Il Mercato delle Gaite di Bevagna è una rievocazione storica che ha lo scopo di riproporre usi e costumi dell'Italia medievale, con particolare riferimento al secolo fra il 1250 e 1350. La prima edizione della manifestazione risale ormai a 25 anni fa, e adesso come allora si basa sulla divisione storica della città di Bevagna in 4 rioni, chiamate Gaite. Tuttoggi.info vuole presentare le quattro gaite che ogni anno si contendono il palio: S.Giorgio, S.Maria, S.Giovanni e S.Pietro. L'assegnazione del premio è basata sul risultato ottenuto dalle contrade su quattro campi di sfida: gara del mercato, gara dei mestieri, gara gastronomica e gara sportiva di tiro con l'arco. La fedele ricostruzione storica è il principio basilare su cui la giuria emette i suoi verdetti. In questo primo appuntamento andiamo ad analizzare più nel dettaglio la gaita S.Giorgio e la gaita S.Maria.
GAITA SAN GIORGIO
Il Territorio che la Gaita occupa è uno dei più estesi ma è anche il meno popolato. La Gaita S. Giorgio si sviluppa lungo il corso di Bevagna, verso destra, partendo dalla Piazza principale fino all' antica Porta S. Vincenzo (oggi Porta Foligno). Nel proprio territorio ingloba, oltre a numerosi monumenti e reperti romanici, ben tre Conventi di antica origine. Tornando lungo il Corso Matteotti ed in prossimità della Piazza sulla sinistra, troveremo la Chiesa ed il Convento dei SS. Domenico e Giacomo; precedentemente vi sorgeva un oratorio dedicato a San Giorgio: è da questa antica costruzione che prende il nome la Gaita di S. Giorgio. Il rifacimento del mercato medievale della gaita S.Giorgio è sicuramente uno dei più piccoli per estensione ma non per questo meno curato nella ricostruzione storica.
Nel mercato si possono trovare oggetti spesso sconosciuti ai molti in quanto non più in uso ai nostri giorni e riscoperti dagli organizzatori della gaita attraverso testi medievali, le verdure e gli ortaggi insieme agli animali da cortile sono altri componenti mercato.
I mestieri
Lo zecchiere: il mestiere è ricostruito sulla base degli studi più recenti sull'argomento, e in esso viene effettuata la coniazione del denaro cortonese che all'epoca scelta (gli anni '60 del XIII secolo) circolava abbondantemente in tutta l'Umbria. La ricerca dello Stahl ha individuato in questa misteriosa moneta una versione particolare del denaro aretino, caratterizzata dalla presenza di due mezzelune coniata a Cortona per iniziativa del vescovo di Arezzo. Essa cominciò ad essere battuta nel 1262, ebbe immediatamente grande successo in tutta l'Italia centrale e rimase in uso fino alla metà del Trecento.
La liuteria: la storia del mestiere del liutaio precedente l'epoca rinascimentale ma è ancora in gran parte avvolta nel mistero. La Gaita San Giorgio ha però ritenuto possibile ambientare lo svolgimento di questo mestiere nella prima metà del Trecento sulla base dell'analisi e dell'interpretazione di alcuni studi recenti sull'argomento. I menestrelli professionisti ma anche semplici amatori adoperavano questi strumenti musicali. Questo stato di cose ci induce a ritenere che il mercato di strumenti musicali a corda fosse consistente, e di conseguenza esistessero artigiani specializzati in questa particolarissima produzione.
Come ha voluto annunciare il console della gaita S.Giorgio Massimo Ricci, quest'anno potrà essere visitato un nuovo mestiere, quello del Fabbricatore, in pratica una ferriera dove viene lavorato il metallo per oggetti d'uso comune, non per le armi. Il piatto gara di questo giugno sarà pastella d'anguilla: l'angulla viene fatta a pezzetti, messa nella pastella di pasta e poi cotta alla brace.
GAITA SANTA MARIA
Bevagna medievale era divisa per fini amministrativi e di vigilanza in quattro gaite o quartieri. I quartieri erano divisi in un verso dalla via Flaminia e in senso contrario dalle due strade che allacciano la piazza principale con porta Guelfa e porta Molini. Oltre la piazza a sinistra della Flaminia era la gaita S.Maria. Essa prende il nome dall'omonima chiesa fondata dal conte Rainaldo di Antignano nel 1197, che i posteri chiamarono in omaggio al fondatore S.Maria Filiorum Comitis e venerarono per molti secoli fino a quando il cattivo gusto dei nostri contemporanei non permise che il piccolo oratorio fosse tolto al culto per venir trasformato ora in stalla ora in un officina.
Intorno al piccolo oratorio fervono le attività e cresce la popolazione. La gaita S.Maria diviene allora una delle più popolose dell'antico borgo medievale: la sua gente si dedica al lavoro dei campi e produce dell'ottima canapa da cui ricava tele pregiate e cordami, mentre nelle piccole botteghe artigiane si lavora il ferro, il cuoio, i vimini.
I mestieri
Tra i mestieri della Bevagna medievale, quello più caratteristico è legato alla lavorazione della canapa, per la fabbricazione di tele e cordami. Nel rispetto di questa antica tradizione, la gaita si è impegnata a far rivivere i diversi momenti della lavorazione della canapa e della lana, ripercorrendone con fedeltà diversi passaggi, secondo le antiche tecniche dalla battitura alla filatura fino alla tessitura si antichi telai.
Alla lavorazione dei “Cascami Pesanti” la gaita ha affiancato l'allevamento del baco da seta, riproponendo tutte le varie fasi fino alla tintura del filo. Sulla base di un documento lucchese del XIV sec. si è riuscito a ricostruire un torcitoio circolare a trazione umana facendone l'unico esemplare funzionante al mondo.
Altro mestiere a cui lo Statuto fa riferimento è quello dei Magistri Lignaminis et Lapidum: la loro importanza era notevole in quanto si prevede che essi siano pagati con i beni del Comune e che la difesa dei loro interessi sia assunta dallo stesso comune. Il progetto di riproduzione della antica arte ha previsto la ricostruzione di una sega ad azionamento idraulico per ricavare tavole da tronchi d'albero.
Come ha voluto ricordare il console della gaita S.Maria, Gianluigi Properzi, sebbene per quest'anno non presentino novità per quanto riguarda i mestieri, contano molto sulla cucina, tanto è vero che l'anno passato hanno vinto la gara culinaria.Il piatto gara che viene proposto quest'anno è il cervo cucinato in maniera particolare, con le spezie, ma il console non rivela di più.
L'invito dunque è quello di visitare queste due gaite e ammirare i loro affascinanti mestieri. Organizzare una cena in taverna è d'obbligo peri godere dei loro piatti in luoghi davvero suggestivi. Al prossimo appuntamento la presentazione delle restanti due gaite: S.Giovanni e S.Pietro.