La stampa magiara scava sulla vita della 44enne in carcere con l'accusa di aver ucciso il figlio di 2 anni VIDEO
La notizia dell’uccisione del piccolo Alex Juhasz è subito rimbalzata in Ungheria., paese dei protagonisti di questa terribile vicenda. Tv, giornali cartacei e online, blog. In tanti scavano nella vita della mamma, Katalin Erzsebet Bradac, in carcere a Perugia perché gravemente indiziata per l’omicidio del piccolo. Ma in Ungheria già la chiamano “l’infanticida“.
L’audio della confessione atteso dagli inquirenti italiani
per verificarne l’autenticità
La vita di Katalin
E si cerca di saperne di più sulla vita di Katalin. Spogliarellista in un night club in Italia, dove si era sposata e aveva avuto un figlio, oggi appena maggiorenne. La vita in provincia di Rieti, prima di restare vedova.
Ancora difficoltà, con il primo figlio che le viene tolto e affidato alla nonna. Oggi il ragazzo vive insieme alla fidanzata. I rapporti con la madre pare non fossero molto buoni.
Il ritorno in Ungheria, la gravidanza con Norbert Juhasz, il padre di Alex. Che alla notizia della gravidanza all’inizio della relazione chiede il test per accertare che quel figlio sia il suo. “Ma ero felice di essere padre” dice oggi Norbert. Quindi la battaglia legale per l’affidamento del piccolo, per gli inquirenti italiani all’origine del tragico epilogo.
Parla il papà di Alex: “Non si può chiamare madre”
Il papà di Alex conferma il suo racconto
in attesa di poter riferire agli inquirenti italiani
La foto dell’errore inviata ai conoscenti
Tra le prove, per la Procura di Perugia, la drammatica foto del piccolo riverso su una copertina, con la maglietta intrisa di sangue e con i segni delle coltellate. Foto che Katalin avrebbe inviato a diverse persone in Ungheria. Tra cui suo figlio, Claudio. Il giovane, sconvolto, ha avvertito il padre del piccolo. L’allarme alla polizia ungherese, la segnalazione al Consolato magiaro a Roma, quando però ormai la tragedia si era compiuta.
Una telefonata nella notte:
così è arrivato l’orrore a Po’ Bandino
L’audio con l’ammissione
Quella foto, secondo quanto racconta il padre di Alex, Katalin le avrebbe inviate a più conoscenti. Ma non a lui personalmente. In un caso scrivendo anche di averlo ucciso lei. Confessione agghiacciante che sarebbe stata anche registrata in un audio che Katalin avrebbe inviato a un altro suo amico. Materiale che sarebbe in possesso della polizia ungherese e di cui la Procura perugina ha fatto richiesta. Una confessione, se confermata.
La foto che mostra Alex tutto insanguinato, forse già morto, è terribile. Tuttoggi.info, che ne è venuta in possesso nei giorni scorsi da una fonte ungherese, ha deciso di non mostrarla, neanche parzialmente. Troppo crude quelle immagini. E soprattutto per il rispetto della piccola vittima.
La foto shock finita sul web
Eppure in Ungheria quell’immagine è stata inserita al termine di un video caricato su Youtube. Il bambino ha appena gli occhi coperti da una striscia. Ma si vede la maglietta piena di sangue, i tagli delle coltellate sulla stoffa. E il segno di una mano insanguinata sul suo viso. Forse per un’ultima carezza. O forse per cercare di pulirgli il viso.
Spogliarellista, il lavoro nel mondo del porno
Ma soprattutto, in Ungheria si scava sulla vita di Katalin. Sul suo passato da spogliarellista, col nome d’arte Katy Davis. Sulla carriera di pornostar che ha provato a intraprendere.
La stampa ungherese ha sentito anche la pornostar Ilona Staller, conosciuta in Italia anche per essere stata parlamentare. Cicciolina dice di aver conosciuto Katalin. La 44enne era in difficoltà e le ha chiesto se poteva aiutarla a lavorare nel porno. Cicciolina racconta di aver cercato di favorire l’incontro con Kovi (István Kovács, proprietario della più importante casa di produzione di film porno, la Luxx), con cui aveva già lavorato in alcuni film.
Il noto produttore del porno – sempre secondo la stampa ungherese – conferma che Katalin due anni fa le aveva chiesto un lavoro, ma che quella volta non aveva potuto aiutarla.
L’ex: del porno l’ho scoperto dopo
Contatti, quelli col mondo del porno, di cui Erbert è venuto a conoscenza solo dopo. “A me aveva detto soltanto che era una ballerina spogliarellista“, dice il padre di Alex. “Del porno l’ho scoperto dopo…“.
Il lavoro all’Ikea
Erbert conferma che Katalin, negli ultimi anni, lavorava all’Ikea di Budapest. E’ ciò che Katalin ha detto ai carabinieri in Italia. E’ la professione che compare sul suo profilo Facebook.
Scandagliato, alla ricerca di indizi su quel passato difficile e soprattutto su un presente in carcere, a Perugia, con la terribile accusa di aver ucciso il proprio bambino.