“Portare le istanze del mondo operaio e del lavoro all’interno del Consiglio comunale“. Questo è l’obiettivo che il Partito comunista si pone con l’elezione a presidente della Regione Umbria di Rossano Rubicondi, operaio marscianese, protagonista di tante vertenze in Umbria come funzionario della Cgil, incarico che ha recentemente lasciato in disaccordo sulla posizione assunta dal sindacato (al quale è rimasto iscritto, dopo aver ripreso il suo posto in fabbrica) nella vicenda sulla Sanitopoli perugina.
Emergenza lavoro
Lavoro, lavoro e lavoro. Il lavoro è la parola d’ordine del candidato Rubicondi. Nelle sue varie declinazioni, rispetto alla situazione umbra. Il lavoro che non c’è, innanzi tutto. Con la critica alla gestione dei fondi comunitari per come sono stati finora utilizzati per le politiche attive del lavoro, con risultati ritenuti insoddisfacenti. “Basta contributi a pioggia alle imprese” attacca il candidato comunista.
Ma anche la qualità del lavoro, dal punto di vista della regolarità contrattuale e salariale, delle sicurezza nei luoghi di lavoro. Un tema su cui Rubicondi prende le distanze dal Pd e dal candidato che ha deciso di appoggiare, Andrea Fora (“scelto perché sono impresentabili“, attacca), che anche come ex dirigente di Confcooperative ha deciso di stare dalla parte dei “padroni” e non dei lavoratori.
La ricostruzione
E poi un pensiero alle popolazioni terremotate: “Se ogni politico che in questi anni ha fatto la passerella in Valnerina avesse portato via una pietra non ci sarebbero più macerie“, dice Rubicondi. Che per questo ha deciso che non andrà a fare campagna elettorale in Valnerina, anche se la ricostruzione è tra i punti principali del suo programma.
Il sostegno del compagno Rizzo
A lanciare la candidatura di Rossano Rubicondi è arrivato a Perugia il leader nazionale del Partito comunista, Marco Rizzo. “E’ la prima volta che il Partito comunista si presenta alle regionali in Umbria. E lo farà senza alleanze, con una lista di soli lavoratori e studenti” annuncia. Che confida nel risultato umbro per mandare al resto del Paese il segnale che il messaggio comunista non è ancora morto. Ma non parlategli di governo giallorosso a proposito dell’esecutivo Conte-bis: il Pd è il partito “che ha tolto i diritti ai lavoratori votando il Jobs Act”; il Movimento 5 stelle è quello che si muove in maniera disinvolta a destra e a sinistra: “Franza o Spagna purché se magna“.
“Ecco perché sono comunista”
Rossano Rubicondi prova a tenere alta la bandiera falce e martello che Rizzo gli affida in Umbria: “Oggi – spiega – il messaggio comunista è sempre più attuale, in una società dove c’è chi è sempre più ricco, ma c’è anche più povertà“. Una forbice che sta aumentando anche in Umbria. E allora, altro che anacronismo, nel sentirsi e nel professarsi, oggi, comunista.