Carpe, barbi e cavedani prelevati e liberati in un tratto di acqua corrente
La siccità crea pericoli anche per i pesci, che restano “intrappolati” in pozze d’acque negli alvei dei fiumi rimasti in gran parte asciutti.
Come avvenuto nel fiume Paglia ad Orvieto, dove personale della Regione Umbria, dopo la segnalazione degli operatori della Polizia provinciale il cui distaccamento orvietano, ha fattivamente collaborato con la stessa Regione insieme alle Guardie Ittiche Volontarie dell’Associazione Fipsas, mettendo in salvo due quintali di pesci – carpe, barbi e cavedani – rimasti intrappolati.
La pozza si era creata a seguito di alcuni lavori autorizzati all’interno dell’alveo, unitamente alla carenza di acqua nel fiume in questa stagione. Gli animali sarebbero certamente morti con il progressivo prosciugamento della pozza, che non aveva altre forme di immissione di acqua se non con le piogge.
Dopo la segnalazione, la Regione ha emesso un’apposita ordinanza per svolgere l’attività di recupero delle specie e di reintroduzione in un altro tratto del fiume con acque in scorrimento.