Tornano ad accendersi i riflettori (quelli installati sul posto, in realtà, non hanno mai funzionato) sull’area industriale ‘Flaminia’ di Spoleto, situata nei pressi di San Giacomo. Costato circa 6 milioni di euro finanziati dalla Regione Umbria (per circa 2 milioni), dal Consorzio Aree Industriali Narni-Terni-Spoleto ormai in liquidazione (per 3 milioni) e in minima parte anche dal comune di Spoleto, il progetto si è rivelato un flop totale. Nonostante la rete dei sottoservizi, la pubblica illuminazione, le aree verdi e gli ampi parcheggi, l’area non ha mai ospitato nemmeno un capannone.
Caduti i vincoli – Ora però lo scenario potrebbe cambiare, complice il nuovo Piano Regolatore Generale (parte strutturale) che l’amministrazione Cardarelli ha intenzione di approvare entro la fine del 2015. A porre l’attenzione sull’area in abbandono è la decadenza dei vincoli sulla destinazione d’uso dell’area imposti dai fondi comunitari di cui lo stesso Consorzio aveva usufruito per finanziare l’opera. In sostanza quell’enorme spazio potrebbe adesso trasformarsi in qualcos’altro. Non è ancora dato sapere in cosa, ma i membri della commissione urbanistica, con l’assessore Antonio Cappelletti in testa, starebbero valutando una serie di possibilità.
Doppia area – Come quella, avanzata dallo stesso Cappelletti al telefono con Tuttoggi.info, di convertirlo in terreno agricolo. “La discussione è ancora in fase preliminare – conferma l’assessore – ma la definizione di un nuovo Prg ci consentirebbe effettivamente di rinunciare all’idea dell’insediamento industriale in favore di un’altra destinazione, che difficilmente sarà quella di un complesso residenziale e che, comunque, sarà definita al cento per cento solo dopo l’approvazione della parte operativa del Prg”. Le aree da ‘trasformare’ inoltre sarebbero due perché annesso a quello già urbanizzato c’è un altro spazio ancora ‘vergine’, di più semplice definizione.
Il servizio degli “Scagnozzi” – Ed è proprio alle modalità di urbanizzazione dell’area industriale che Tuttoggi.info dedicò un servizio televisivo nel lontano 2008, circa un anno dopo il completamento dei lavori. Gli “scagnozzi” la descrissero così com’era: una strada principale che collegava tra loro i vari lotti, tutti serviti, che avrebbero dovuto ospitare i capannoni. E poi pubblica illuminazione (con un concetto peraltro ‘innovativo’), aiuole, tombini, segnaletica orizzontale e verticale (anche questa, piuttosto creativa). Era il 2008, dopo 7 anni è tutto come allora. Almeno finchè non verrà apposta la firma sul nuovo Prg.
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