Martedì 7 ottobre, durante una lezione di diritto internazionale presso il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Perugia, è stato proiettato agli studenti un meme di dileggio nei confronti del Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli esteri, Antonio Tajani, da parte della Professoressa. Lo segnala Forza Italia Giovani Umbria, che anticipa di aver “scritto via pec al Magnifico Rettore dell’Università degli studi di Perugia, Maurizio Oliviero, con in copia il Ministro dell’Università, Annamaria Bernini, segnalando quanto successo e chiedendo all’Università di farsi promotrice di una chiarimento pubblico sull’accaduto e chiedendo, inoltre, le scuse della Professoressa”.
“Come FI Giovani Umbria – aggiunge la nota – crediamo che sia fondamentale tutelare sempre la libertà di insegnamento e la libertà di espressione di chiunque, ma allo stesso tempo quanto accaduto è l’ennesima dimostrazione che nelle Università c’è troppo spesso un clima di dileggio nei confronti di personaggi politici e istituzionali, in particolare che fanno riferimento ad una determinata area politica. Noi chiediamo a chi insegna, a chi fa ricerca, a chi lavora nelle Università, nelle Scuole superiori e in tutti i luoghi in cui si fa formazione di astenersi dal lanciare messaggi politici durante lo svolgimento delle proprie funzioni pubbliche. Non è accettabile che una Professoressa mostri dalla propria posizione di forza agli studenti un meme sul Ministro Tajani a lezione in un’Università pubblica”.
Noi non crediamo che i Professori debbano manifestare atti di fede nei confronti di una parte politica durante le lezioni. E in questo specifico caso crediamo che la Professoressa in questione, visto che insegna diritto internazionale, spieghi ai ragazzi le ragioni di quella frase pronunciata dal Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli esteri perché le sue parole non vanno lette come un rigetto del diritto, ma come il riconoscimento di un dato di realtà. Il diritto internazionale, infatti, si fonda sul principio di reciprocità tra Stati e, in assenza di un’autorità sovrana che ne garantisca l’applicazione, rimane per sua natura anorganico, con inevitabili vuoti di effettività. Sarebbe interessante approfondire questo concetto a lezione, anche con le dovute diversità di vedute dalle quali magari ne scaturisce un dibattito costruttivo nel merito, scevro da appartenenze politiche, piuttosto che liquidare il tutto con un irrispettoso meme.
Il nostro appello: lasciamo la libertà ai ragazzi di crearsi un proprio pensiero critico, di farsi un’idea in autonomia. Gli studenti non hanno bisogno di essere imbeccati ideologicamente, né tanto meno hanno bisogno di professori che testimoniano in aula atti di fedeltà politica.