I cinghiali presenti sul territorio regionale dell’Umbria, così come avverrà nelle altre regioni, non saranno stimati ma contati attraverso un monitoraggio che utilizzerà anche i droni Predator dell’esercito.
Anche di questo di parlerà della cabina di regia anti peste suina africana (Psa) che si terrà in Prefettura a Perugia con il commissario straordinario Psa Caputo e con il coinvolgimento delle forze dell’ordine.
Un vertice che segue il confronto nella Commissione consiliare regionale presieduta da Valerio Mancini e voluta dal consigliere Manuela Puletti affinché anche le associazioni venatorie e gli Atc siano coinvolti nella stesura di un piano che li vede protagonisti nell’obiettivo di ridurre drasticamente la popolazione dei cinghiali in Umbria (44mila capi da abbattere l’obiettivo del piano regionale in attuazione a quello nazionale).
Incontro nel quale è emersa la disponibilità della Regione ad anticipare al primo ottobre i quattro mesi (uno in più rispetto alla normale attività) di caccia al cinghiale, come chiesto dalle associazioni venatorie, contrarie a protrarre l’attività venatoria al mese di febbraio.
Il commissario straordinario Caputo ha illustrato le azioni di campo che si stanno predisponendo per dare attuazione al piano di contenimento della Psa. Tra le azioni, Caputo ha ricordato la normalizzazione della filiera della carne di cinghiale. E la volontà di passare dalla stima della popolazione della specie cinghiale da sottoporre a controllo alla conta numerica attraverso le azioni di dronaggio con le forze armate, che stanno aiutando il commissario ad una definizione precisa dei capi presenti.
Il commissario Caputo ha poi ricordato che l’attività venatoria sulla specie cinghiale viene ampliata a quattro mesi. Su come distribuirli nell’arco temporale, c’è disponibilità del commissario e della Regione (che modificherà il Calendario venatorio con una delibera) ad accogliere le osservazioni delle associazioni venatorie, che in Umbria avevano chiesto di anticipare l’avvio della caccia al cinghiale affinché non si protraesse nel mese di settembre.
Queste le azioni con cui l’Umbria cerca di difendersi dalla Psa, fortunatamente ancora non presente nella regione. Chiamata a tutelare soprattutto il distretto di Bettona e quello di Norcia della lavorazione delle carni.