Enrico Melasecche (*)
Non si individua una Punto Fiat di famiglia, fra le cento auto indenni parcheggiate in Via Vannucci, adoperata da lui quotidianamente, bloccando con
schiuma di poliuretano espanso il tubo di scappamento, lo sportellino per il rifornimento di benzina, tutta la portiera lato guidatore, estraendo anche il
cilindro della serratura, ma non asportando proprio nulla, perché da una povera auto nulla c’era da rubare. La denuncia ai Carabinieri è chiara. D’altronde fosse stata una Porsche o un suv di prestigio, di quelli con cui girano certi assessori, forse i malviventi qualcosa avrebbero potuto trovare, ma qui l’intento era palesemente diverso, un avvertimento di quelli che altrove non si possono ignorare, come le gomme dell’auto tranciate ad un giornalista scomodo o come tentativi fin troppo scoperti di creare “macchine del fango” contro qualche intelligenza libera da condizionamenti.
Michele aveva avuto segni di insofferenza, per non dire altro, da parte di alcuni soggetti durante i suoi ormai famosi “safari fotografici” per difendere in questo caso la Passeggiata dall’invasione politico mangereccia iniziata a metà agosto ed in via di smantellamento in queste ore e mi aveva manifestato subito la sua preoccupazione. L’ultimo episodio, recentissimo, quello relativo alla autorizzazione data dalla Soprintendenza, vergognosamente a sanatoria, per coloro che avevano coperto con una pesante struttura metallica, una antica grande aiuola, non più verde, solo perché abbandonata miseramente dal Comune.
Non esistono prove ad oggi né di esecutori né di mandanti, ma il clima contro coloro che hanno il coraggio di fare opposizione portando alla luce l’evidenza di fatti e chiedendo anche qui a Terni il rispetto della legalità è diventato pesante. Battutacce, avvertimenti grevi ed oggi si passa alle mani.Si preferisce una sorte di opposizione morbida, possibilmente ammiccante. Si è sempre parlato a Terni di democrazia e di rispetto per le idee altrui. Abbiamo toccato con mano che spesso si tratta di pura declamazione di principi cui non si crede. Spesso, molto spesso, prevalgono interessi di parte, persino personali e
familiari molto concreti, che si pretende di esercitare con arroganza, anche molta, prescindendo dalla legge e da regole, che la politicainnanzitutto dovrebbe sempre osservare.
La stima e la solidarietà, umana, prima ancora che politica a chi come Michele ha sempre svolto con grande senso civico il proprio ruolo, con coraggio ed abnegazione, a difesa di Villa Palma che sta crollando e su tanti temi che lo appassionano, come la difesa della cultura nelle sue forme più varie, come quella sua creatura – l’appuntamento annuale sotto la Cascata per ricordare Sergio Endrigo – sulla cui mancata realizzazione questa estate occorrerebbe che tutti riflettesseroperché a Terni, se non sei irreggimentato nel cerchio di chi gestisce la città diventa difficile, talvoltaimpossibile, fare impresa, esercitare qualsiasi attività, anche culturale o ambire ad un posto di lavoro nella pubblica amministrazione locale o nelle organizzazioni ad essa strettamente collegate.
Questi atti non faranno di certo retrocedere di un passo coloro che hanno a cuore la libertà di esprimere liberamente le proprie idee ed esercitare anche a Terni i propri diritti di cittadino. Anzi, confermano vieppiù una situazione particolarmente pesante per cui chiediamo a tutti coloro che hanno realmente a cuore la democrazia, ma anche agli organi a ciò preposti di svolgere serenamente ma con imparzialità e rigore il proprio dovere. Una delegazione di cittadini ha chiesto di essere ricevuta dal Prefetto di Terni per dimostrare, documenti alla mano, quanto sia difficile oggi nella nostra città, essere sereni e poter credere nella legalità e nella imparzialità della pubblica amministrazione.
(*) capogruppo Udc