Soltanto in 5 dovranno comparire il 13 aprile 2017 davanti al collegio penale del Tribunale di Spoleto per la nota inchiesta relativa alla gestione della Bps prima del commissariamento. Per tutti le accuse sono state ridimensionate, mentre altre 9 persone sono state prosciolte dalle accuse a loro carico. E’ quanto ha deciso poco fa il giudice per l’udienza preliminare Margherita Amodeo, che ha rinviato a giudizio Giovannino Antonini, Massimiliano Baronci, Marcello Siena, Dante Cerbella e Marco Bifolchi. Prosciolti, invece, Alberto Antonini, Alfredo Pallini, Giuliano Mora, Cosimo De Rosa, Emilio Quartucci, Paolo Rossi, Francesco Tuccari, Mauro Conticini e Camillo Colella. Per alcuni di loro era stato lo stesso sostituto procuratore Gennaro Iannarone, nella penultima udienza, a chiedere il proscioglimento.
Processo nel 2017 – Davanti al collegio penale del tribunale di Spoleto, quindi, ad aprile dell’anno prossimo, dovranno comparire in cinque. A Giovanni Antonini viene contestato l’esercizio abusivo dell’attività finanziaria, mentre all’imprenditore Massimiliano Baronci la bancarotta fraudolenta aggravata oltre ad un episodio di evasione fiscale relativamente al fallimento della Baronci costruzioni. Siena (come responsabile della direzione crediti della Bps), Cerbella (sindaco della Spoleto Credito e servizi, controllante della Bps e presidente del collegio sindacale della Collestrada Wood) e Bifolchi (in qualità di presidente del Cda della Collestrada Wood) dovranno invece rispondere di appropriazione indebita in concorso per aver i primi due avallato, nel 2011, la concessione di un finanziamento da 2,5 milioni di euro nei confronti della società perugina.
I reati prescritti – L’ inchiesta esplosa esattamente 4 anni fa con l’iscrizione nel registro degli indagati di 17 persone (divenute 34 l’anno successivo con l’avviso di conclusione delle indagini firmato dall’allora procuratore capo Gianfranco Riggio e dal pm Federica Albano, poi ridotte a 14 con un secondo avviso di conclusione delle indagini firmato dal pm Gennaro Iannarone) è stata fortemente ridimensionata. Praticamente una bolla di sapone. Il gup ha disposto il non doversi procedere perché il fatto non sussiste nei confronti di diversi indagati per alcuni degli episodi contestati; mentre altri episodi sono stati dichiarati prescritti. Nel dettaglio il gup ha deciso di riqualificare nel reato di appropriazione indebita l’accusa di bancarotta fraudolenta a carico di Baronci, Giovannino e Alberto Antonini, Pallini, Siena, Quartucci, Conticini, Mora. Nella fattispecie si ipotizzava di aver concorso a cagionare il fallimento della Baronci costruzioni consentendo l’abusivo accesso al credito bancario con un’esposizione della Bps per oltre 3,2 milioni di euro: essendo però i fatti stati commessi nel 2009 ed essendo il reato modificato, è stato dichiarato prescritto e gli indagati prosciolti. Prescritti anche due episodi di evasione fiscale contestati a Baronci. Quest’ultimo è poi stato prosciolto dall’accusa di non aver presentato la dichiarazione dei redditi nel 2009. Prescritto anche il capo d’imputazione relativo all’omessa comunicazione del conflitto di interessi che riguardava Giovannino Antonini.
I proscioglimenti – Il giudice ha poi disposto il non doversi procedere perché il fatto non sussiste per due episodi di “finanziamenti facili”, così come erano stati ritenuti dall’accusa. Il primo episodio vedeva indagati per appropriazione indebita Siena, Conticini, Tuccari e Colella, relativamente alla concessione di un finanziamento alla Colella holding srl per 5 milioni di euro. Il secondo episodio era invece relativo al finanziamento di 400mila euro concesso a Rossi e del quale erano accusati Giovannino Antonini, Quartucci, Siena, De Rosa e, appunto, Rossi. Per il gup, quindi, non ci fu alcuna irregolarità nella gestione di quelle pratiche.
Inchiesta Bps, Gip archivia accuse ex Cda “No finanziamenti facili”
Da Bps a Banco Desio – L’inchiesta giudiziaria che ha visto un primo punto fermo oggi prendeva le mosse dalle vicende che hanno riguardato la Banca popolare di Spoleto (e la controllata Spoleto Credito e servizi) negli ultimi anni. Partendo proprio dal crack della Baronci costruzioni, nel 2009, avvenuto prima della prima ispezione della Banca d’Italia. A questo, datato 2010, seguì un secondo accertamento della Vigilanza (2012), che comportò il successivo commissariamento della Bps (febbraio 2013). La “messa in sicurezza” di palazzo Pianciani si concluse l’anno successivo con l’acquisto dell’istituto da parte del Banco Desio per 150 milioni di euro. Prima trache, quest’ultima, del risanamento che ha portato l’istituto brianzolo a immettere liquidità per oltre 400 milioni di euro.
(modificato alle 19.26)