Il procuratore generale Sergio Sottani torna nella sua Perugia e parla delle criticità del sistema giudiziario in Umbria
Migliorare le criticità logistiche, accelerare i processi, garantire l’assoluta trasparenza della magistratura. Queste le tre priorità con cui Sergio Sottani torna nella sua Perugia come procuratore generale. Un ritorno a lui gradito, non solo perché perugino, ma perché in Umbria ha già lavorato.
Non annuncia obiettivi, il nuovo procuratore generale di Perugia. “Perché il lavoro deve essere di questa“, premette. Comprendendo, nella squadra, anche l’avvocatura, con la quale il dialogo deve essere “inevitabile e indispensabile“.
Le criticità logistiche
Indica però le criticità. Che inizierà a studiare attentamente, per cercare di risolverle. A cominciare da quelle logistiche. “Il Covid ha mostrato difficoltà negli uffici giudiziari” ricorda Sottani. Che però evidenzia anche come abbia mostrato delle soluzioni rispetto all’utilizzo delle tecnologie informatiche. Perché la presenza delle persone è indispensabile nei processi, mentre gli atti dovranno circolare il più possibile in via telematica.
A Perugia seguirà il progetto della cittadella giudiziaria all’ex carcere. Progetto di cui si parla da vent’anni, ma che ora potrebbe finalmente tradursi in realtà con il via libera del Ministero della Giustizia. Sottani visiterà poi, appena possibile, le sedi di Terni e Spoleto, per comprendere la situazione.
Giusto processo e questione morale
C’è poi l’aspetto dei principi del giusto processo da attuare. A cominciare dai tempi: “Evitare il più possibile le prescrizioni” è l’imperativo.
Sottani affronta anche il tema della questione morale in Magistratura. Più che mai d’attualità in questo periodo. Perché la ristrutturazione del sistema giustizia, spiega, non può prescindere “dall’assoluta trasparenza” dei magistrati. Per “dare un’immagine di credibilità“, anche comunicando correttamente “la giustizia“.