi per dimostrare l’estraneità ai fatti del suo assistito, aggiungendo che Pala e Arzu, addirittura, non si sarebbero ”mai visti né conosciuti”.