I Finanzieri della Compagnia di Perugia hanno individuato 4 soggetti economici operanti nella provincia di Perugia nel settore della commercio all’ingrosso di imballaggi“, risultati coinvolti in un articolato meccanismo evasivo che frodava il fisco attraverso l’omessa dichiarazione dei proventi conseguiti, anche attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
L’attività ispettiva ha preso le mosse dall' esigenza di tutela manifestata dai diversi consorzi e associazioni di categoria operanti nel settore degli imballaggi, esigenza da ultimo portata in evidenza da diverse interrogazioni parlamentari presentate alla Camera dei Deputati e dirette al Ministro dello Sviluppo Economico, con cui veniva evidenziato che da anni alcune aziende della grande distribuzione assistono al dilagare di fenomeni illeciti legati all’acquisto e rivendita dei bancali in legno rubati (meglio noti come pallets), di proprietà delle industrie produttrici di beni di largo consumo, strumenti che permettono l'utilizzo dei carrelli elevatori per il trasferimento dei prodotti nelle aziende produttive, nei magazzini o nei centri di distribuzione.
L’attività espletata dai finanzieri ha consentito così di delineare il particolare meccanismo fraudolento di evasione, localmente attuato nel territorio perugino nei pressi delle zone industriali e della strada statale ad alto scorrimento veloce (E45), che si concretizzava nella sottrazione di bancali usati dai centri di distribuzione, ad opera presumibilmente di autisti e magazzinieri compiacenti, successivamente rivenduti alle stesse imprese produttrici.
L’approvvigionamento dei quantitativi di bancali, gestito totalmente in nero e senza alcun documento, veniva successivamente “regolarizzato” mediante l'artificiosa interposizione fittizia di altri soggetti economici completamente sconosciuti al fisco costituiti al solo scopo di emettere fatture attestanti la vendita (in realtà mai avvenuta) dei pallets, consentendo, agli imprenditori resisi responsabili della frode fiscale, di disporre di un “documento” che mascherasse di legittimità i costi così “virtualmente” evidenziati nella contabilità. Il sistema così impostato consentiva agli imprenditori denunciati, oltre all’evidente risparmio d'imposta, di vendere i bancali in legno ad un prezzo notevolmente inferiore a quello di mercato, ponendo così in essere una concorrenza sleale nei confronti dei soggetti che operano lecitamente.
Le indagini anche di natura bancaria hanno consentito di segnalare alla competente Autorità Giudiziaria tre soggetti per svariate ipotesi di reato che vanno dall’emissione di fatture per operazioni inesistenti all’utilizzo delle stesse, dall’occultamento delle scritture contabili all’omessa presentazione della dichiarazione dei redditi, nonché all’omesso versamento dell’IVA dovuta all’erario, alla ricettazione, falsità in scritture private e all’uso di atti falsi, nonché in via preventiva di contrastare l’aumento degli infortuni sul lavoro legati al sensibile peggioramento della qualità dei pallets, proprio a causa dall'attività illegittima delle imprese suddette.
L’ammontare complessivo dei proventi sottratti all’imposizione fiscale (ai fini delle imposte dirette e dell’I.R.A.P.), accertati dai finanzieri, e non dichiarati al fisco per quasi 5 milioni di euro oltre a circa 1 milione e 200 mila euro di imposta sul valore aggiunto incassata nel corso dell’attività e mai versata nelle casse dell’erario.