di Alessandro Campana
Febbraio 2012, con molta probabilità, nella memoria degli italiani verrà ricordato come uno dei mesi più rigidi degli ultimi 120 anni, meritando un posto d'onore accanto agli ormai storici inverni del 1929, del 1956 e del 1985.
Le eccezionali nevicate dell'Appennino emiliano e romagnolo (fino a 3 metri nei comuni collinari e montani), i -20° C raggiunti nella pianura padana occidentale, la laguna veneta quasi completamente ghiacciata, l'abbondante nevicata di Roma, sono soltanto alcuni dei principali e straordinari avvenimenti vissuti finora, a cui ne seguiranno certamente degli altri, visto il nuovo e severo peggioramento atmosferico atteso nel fine settimana, non dissimile da quello di 7 giorni fa.
L'Umbria, pur trovandosi ai margini delle zone maggiormente colpite, ha vissuto dei giorni molto critici per i disagi legati alle abbondanti nevicate in tutta la dorsale appenninica, che a fasi alterne hanno raggiunto anche i principali centri urbani della regione, pur senza far registrare accumuli rilevanti, (30 cm a Citt‡ della Pieve, 15-20 cm nel centro storico di Perugia, 15 cm a Città di Castello, 5-10 cm a Spoleto, Terni ed Orvieto, 5 cm a Todi, soltanto una spolverata a Foligno ed Assisisi e nelle zone basse di Perugia).
L'emergenza più critica è stata ed è tuttora quella che si vive a nord di Città di Castello, con più di due metri di neve nei pressi del valico montano di Bocca Serriola e in tutti i rilievi circostanti, dove numerosi piccoli centri abitati sono rimasti isolati per più giorni, raggiunti soltanto nelle ultime ore grazie ai mezzi cingolati. Nella giornata odierna sarebbe previsto anche l'intervento di un elicottero, per cercare di portare aiuto alle abitazioni non ancora raggiungibili da terra, in vista della nuova fase di maltempo.
Poco più a sud, l'Eugubino-Gualdese e la zona di Fossato di Vico hanno fatto registrare accumuli prossimi al metro anche nel fondovalle (110 cm caduti nel centro urbano di Gualdo Tadino e circa 50 cm in quello di Gubbio), quantitativi rari ma non eccezionali, per il momento minori a quelli dei nervosissimi inverni del 2005 e del 1994.
Stesso dicasi per i restanti settori appenninici, con i Monti Sibillini che oltre i 1000 metri di quota vedono un manto nevoso medio di 100-150 cm, con circa 70-80 cm nel fondovalle di Visso. Meno colpiti i settori di Norcia e Cascia.
Più ad ovest, particolarmente interessate da abbondanti nevicate sono state le colline Pievesi, quelle dell'orvietano ed in generale i rilievi dell'Umbria meridionale, fino alle porte di Spoleto, con circa 50 cm caduti a 500 metri di quota, con punte di 80 cm a 800-1000 metri di quota. Poco o nulla altrove, con la parte pianeggiante del perugino, Spello, Foligno e la zona del Lago Trasimeno quasi sempre al riparo dalle nevicate.
Le temperature, precipitate dallo scorso venerdì di circa 10 gradi al di sotto delle medie, sono rimaste al di sotto dello zero su tutta la regione per circa 72 ore consecutive, anche durante le ore centrali della giornata, risalendo leggermente sopra lo zero soltanto martedÏ 8 febbraio.
In ogni caso, siamo al momento lontanissimi dai valori record del 1985 (-22°C a Città di Castello, -18°C a Spoleto e Perugia), grazie soprattutto alla costante presenza di vento e nuvolosità, che hanno impedito la discesa delle temperature durante la notte. Nonostante ciò, il Lago Trasimeno è iniziato a gelare lungo le coste, regalandoci uno spettacolo inusuale e affascinante.
Ma cosa ci attende nelle prossime ore?
Le previsioni non sono certo incoraggianti, specie per quei settori già duramente colpiti da abbondanti nevicate ed ancora in piena emergenza. Sin dalla prossima notte, infatti, un nuovo impulso di aria gelida proveniente dall'Europa continentale, raggiungerà l'Italia centrale, causando un nuovo brusco abbassamento delle temperature e forti bufere di neve lungo l'intera dorsale appenninica. In questa fase non si escludono brevi, ma intense nevicate nelle zone pedemontane dell'Alta Valle del Tevere, della valle Umbra ed in generale in tutta l'Umbria meridionale. Ad una breve attenuazione delle precipitazioni nella prima parte di venerdì 10 febbraio (quando insisteranno comunque le bufere di neve in Appennino), seguirà un generale peggioramento atmosferico su tutta l'Umbria, con nevicate che interesseranno in maniera diffusa l'intero territorio regionale, insistendo fino alla mattinata di domenica 12 febbraio. Con molta probabilità si imbiancheranno di nuovo tutti i principali centri urbani della regione con accumuli che varieranno tra i 5-10 cm ed i 30 cm. La neve cadrà ancora molto abbondante in Appennino, con oltre 100 centimetri di nuovo manto nevoso, che si aggiungeranno a quelli già al suolo, aggravando una situazione estremamente critica. In questa fase, le temperature, sia minime che massime, rimarranno ovunque al di sotto degli 0°C, mentre i venti si manterranno moderati settentrionali, con dei rinforzi sui rilievi.
In seguito, a partire dal pomeriggio-sera di domenica 12 ed in maniera più decisa nella giornata di lunedì 13 febbraio, si avrà un generale miglioramento atmosferico, con temperature massime che torneranno a risalire in maniera apprezzabile solo da martedì 14 febbraio, quando però, grazie alla serenità del cielo si potranno registrare valori minimi molto al di sotto dello zero.
Gettando lo sguardo più avanti, possiamo già affermare con una certa sicurezza che questa fase di maltempo non sarà l'ultima che interesserà la nostra regione. A partire da mercoledì 15 febbraio, infatti, una nuova irruzione di aria artico-marittima potrebbe interessare le regioni centrali italiane, con nuove nevicate fino a quote di bassa collina. Vista l'elevata distanza temporale, questa previsione andrà confermata nei prossimi giorni.
Per tutti gli aggiornamenti, le news sulle nevicate e le previsioni dettagliate, vi invitiamo a visitare umbriameteo.com e meteoappennino.com (qui troverete i bollettini per le zone montane) con possibilità di seguire l'evoluzione in diretta anche grazie alle numerose webcam installate sul territorio regionale e nazionale.
rubrica a cura di Umbriameteo
