Mobilità alternativa, associazione "I Cento Comuni" scettica su eventuale uscita in zonaTeatro Nuovo - Tuttoggi.info

Mobilità alternativa, associazione “I Cento Comuni” scettica su eventuale uscita in zonaTeatro Nuovo

Redazione

Mobilità alternativa, associazione “I Cento Comuni” scettica su eventuale uscita in zonaTeatro Nuovo

Ven, 23/12/2011 - 16:14

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di Associazione I Cento Comuni

Venuti a conoscenza del progetto per realizzare un ascensore con uscita zona Bar del Teatro Giancarlo Menotti, il tutto in variante al progetto mobilità alternativa, ci siano proposti di fare alcune considerazioni per sollecitare una discussione sulla opportunità o meno di tale realizzazione.

Valutazione storico-artistica:
Ireneo Aleandri, architetto maceratese, è una delle figure più significanti del Purismo italiano. Sono suoi i progetti quali il ponte di Ariccia, lo Sferisterio di Macerata, la Torre di San Severino Marche e numerose Ville del marchigiano. E’ uno degli architetti più attivi dello Stato Pontificio. Diventa Architetto del Comune di Spoleto dopo il piccolo palazzetto Nicolini realizzato nel Borgo San Gregorio. Avrà l’incarico per la “traversa Nazionale interna” necessaria per attraversare il centro storico di Spoleto. Fu operazione titanica che venne realizzata dopo molti studi già effettuati dall’epoca del dominio francese nella linea di quanto Haussman realizzò a Parigi con i grandi Boulevard. Grandi demolizioni per 6 stralci vennero realizzati con possibilità di recupero volumi con ampliamenti nel retrò verso i giardini ed in altezza. Lo stralcio di Via S.Andrea permise trovare un’area per la costruzione del Teatro, detto Nuovo per distinguerlo dal vecchio “Teatro dei Nobili” in piazza Duomo. Periodo di grande attività culturale e città di grande prestigio, ha fatto sì di edificare uno dei più importanti Teatri del Centro Italia raccogliendo lo stile Purista del grande Aleandri. Da un lato lungo via Vaita S.Andrea con marcapiani e finestrature di grande espressione neoclassica, mentre sul fronte una facciata che ha forti similitudini con lo Sferisterio. Il Foyer ed il teatro hanno un impianto classico notevole, successivo l’intervento di Bazzani, l’architetto della Galleria di Arte Moderna (1910) per realizzare la sala XVII settembre, esempio di eclettismo novecentesco ingentilito da espressioni floreali.

Questa Amministrazione immagina di utilizzare il Bar o il Foyer, come uscita della scala mobile del percorso mobilità alternativa. Noi crediamo si debbano necessariamente valutare alcune considerazioni in merito a tale scelta. Considerazioni che non possono prescindere anche da una relazione di fattibilità o meno da parte della Soprintendenza Regionale dei Beni Culturali. Riteniamo difficile accettare il connubio per la funzione di una “stazione” del percorso meccanizzato con quella di Teatro. Sono state fatte, oltre alle valutazioni di impatto ambientale storico artistico, quelle sotto il profilo dell’acustica e dell’eventuale incidenza del rumore di persone che transitano o sostano ( e dell’impianto stesso), durante lo svolgersi delle attività del Teatro?

Il Teatro Nuovo Giancarlo Menotti è uno dei più famosi del Mondo. Merita uno studio per una proposta alternativa? Per esempio una potrebbe essere quella di far uscire la scala mobile presso Il Palazzo Carispo di Via Brignone e lo “slargo” vicino. Ci sono le volumetrie sufficienti e anche maggiori interessi di pubblica utilità nonchè di un maggior interessante sviluppo economico dell’area. Noi diremmo di parlarne. Anzi l a metteremmo proprio come pretesa, quella di aprire un confronto con la città in modo da evitare la mortificazione di un importante monumento di particolare importanza nazionale ed internazionale.

L’ipotesi o la “scusa” di avere un ammortamento di costi per la realizzazione delle barriere architettoniche nella sala XVII settembre ci sembra un pò “ pretestuosa”. Credo si possano tranquillamente valutare altre soluzioni meno rovinose. Certo è, che vedendo tutte le “opere” realizzate o in via di realizzazione in questa città, abbiamo la sensazione che ci sia un “progetto Blasfemo” per far diventare Spoleto qualcosa di diverso. Il tutto, purtroppo, è già in fase molto avanzata.

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