“Sono femminista grazie all’islam”.
Sono state tre ragazze tra i 18 e i 25 anni a raccontare il loro islam nel corso della giornata marocchina del Festival Popoli e Religioni, sfatando i luoghi comuni sul Corano, a cominciare da quello che vuole la donna sottomessa, reclusa e ridotta al silenzio.
Le giovani, membri della sezione perugina dell’associazione Giovani mussulmani d’Italia, mercoledì hanno organizzato in collaborazione con l’organizzazione del Festival una giornata per presentare e far vivere in prima persona usi e costumi della cultura marocchina attraverso stand, visione di film e corti e una conviviale con musica araba e piatti tipici. Un momento di incontro e confronto, dove il pubblico ha potuto scoprire e conoscere, chiedere e vivere direttamente l’atmosfera del Marocco, oltre che vedere il film in concorso Ameluk di Mimmo Mancini, presentato dallo stesso Mancini – anche protagonista del film – e Roberto Nobile, che interpreta un prete costretto a scegliere un musulmano come Cristo per la via Crucis.
La serata ha rappresentato anche l’occasione per rispondere alle polemiche sulla discoteca araba separata, iniziativa annullata in segno di lutto per i fatti di Parigi ma la cui idea, tra le tante critiche, raccontano gli organizzatori: “era – anche – stata giudicata sessista“.
“Ci hanno detto che vogliamo chiudere le donne in un’altra stanza, rispetto a quella dove ballano gli uomini – ha commentato il direttore artistico Arnaldo Casali -, la cosa curiosa è che questa iniziativa, così come tutto il focus marocchino, è stato organizzato da un gruppo di ragazze, e nemmeno un uomo ha preso parte all’organizzazione. Quindi, in realtà, è esattamente il contrario: semmai sono le donne che cacciano gli uomini”.
“D’altra parte – aggiunge Casali – è piuttosto singolare che trovi sessista e maschilista permettere alle donne di ballare liberamente senza diventare necessariamente un oggetto di desiderio da parte degli uomini”.
“Questi paladini della civiltà occidentale – conclude il direttore artistico del Festival dei Popoli e delle Religioni – ritengono che sia invece un segnale di complementarità dell’uomo e della donna il fatto che nelle nostre discoteche, le ragazze vengono fatte entrare gratis perché attraggano i maschi e messe a ballare su un cubo”.