“Emergenza umanitaria e crisi in Siria e Libano”, questo il tema da approfondire scelto dai Lions Terni per l'incontro di ieri sera che si è tenuto presso l'Hotel Garden di Terni. Ospite d'eccezione è stato il generale Angioni che ha guidato il contingente italiano nella guerra del Libano del 1982 e che ha dato un illuminante quadro della geopolitica moderna in relazione alla crisi siriana.
La preziosa esperienza di Franco Angioni a Beirut è stata corredata dai giornalisti Matteo Bressan e Laura Tangherlini. Il primo è autore del libro “Hezbollah. Tra integrazione politica e lotta armata”, mentre la giornalista di RaiNews ha curato un viaggio inchiesta tra i profughi della Siria dal titolo “Siria in fuga”. L'evento promosso dai Lions Terni, e coordinato dal presidente, l'ing. Gabriele Ghione, come nello spirito Lions aveva l'obiettivo di promuovere iniziative che rafforzino i rapporti internazionali, stimolando la comprensione e la collaborazione delle nazioni.
Lo studio delle questioni del Medio Oriente è materia di grande attualità, ma anche un terreno impervio e pieno di contraddizioni difficilmente comprensibili se non si ha una minima conoscenza geopolitica dei territori. Grazie all'intervento di Matteo Bressan è stata illustrata la complessa natura di Hezbollah, una struttura fortemente gerarchizzata e militarizzata che di fatto ottiene il consenso della cittadinanza attraverso tutti i canali di cui un partito politico può servirsi, dalla propaganda fino all'assistenza sanitaria.
Oltre all'aspetto politico, grazie all'intervento di Laura Tangherlini, è stato toccato anche quello umanitario, con la tragedia dei profughi siriani che, quotidianamente, sono costretti ad attraversare confini per sfuggire ai massacri del conflitto siriano.
Di particolare interesse è stato l'intervento del generale Franco Angioni che ha proposto un parallelo tra la guerra in Afghanistan e quella in Siria. “Dopo l'attacco dell'11 settembre alle Torri Gemelle – ha detto Angioni – gli Usa hanno reagito sull'onda emotiva di una vendetta piuttosto che su un senso di giustizia razionale. La mossa di portare 100mila uomini nel territorio afghano, con le conseguenze catastrofiche che tutti conosciamo, non è stata illuminante da un punto di vista geopolitico.Più logico sarebbe stato aspettare le condizioni favorevoli per catturare Osama Bin Laden. Ma gli Stati Uniti all'epoca presero una decisione unilaterale, coinvolgendo gli 'alleati' nella loro azione di guerra. Per quanto riguarda la crisi siriana – ha continuato il generale – il discorso è diverso, perchè la Russia ha giocato un ruolo fondamentale per fermare l'offensiva americana, dimostrando forse la fine dell'unilateralismo. Questo dimostra che la geopolitica è una scienza fondamentale nei rapporti tra gli stati”.
Lions Terni / “Emergenza umanitaria e crisi in Siria e Libano” / Convegno col generale Angioni
Ven, 27/09/2013 - 20:45