John Densmore: 70 anni suonati e non sentirli. Fuori dai giri di parole, il batterista dei Doors è entrato ieri pomeriggio nell’Aula Magna dell’Università per Stranieri a Perugia per l’incontro con il pubblico e la presentazione del suo secondo libro sulla band, forse quello più sofferto dopo “Riders on The Storm: My Life with Jim Morrison and The Doors”. Aura quasi da sciamano, qualche parola in italiano, la sua batteria al centro del palco, dove era giusto che fosse. Poi il silenzio religioso degli spettatori, e le parole dell’artista mescolate alla musica delle sue percussioni.
The Doors – Densmore resta legato, come non sarebbe scontato, ai Doors, uno dei gruppi musicali che ha fatto la storia del palcoscenico americano degli anni ’60 e ’70, e non solo. Un legame indissolubile, tenuto insieme dalla difesa, post portem, della figura del frontman del gruppo, tanto amato quanto odiato dallo stesso Densmore. La sua batteria era come la seconda voce del gruppo, dopo quella di Jim, così difficile da dominare quanto essenziale. Densmore è testimone della formazione e dello scioglimento di quella band che vide poi morire non solo il proprio progetto, ma che abbandonò, forse ai suoi eccessi, forse alla sua spiritualità, il 27enne Jim in una vasca da bagno di Parigi. Morrison, l’innovativo tastierista Manzarek, il chitarrista Robby Krieger, e Densmore: i Doors erano loro, ognuno nella loro specialità, a battere la scena prima della West Coast, poi del resto dell’America e dell’Europa, con sonorità nuove. Molto avrà forse fatto la tossicità di Morrison, non solo per le sue dipendenze, ma più per la sua bellezza e la sua dannazione interiore, che gli altri tre membri provavano a tenere insieme, umanamente prima che sugli spartiti.
The End – Quando il gruppo si sciolse nel 1973 e dopo la morte del frontman, Manzarek e Krieger avrebbero voluto vendere i diritti delle loro canzoni, continuare a produrre con lo stesso nome, ma Densmore si oppose, in nome della musica. Quella stessa musica che a poco dall’uscita del primo album dei Doors, Densmore fece ascoltare alla sua famiglia per tutta la notte in un garage. Un medley, da The End a Riders on The Storm, fino a sfiorare “le porte della percezione”. Si oppose Densmore: da lì le azioni legali, il denaro che mancava per andare avanti. Ma la musica prima di tutto.
A Perugia – Densmore è ora in Umbria per promuovere il suo libro: ha fatto tappa anche alla Libera Università di Alcatraz, in compagnia degli organizzatori del festival Alive, che si tiene in Altotevere. Forse tornerà a Città di Castello proprio per una data dell’evento musicale. All’Università per Stranieri era anche grazie alla Fondazione Perigiassisi2019.
Video di Radiophonica.com
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