La distilleria Di Lorenzo di Ponte Valleceppi ha ritirato il progetto per la realizzazione di un impianto a biomasse da 999 kilowatt. Progetto che aveva destato molta preoccupazione nei tanti cittadini da anni allarmati per la presenza di quella che è un’industria classificata insalubre di prima categoria e a rischio di incidente rilevante, adiacente all'abitato e all'area Sic Ornari. Progetto ritirato quindi ed i cogeneratori, già installati nell'area della distilleria sarebbero già stati smontati e trasferiti in capannoni fuori dal comune di Perugia.
La distilleria “della discordia”- Negli anni, spiegano i cittadini, sono stati troppi i disagi causati da quest’azienda, ricordiamo il pericoloso incendio del 2002. Poi le indagini del Noe che ha posto sotto sequestro oltre 10 mila tonnellate di rifiuti speciali che sarebbero stati smaltiti dalla distilleria in maniera illecita e pericolosa negli ultimi quattro anni. Il gip ha disposto il sequestro di 77 ettari di terreno. E ancora la strage di pesci del 2008 (morirono 20 quintali di pesce nel tratto del Tevere e la distilleria fu tra gli indiziati per aver riversato sostanze nocive nel fiume ndr). Siamo da anni costretti a vivere tra i cattivi odori dei fanghi, temiamo i rischi per la salute.
Le reazioni- Esulta il capogruppo Idv alla Provincia di Perugia Franco Granocchia per la scelta della proprietà della Distilleria Di Lorenzo di ritirare la richiesta di realizzazione di un impianto a biomasse. “Un grande risultato- spiega Granocchia- il cui merito va sicuramente al comitato di cittadini che tanto si sono battuti affinché l’impianto non venisse realizzato e al loro portavoce l’agguerrito Moroni. Personalmente mi sono sempre schierato in favore delle preoccupazioni dei tanti cittadini che temevano l’aggravarsi di una situazione già difficilmente sostenibile. Ho presentato diverse interrogazioni e ordini del giorno sul tema della Distilleria , l’ultima proprio contro la realizzazione di questo impianto ed oggi la scelta dell’azienda ci sembra la più saggia da perseguire.
Comunque delocalizzare- Un obiettivo è stato quindi raggiunto – spiega Granocchia- ma è solo un nodo quello che oggi si è andato a sciogliere e ne restano altri, infatti continuo a sostenere che la Distilleria vada de localizzata in quanto si tratta di La delocalizzazione sarebbe l’unica via sia nell’interesse dei cittadini che dell’azienda stessa. Ricordo che esiste anche un Protocollo d’intesa del 1998 in cui le amministrazioni si sono impegnate ad impedire qualsiasi ampliamento delle attività che possa aumentare i disagi e a perseguire la delocalizzazione di tale industria”. Il ritiro della richiesta per l’impianto a biomasse va quindi nella direzione giusta ed era la scelta più sensata, per ora quindi “pericolo sventato.