La Asl1 “salva” il reparto di Pediatria all’ospedale di Perugia. Due pediatri arriveranno in soccorso entro la fine di luglio, scongiurando così l’ipotesi di un’interruzione del servizio nel periodo di agosto. Ipotesi che comunque l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, aveva sempre smentito, perché “interruzione di pubblico servizio”.
Restava però l’oggettivo problema di sopperire alla carenza di personale, dopo che degli 11 pediatri in organico ne erano rimasti appena 5. Con la conseguenza di dover interrompere le prestazioni specialistiche e, in caso di mancata soluzione entro fine luglio, chiudere il reparto stesso.
Monitoraggio tra commissari
Prima emergenza a cui è stato chiamato il neo commissario dell’Azienda ospedaliera di Perugia, Marcello Giannico. Che si è subito messo al lavoro con il suo braccio destro, il direttore amministrativo Enrico Martelli per individuare pediatri a cui affidare incarichi aggiuntivi.
Il soccorso della Asl1
Ma dalle graduatorie i pediatri disponibili sono solo quelli che lavorano nelle altre Aziende sanitarie e ospedaliere umbre. E allora, sotto la regia dell’assessore Coletto e del direttore sanità Claudio Dario è partita una ricognizione tra tutte le Aziende umbre. Che ha portato appunto al “prestito” di 2 pediatri dalla Asl1 guidata da Gilberto Gentili.
A questi pediatri (attesi all’Ospedale di Perugia entro il 20 luglio) si aggiungerà un altro medico a gettone.
Spostamenti che comporteranno anche una ridefinizione dei servizi sul territorio. Del resto, con i nuovi commissari la Regione sta ragionando ad un impianto per una ulteriore razionalizzazione dei vertici della sanità, con la creazione di un’Azienda unica.
Radiologi e anestesisti, in campo gli specializzandi
Ma il problema della carenza di medici specialisti non riguarda solo Pediatria e non riguarda solo Perugia. Al Santa Maria della Misericordia il problema è scoppiato anche a seguito della guerra interna che poi portò a far esplodere il caso Sanitopoli, con la denuncia della dottoressa Esposito.
Il problema generale, però, riguarda lo scarto, in Italia, tra i laureati in medicina e gli specialisti. Con la difficoltà, anche a Perugia, di reperire anestesisti e radiologi già formati. Un problema al quale la Regione cerca di ovviare ricorrendo agli specializzandi.
La protesta dei “tappabuchi”
Quei giovani medici che martedì hanno manifestato davanti all’ospedale all’arrivo dei vertici della Regione e dell’Università, per il mancato ottenimento dell’indennità Coronavirus. E perché, appunto, gli specializzandi si sentono dei tappabuchi, a cui ricorrere in caso di emergenza, come è stato per l’emergenza Covid e come può essere in estate per la carenza di alcune figure.