Il lago artificiale è in secca da settimane a causa della siccità e dei lavori di ricostruzione della diga | Tornano alla luce alcune tracce del recente passato, dalle strade ai basamenti delle case, fino ad un vecchio macchinario arrugginito
Un vecchio macchinario a 3 ruote per il lavaggio della sabbia, resti di mura perimetrali e strade sono riemersi in questi giorni di siccità al Lago di Montedoglio, dove le scarsissime precipitazioni di settembre e ottobre hanno portato il livello dell’acqua al suo minimo storico.
In una spettrale atmosfera autunnale il bacino semi-vuoto ha infatti restituito suggestive tracce del recente passato, dove prima, al posto dell’invaso e dell’acqua, c’era il piccolo borgo rurale di Madonnuccia, frazione di Pieve Santo Stefano (Ar), in cui fino agli anni ’90 viveva una comunità di circa 400 persone.
Oggi di quel piccolo paese sono tornati alla luce il profilo della vecchia strada, che passava in mezzo all’abitato, e ciò che rimane dei basamenti di alcune case, ormai spazzate via dall’acqua.
Nel fondale del lago artificiale, in secca ormai da settimane, si è venuto inoltre a creare una sorta di “canyon” alto 2-3 metri dove arriva l’acqua del Fiume Tevere, che rende il paesaggio ancora più surreale grazie anche alla presenza di qualche carcassa di pedalò.
Il livello così basso dell’acqua a Montedoglio è dovuto anche all’intervento di ripristino (tuttora in corso) delle strutture cementizie dello scarico di superficie della diga, crollate nell’ormai lontano 2010. Per eseguire i lavori, infatti, l’invaso deve mantenere l’acqua ad una soglia di sicurezza.
[Foto di Arezzo Meteo]