E’ ancora polemica intoro al Libro Bianco della sanità licenziato dalla Regione dell’Umbria e che il Sindaco e magistrato Umberto De Augstinis ha mandato a vagliare non alle Commissioni consiliari competenti ma al fantomatico Comitato di vigilanza dallo stesso creato a novembre scorso.
Dopo la dura presa di posizione di Spoleto popolare e Alleanza civica, arriva a stretto di giro di posta anche l’affondo del partito di Giorgia Meloni che condanna il metodo di De Augustinis: “Un uomo solo al comando circondato da soli 9 consiglieri che stanno svendendo la città a suon di proclami e slogan elettorali” scrivono i consiglieri Di Cintio, Polinori e Santirosi “
È di questi giorni la notizia che il Libro Bianco del redigendo piano sanitario regionale verrà discusso non all’interno di una contesto politico eletto dai cittadini o all’interno della commissione preposta a occuparsi di temi sanitari, ma con 10 commissari straordinari tra cui il padre della consigliera Maria Elena Bececco. Ed allora vorremmo far notare al magistrato de Augustinis che la sanità non ha colore politico ma è argomento prioritario all’interno della politica: è proprio quello il luogo naturale ove deve essere gestita contrariamente a quanto invece dallo stesso compiuto. Ha preferito evitarne la gestione sui regolari tavoli istituzionali ignorando che con il suo operato ha screditato l’amministrazione, il consiglio comunale ed anche se stesso nel suo ruolo istituzionale: basti pensare che in totale autonomia ed a prescindere dall’incarico che il consiglio a suo tempo gli aveva conferito ha proposto ricorso al TAR avverso l’ordinanza della regione che dichiara Spoleto ospedale COVID”.
“Perché invece non ha mai agito nei tempi dovuti a rafforzare i servizi del nostro nosocomio come da mandato consiliare? Innegabile che solo la sua inerzia ha consegnato il nostro ospedale nelle mani di altri…..dimentica poi che saranno comunque i Partiti, che tutti insieme destra e sinistra lo stanno sfiduciando, a rappresentare pure in Regione, secondo i termini costituzionali, gli spoletini ed a tutelare i loro interessi.
Non c’è più una maggioranza a Spoleto e non ci sono idee e progetti per farla rinascere. Questa la realtà che oggi viene propagandata sui social a suon di vetrine di nuovi “o vecchi” individui che nulla ha di sensato in un momento di grave emergenza” continuano Antonio Di Cintio, Paola Vittoria Santirosi e Stefano Polinori.
“Si raccontano storie di progetti in divenire ed in fase di realizzazione mentre basta guardarsi intorno per vedere Il vuoto, negozi chiusi e una povertà imbarazzante per la cui risoluzione il sindaco non ha mosso un dito: è la vera manifestazione di ciò che è stato fatto in questi due anni. Una politica che non rappresenta certamente il mandato per cui era stato chiamato. Un sindaco che oggi come ieri respinge al mittente proposte ed idee che ritiene non di competenza dell’amministrazione comunale attribuendone sempre la responsabilità a qualcun altro. Non si rende conto che è ben poco l’attività di “ sorveglianza “ che così tanto lo tiene occupato da un anno ossia dall’inizio della pandemia. I veri problemi sono altri ma lui sembra ancora non essersene accorto. Dopo due anni la politica cittadina avrebbe voluto raccogliere i risultati e vedere almeno la realizzazione di quei progetti che invece rimangono Solo proclami, titoli di giornale e tuttora parole al vento. Non appena eletto anziché ricercare unità ha avviato la disgregazione e la deriva: ha ricevuto un mandato da elettori di centro destra ma oggi a suo sostegno rimane una sola lista civica: un accozzaglia di interessi personalistici e di arroganza istituzionale. Incomprensibile poi il ruolo di chi, come la consigliera Bececco, da oltranzista oppositrice di questa amministrazione oggi è invece da sola, senza più nemmeno il consenso della base o dei collegi eletti nella stessa lista, a sostenere questo sindaco. In un momento di emergenza servono capacità politiche di ben altro spessore proprio perché i danni sono stati troppi e non si può ancora continuare a sperare in un cambio che, date le premesse sarà fatto di sole parole”.
Infine un altro appello al Sindaco affinché si dimetta: “La invitiamo pertanto a prendere atto che Ella non avendo più la maggioranza dei consiglieri nel consesso cittadino non rappresenta la città e la invitiamo ad un gesto di responsabilità ed onestà morale rimettendo le sue dimissioni con un passo indietro per il bene della comunità spoletina piuttosto che continuare a perseverare diabolicamente pur di mantenere un ruolo che non trova più condivisione e che esprime astiosità ed arroganza: sentimenti quanto mai inadeguati per l’incarico attuando politiche finalizzate ad acquisire quello o l’altro gruppo di consiglieri pur di rimanere attaccato alla poltrona piuttosto che lavorare per il bene della città. Una cosa è certa: se non c’è più la maggioranza se la città chiede di cambiare rotta non sarà certo la “diplomazia dei palazzi” a recuperare il male fatto”.