Si chiude dopo quasi 19 anni la vicenda giudiziaria riguardante l’omicidio di Donato Fezzuoglio. La Corte di Cassazione ha infatti respinto il ricorso presentato da Pietro Pala – dichiarato “inammissibile” – confermando definitivamente la sua condanna all’ergastolo per l’omicidio del carabiniere, ucciso il 30 gennaio 2006 durante una rapina ad Umbertide.
La decisione dei giudici arriva dopo che la Corte d’appello di Firenze aveva già rigettato la richiesta di revisione del processo, ritenendo che non fossero state presentate prove sufficienti a mettere in dubbio il quadro accusatorio. “Questo epilogo chiude una tragica vicenda giudiziaria che ha privato una famiglia del proprio caro e l’Arma di un servitore dello Stato” hanno dichiarato i legali della famiglia Fezzuoglio Nicola di Mario e Giancarlo Viti.
Donato Fezzuoglio, che non aveva ancora compiuto 30 anni, morì in uno scontro a fuoco con un commando di rapinatori che aveva appena preso d’assalto la filiale del Monte dei Paschi di Siena in via Andreani. I malviventi, armati di kalashnikov, avevano sfondato la vetrata della banca con un fuoristrada. Secondo le ricostruzioni processuali, Pietro Pala era a bordo di un’altra auto, una Lancia Thema, da cui partì il colpo mortale che colpì proprio Fezzuoglio alla testa. A inchiodare l’allevatore sardo, all’epoca residente a Corciano, sono state alcune testimonianze e intercettazioni ambientali e il ritrovamento di un bossolo di AK-47 ritrovato nella sua vettura.
Nel corso dei processi di primo e secondo grado, era emerso come Pala avesse anche confidato in carcere, ad un compagno di cella, di essere stato lui ad uccidere il carabiniere. Nonostante l’insistenza sulla propria innocenza, i giudici hanno considerato queste prove inconfutabili. La difesa di Pala ha tentato di riaprire il caso sostenendo l’assenza di elementi certi – ma la Cassazione ha giudicato il ricorso infondato e privo di nuove evidenze idonee a modificare le sentenze precedenti.