In poco più di due ore la prima mini-giornata di presentazione della mostra del Maestro Vincenzo Martini – allievo eccellente della scuola umbra – ha registrato una folla di 600 persone che hanno gremito la Sala dell’Arengo del Palazzo del Comune di Todi. Il taglio del nastro è stato fatto alla presenza oltre che del Maestro Martini anche del sindaco di Todi, Antonino Ruggiano, del presidente del consiglio comunale, Floriano Pizzichini e dell’assessore provinciale alla Cultura, Donatella Porzi. La mostra di Martini sarà aperta al pubblico tutti i giorni – dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20 – fino all’8 gennaio 2012. “Per noi poter ospitare un artista di livello internazionale – ha spiegato il sindaco Ruggiano – è un grande onore e rientra nella nostra filosofia di abbinare eventi-culturali al territorio per poter intercettare un numero sempre più crescente di turisti. Non è un caso che proprio per questo ponte della Madonna tutti gli alberghi sono strapieni”. Un plauso anche dall’assessore alla provincia Donatella Porzi: “Martini e la sua produzione artistica sono il miglior biglietto da visita per raccontare fuori dai nostri confini le bellezze artistiche e paesaggistiche dell’Umbria; una terra magica e da favola come si evince dalle sue opere”. Martini prepone nuove opere inedite che sono il frutto ancora una volta della ricerca e produzione del medioevo umbro dove sono riprodotte le magiche costruzioni urbanistiche civili e religiose, che sono ancora oggi vanto e attrazione turistica dei borghi umbri. Martini ha rivolto il pennello stavolta sulle preziose opere presenti a Todi – e non solo – riproponendole in maniera fedele ma armonizzate da colori che celebrano la notte, l’inverno, l’imbrunire e senza tralasciare la profondità di chiari scuri e ombre finemente calcolate e ricercate per una maggiore profondità dell’opera. Martini, ovviamente, non rinuncia ai “suoi fraticelli”, non solo marchio d’arte, ma l’esaltazione di un’Umbria antica fondata sul prega e lavora di San Benedetto, per approdare alla ricerca e studio di Jacopone da Todi fino ad arrivare alla gioia del creato di San Francesco d’Assisi. L’artista però imprime anche una nuova funzione ai suoi fraticelli: quella della leggerezza del tempo libero (l’esaltazione anche del gioco) e della fratellanza tra gerarchie – impersonate da Abati Priori ma anche da semplici novizi o chierichetti – da vivere in quegli spazi urbani diversamente così austeri. Il messaggio di Martini è chiaro e alla portata di tutti gli occhi: tutelare la memoria storica, culturale e architettonica da poi tramandare e far vivere a tutte le generazioni presenti e future (da qui gli elementi pittorici e i giochi che appartengono al tempo nostro e non al medioevo).