“L’ispettore generale” di Gogol apre la Stagione di Prosa - Tuttoggi.info

“L’ispettore generale” di Gogol apre la Stagione di Prosa

Redazione

“L’ispettore generale” di Gogol apre la Stagione di Prosa

Incontro pubblico con il regista Damiano Michieletto giovedì 13 novembre (ore 17) a Palazzo Mauri
Mar, 11/11/2014 - 09:06

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Arriva in anteprima al Teatro Nuovo di Spoleto, sabato 15 novembre, alle ore 21, la nuova produzione del Teatro Stabile dell’Umbria, “L’ispettore generale” di Nikolaj Vasil’evič Gogol’, con la regia di Damiano Michieletto. Lo spettacolo è interpretato da Alessandro Albertin, Luca Altavilla, Alberto Fasoli, Emanuele Fortunati, Michele Maccagno, Fabrizio Matteini, Eleonora Panizzo, Silvia Paoli, Pietro Pilla, Giacomo Rossetto e Stefano Scandaletti

Regista ormai affermato nel panorama della lirica internazionale Michieletto torna alla prosa per raccontare una storia ambientata in una provincia di un indeterminato paese dell’est. Un luogo dove la sfera pubblica e privata si confondono e si contaminano, un luogo che rivela il tono gretto e di questa umanità. Un luogo reale e immaginario allo stesso tempo, in grado di creare una visione graffiante per il pubblico di oggi.

“Guarda queste banconote, sono tutte sporche! È una battuta detta dal presunto ispettore generale dopo aver ricevuto i soldi con i quali tutti cercano di corromperlo. Questi soldi sono sporchi: unti di grasso, di terra… forse accartocciati e logori. In un grande testo – spiega il regista – si accede spesso tramite un piccolo dettaglio, come una piccola chiave che può iniziare a far cigolare un grande portone. Questa battuta è stata un indizio per aprire la mia immaginazione sui personaggi di Gogol. Chi può avere delle banconote unte?…. Gente che, forse, un po’ sporca lo è… probabilmente non si lavano molto. I personaggi infatti vengono spesso descritti attraverso i loro odori: puzzano di cavolo, di tabacco, e di vodka… È una storia che puzza di alcool e di gente ubriaca. L’alcool diventa quasi un concetto che perdura nei cinque atti: usato per calmare la paura, per comunicare la propria virilità, per festeggiare e far baldoria, per annegare la propria depressione. Del resto, qual è la prima cosa che il Sindaco e la sua combriccola fanno nell’accogliere il presunto Ispettore? Lo fanno bere, lo ubriacano. Non ci sono regole, non ci sono leggi, la violenza è dietro l’angolo, mascherata spesso da bonarietà. Un’umanità gretta e sporca, compressa nella paura per quattro atti e pronta ad esplodere nel finale in una catartica liberazione, raccontata come un’aspirazione al lusso, al divertimento facile, ad un altrove forse ancora più gretto e meschino della loro realtà.”

In occasione dello spettacolo a Spoleto Damiano Michieletto, incontra il pubblico giovedì 13 novembre, alle 17, presso la Biblioteca Giuseppe Carducci a Palazzo Mauri. L’iniziativa è coordinata dall’Assessore alla Cultura Gianni Quaranta.

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