La distruzione di un vivaio per un errore nel Piano Regolatore: la storia di Brocani raccontata dalla proprietà - Tuttoggi.info

La distruzione di un vivaio per un errore nel Piano Regolatore: la storia di Brocani raccontata dalla proprietà

Marco Menta

La distruzione di un vivaio per un errore nel Piano Regolatore: la storia di Brocani raccontata dalla proprietà

Dom, 26/05/2024 - 07:00

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"Problemi dagli anni 2000 per errori di Piano Regolatore Generale; a nulla sono valsi i progetti inviati dalla Tac Costruzioni al fine di sensibilizzare le diverse Amministrazioni".

“Il patrimonio verde di Vocabolo Staino rischia di essere dismesso; l’Ente preferisce distruggere un vivaio piuttosto che porre rimedio all’errore commesso nel Piano Regolatore Generale”.

A dichiararlo, in una nota, l’amministratore unico della società Tac Costruzioni, Alberto Brocani, che, “dopo decenni di promesse disattese dalla Pubblica Amministrazione”, ritiene giusto informare i cittadini di Terni sulle problematiche di Vocabolo Staino.

Brocani a Terni: la richiesta per ingrandire l’attività commerciale

“L’attività florovivaistica Brocani’ è presente in Umbria sin dal 1894, data in cui il fondatore, Antonio Brocani, decise di aprire un punto vendita nella Regione”, racconta Brocani.
Nel 1956 l’azienda si sviluppò con un nuovo insediamento nella città di Terni, in Vocabolo Staino, e negli anni Settanta si ampliò con l’attività commerciale di giardinaggio.
Nel 2002 l’allora titolare, Giampaolo Brocani, al fine di poter ingrandire l’attività commerciale, inoltrò una richiesta all’Amministrazione comunale, rappresentando la necessità di ampliare l’attuale garden, con un importante sviluppo occupazionale”.

Il 28.2.2002 l’Amministrazione, con delibera di Giunta comunale, nel prendere atto della proposta avanzata dalla ditta Brocani, deliberò la valutazione, nell’ambito della redazione del Piano Regolatore Generale, del piano di ristrutturazione aziendale della ditta Brocani.
Nel 2004 fu adottato il nuovo PRG, che, per un sostanziale errore, collocava i volumi richiesti dal dottor Brocani nella zona a verde ‘in produzione vivaistica’ in luogo della zona dove esisteva già l’edificato da ampliare e riqualificare”.

Dalle osservazioni sul Piano Regolatore alla chiusura del punto vendita di giardinaggio

“Furono presentate osservazioni sul PRG, poi respinte con la seguente motivazione:
‘…la richiesta è in contrasto con l’obiettivo di piano di arrivare al definitivo completamento del parco cittadino dello Staino attraverso il meccanismo della perequazione…”.
In realtà, se il completamento del parco cittadino fosse stato il vero obiettivo non avrebbe avuto alcun senso la volontà, espressa nel 2002 dalla Giunta, di inserire le volumetrie in un vivaio di produzione centenario; più plausibile appare, invece, l’intento di danneggiare l’attività, nell’ipotetico e apparente
vantaggio della concorrenza”.

“Dopo anni di proposte mai accolte, Brocani fu costretto a chiudere un ramo dell’attività, il punto vendita di giardinaggio, per la sopraggiunta impossibilità di ristrutturarlo, essendo nel tempo divenuto obsoleto.
Nel 2008 la situazione urbanistica del parco e del vivaio dello Staino fu ulteriormente aggravata da una variante all’adozione del PRG, che introdusse la previsione di importanti assi viari ricadenti nell’area di sedime del vivaio di produzione. Ulteriore conferma del fatto che non esisteva alcun interesse, da parte della Pubblica Amministrazione, di tutelare aree verdi e del parco cittadino dello Staino”.

Il ricorso al TAR e la successiva rinuncia come atto di fiducia

“Brocani e le sue aziende ricorsero al TAR contestando il danno già subito e l’inattuabilità dei programmi edificatori per effetto delle nuove previsioni viarie di piano. Previsioni inattuabili per incompatibilità altimetrica e per i vincoli idraulici sottostanti, che rendevano impossibile il programma edificatorio”.

“Nel 2014 e 2015, dopo anni di concertazione, furono inoltrate due soluzioni dalla proprietà, che l’amministrazione sembrava gradire, al punto di indurre la proprietà a rinunciare, come atto di fiducia, al ricorso al TAR. Dopo la rinuncia, però, fu disattesa ogni proposta; l’attività vivaistica e quella di costruzioni rimasero in un limbo senza fine”.

La variante del 2022

“Il 31 Luglio 2015, poi, con D.G.C. nr 257, fu confermata formalmente dalla Pubblica Amministrazione ‘…l’inattuabilità dei programmi edificatori, dando mandato agli uffici tecnici di redigere
apposita variante…’. La variante, pur predisposta dagli uffici tecnici, non approdò mai in Consiglio comunale”.

“Il 31 gennaio 2022, infine, la Pubblica Amministrazione ha adottato una variante delle sole aree Staino di proprietà del Comune. Il 12 febbraio 2024 l’Amministrazione, con DCC n. 20, ha revocato la variante per le aree Staino, ritenendola inattuabile, e confermando per tabulas l’incoerenza e l’inadeguatezza delle pianificazioni urbanistiche comunali”.

“A distanza di ben 20 anni l’Ente non è stato in grado di porre rimedio all’errore commesso nelle aree Brocani”


“A distanza di ben 20 anni l’Ente non è stato in grado di porre rimedio all’errore commesso nelle aree Brocani, inibendo l’attuazione di un serio piano di rigenerazione urbana, con il pieno soddisfacimento degli interessi collettivi proposti dai soggetti attuatori.
Nei 20 anni trascorsi l’Ente ha preteso e incassato dalla proprietà importanti tributi in ragione dell’edificabilità delle aree, vessando la proprietà con ulteriori richieste di maggiori importi originati da annuali accertamenti della base imponibile”.

L’esito dell’ultima riunione


“Il 29 gennaio 2024 la proprietà, nello sconforto per l’evidente impossibilità di far valere le proprie ragioni in ambito tributario, ha raggiunto un accordo per la chiusura dei contenziosi degli ultimi quindici anni, impegnandosi a pagare ulteriori tributi e sanzioni oltre a quanto sempre e annualmente onorato, anche nell’auspicio della definizione dell’errore urbanistico”.

“Il 13.3.2024, nel corso della riunione tenutasi presso gli Uffici Comunali è stato ribadito che l’edificabilità deve essere esercitata nella zona del vivaio, confermando, di fatto, la volontà dell’Ente di voler distruggere un vivaio centenario per l’apparente incapacità degli uffici urbanistici e della parte politica di porre rimedio all’errore commesso”.

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