Sulla carta, almeno a leggere il decreto del Ministero dell’Interno numero 1546 dell’11 aprile 2017, a Norcia esiste un distaccamento permanente dei vigili del fuoco, con una dotazione di 16 pompieri fissi, di cui 4 caposquadra. Peccato, però, che a tale provvedimento firmato dall’ex ministro Marco Minniti non è stata data in seguito alcuna concretezza. E così a Norcia risulta esserci un distaccamento di volontari, così come è dal 1974 (e senza mai in realtà che ci siano stati problemi, tutt’altro). Lo conferma ufficialmente la direzione regionale dei vigili del fuoco dell’Umbria, attraverso il proprio sito internet, e lo confermano ufficiosamente anche gli organismi superiori.
Attualmente, però, nella città di San Benedetto – nella nuova sede operativa provvisoria inaugurata un anno fa in viale della Stazione – operano distaccati durante il giorno i vigili del fuoco dei comandi provinciali di Perugia e Terni, impegnati anche nelle attività post sisma in questa fase ancora di stato di emergenza. La notte, quando loro se ne vanno, a presidiare il territorio e ad intervenire in caso di necessità, ci sono i volontari, come hanno sempre fatto anche prima dell’ultimo sisma. Erano in 15, divisi su 3 squadre operative, ad esempio la notte del 24 agosto 2016. Ed attualmente sono 13, quasi tutti giovani, mentre una ventina hanno appena fatto la visita medica necessaria per partecipare al corso per vigili del fuoco volontari a cui prenderanno parte a breve.
Si inserisce in questo contesto la delibera della Giunta comunale di Norcia datata 12 dicembre 2018 – con oggetto “Eventi sismici del 24 agosto e successivi. Presa d’atto istituzione distaccamento permanente dei Vigili del Fuoco. Richiesta di completa operatività nel territorio dell’Alta Valnerina” – resa nota dalla stessa amministrazione comunale nella giornata di mercoledì, in cui però si ingenera in qualche modo confusione sulla situazione. Un atto politico, visto che il Comune non ha alcuna competenza né potere sulle scelte relative al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, attraverso il quale di fatto si sollecitano gli enti competenti a dare concretezza all’istituzione di un distaccamento permanente.
La realtà, in sostanza, è che appunto ai proclami ufficiali del progetto, in periodo di campana elettorale, non sono poi seguiti i fatti ed il famoso decreto ministeriale dell’11 aprile 2017 è, per vari motivi, rimasto lettera morta. Ma ora il Comune di Norcia cerca di spingere affinché si riprenda l’iter avviato e la città di San Benedetto sia dotata di personale fisso. Tra le motivazioni a suo sostegno, la Giunta comunale ipotizza che “con l’imminente avvio della ricostruzione anche l’area della Valnerina farà parte di quello che è stato definito ‘il più grande cantiere d’Europa’ con un aumento del rischio per quanto riguarda la sicurezza dei luoghi di lavoro pubblici e privati e il tempestivo intervento in caso di incidenti”. Ed ancora: “un evento fortemente traumatico come un terremoto comporta delle modifiche permanenti alle realtà locali che è impossibile affrontare tramite una sola riproposizione della situazione antecedente all’evento; pertanto, in seguito agli eventi sismici del 2016, è emersa la necessità di istituire un distaccamento permanente dei Vigili del fuoco tenendo conto della natura dei luoghi, degli effetti causati dal terremoto nell’assetto urbanistico del territorio, della distanza dalle altre sedi di servizio con l’obiettivo di potenziare il livello di sicurezza e del soccorso pubblico con una struttura moderna e un organico stabile a presidio di tutta l’Alta Valnerina”.
Ed anche se nella stessa delibera di Giunta (clicca qui per scaricare il documento integrale) si elogia l’operato dei vigili del fuoco volontari, le parole di questo atto hanno fatto storcere il naso a diversi abitanti della città di San Benedetto, come se finora fosse garantita in modo minore la sicurezza nel territorio.
Loro, i volontari, continuano invece a manifestare la piena disponibilità a continuare a fare quello che fanno sempre, senza alcuna esitazione. Si sono riuniti anche di recente, per confrontarsi sull’attuale situazione confusionaria, e quello che chiedono è principalmente chiarezza, di capire cosa sta accadendo e cosa è in programma per il distaccamento. “Nonostante tutti i sacrifici fatti negli anni ed in questo periodo – fanno sapere – continuiamo a garantire la nostra piena disponibilità, finché potremo garantiremo il servizio”. D’altronde dal 1974 i tanti vigili del fuoco volontari che si sono susseguiti a Norcia hanno sempre garantito il servizio, senza mai problemi, su interventi di qualsiasi tipo, dal più semplice al più complesso.
Ma al di là delle polemiche e della politica, il problema concreto che bloccherebbe la trasformazione della sede Vvf di Norcia da volontaria a permanente starebbe nell’oggettività dei numeri di intervento e nei costi di realizzazione. In media, prima del terremoto, il distaccamento volontario registrava – secondo quanto ha potuto appurare Tuttoggi – all’incirca 180 interventi all’anno, troppo pochi per giustificare la presenza fissa di personale che come minimo deve essere di 20 unità per garantire 4 turni da almeno 5 persone. E per lo stesso ministero dell’Interno ci sarebbero dubbi sulla sua effettiva necessità in tempi di “normalità”. Nella gestione di emergenze e nelle fasi successive, come si sta vedendo in questi ultimi anni, entrano infatti in campo dinamiche e disposizioni differenti, che nulla hanno a che fare con l’organizzazione territoriale di ‘uso corrente’. Non da minor valenza, nella valutazione dell’insediamento di un Distaccamento di caschi rossi in Valnerina, sono i costi di realizzazione, ingiustificati sulla base dei sopra citati numeri di interventi.
Il timore di diversi nursini – manifestato in queste ore anche sui social network – è che possa avvenire quanto già accaduto nella vicina Visso qualche anno fa, con il distaccamento volontario trasformato in permanente, ma poi chiuso per i troppi pochi interventi e la scarsità di personale disposto a stare sul territorio. Nel frattempo, però, i vigili del fuoco volontari erano pressoché spariti, visto che non erano più necessari. Una situazione a cui si è trovata una soluzione soltanto dopo il terremoto del 2016, con la reintroduzione del distaccamento permanente. Quanto durerà però? E in Valnerina non si rischia di trovarsi in una situazione simile? Allora non sarebbe meglio, viene da pensare, un potenziamento del distaccamento fisso di Spoleto, che operava già prima del sisma in supporto di quello di Norcia in caso di necessità?
(Sara Cipriani – Sara Fratepietro)