Cna chiede alla Regione azioni per abbattere il costo del denaro, Fioroni annuncia tra giugno e luglio le nuove misure
Meno imprese (-3,2%) nel manifatturiero in Umbria negli ultimi quattro anni. Ma più strutturate e con un maggior numero di addetti (+5%). A fotografare i cambiamenti in atto nella manifattura umbra è l’indagine che Cna ha commissionato al Centro studi Sintesi, presentata da Francesca Tasselli, responsabile regionale della Comunicazione Cna.
Un cambiamento che si evidenzia anche nella tipologia di imprese: calano quelle micro (-4,2%), ma aumentano quelle di medie e grandi dimensioni (+12%). Anche se quasi il 55% degli occupati è ancora assicurato dalle micro e piccole imprese.
Ma soprattutto, cresce il peso del manifatturiero nell’economia regionale: nel 2023 è il settore che ha assicurato il 22,2% del valore aggiunto. Garantendo un’occupazione di qualità e stabile, ha sottolineato Giampaolo Cicioni, presidente Cna Produzione Umbria.
Il report sul comparto della manifattura, presentato da Francesca Tasselli, responsabile regionale della Comunicazione CNA, oltre all’ottimo dato sulla crescita dimensionale delle imprese già evidenziato nella precedente ricerca realizzata con Sintesi, è entrato più nel dettaglio del settore.
I numeri del manifatturiero
Il maggior numero di imprese manifatturiere si concentra nella meccanica/lavorazione dei metalli. Infatti, su un totale di 7.760 imprese, ben 1872 sono imprese meccaniche. Le imprese del sistema moda, invece, sono quelle caratterizzate dal maggior tasso di natalità: infatti, soltanto nel 2023 le neo imprese in questo settore sono state ben 60 su un totale di 180. Anche per quanto riguarda gli occupati, gli aumenti maggiori si registrano nella meccanica (1.707 su un totale di 3.310 occupati della manifattura). Nel complesso – continua Tasselli – nella manifattura il 55% della forza lavoro è occupata dalle micro e piccole imprese (38mila addetti su un totale di circa 70mila). Quello manifatturiero è anche il comparto con la minore incidenza di imprese individuali, che infatti rappresentano il 43% del totale rispetto a una media regionale del 65%. Nettamente superiore anche la dimensione media delle imprese manifatturiere, che è di 9,5 addetti contro una media regionale di 3,7. Consistente, infine, la quota di valore aggiunto garantita dal comparto, pari al 22%.
Verso Industria 5.0
Un settore che per strutturarsi ancora, e soprattutto per aumentare la propria competitività, guarda al pacchetto statale Industria 5.0 (che ora finanzia anche gli investimenti di efficientamento energetico oltre a quelli per la transizione digitale). Per il quale si attendono i decreti attuativi, ha spiegato l’esperto dei servizi innovativi Cna, Paola Sorbi.
Poiché lo strumento prevede che le imprese anticipino l’intero costo dell’investimento, sul quale poi chiederanno il credito d’imposta, il responsabile di Cna Produzione, Francesco Vestrelli, ha chiesto all’assessore regionale allo Sviluppo economico Michele Fioroni, che ha partecipato alla presentazione dello studio, misure regionali che aiutino le imprese ad abbattere i costi della garanzia e i costi d’interesse.
L’assessore ha spiegato che la logica della Regione è quella di integrare le misure statali. E pr questo si interverrà non solo per aiutare le imprese che investono ad abbattere i costi di interesse, ma anche per favorire l’accesso al credito.
Le misure, ha annunciato, sono previste per giugno – luglio. Con la priorità di andare a scorrimento delle graduatorie per coloro che non hanno avuto accesso agli aiuti.
(a seguire servizio completo)