Primo appuntamento in Piazza Europa sabato 9 febbraio 2019 alle ore 17:00 per immaginare insieme una città solidale, partecipativa, inclusiva e accogliente. Per fare di Terni una città nuovamente desiderabile! È l’iniziativa “Il dito e la luna” promossa dal “Comitato per i beni comuni”
Sono questi gli slogan scelti dal comitato cittadino nato in opposizione all’attuale amministrazione di centrodestra della città, in particolare sotto la spinta dei centri giovanili e le associazioni che sono state più ‘colpite’ dagli indirizzi politici intrapresi dalla giunta Latini, in particolari quelli che riguardano bandi e nuovi metodi di assegnazione degli spazi dedicati al welfare.
Graffiante la satira e la critica con il video-promo scelto per l’evento, con il ‘Balilla’ che si muove nelle vie della città deserte, appone lucchetti e sigilli, si assicura che tutti i centri sociali e di aggregazione giovanile siano stati ‘sgombrati’ e, infine, tediato dalla mancanza di stimoli, dopo aver letto il volantino del dito e la luna sembra voler disertare la ‘camicia nera’.
Quello proposto dai soggetti coinvolti è un vero e proprio manifesto politico per quello che sembra destinato a diventare un ulteriore elemento di opposizione politica oltre a quelli istituzionali di palazzo Spada.
Il Manifesto
Le Premesse – Qual è il fine di chi oggi governa la città e che ha generato una serie di mostruosità come l’ordinanza anti accattonaggio, quella sulle bici, lo skate e il parkour, il pasticcio sulla gestione della cascata delle Marmore, la partecipazione a convegni antiabortisti, l’incontro con i nostalgici dell’occupazione nazi-fascista, le battute machiste e omofobe, la lettera che intima la chiusura dei centri giovanili, gli attacchi alla casa delle donne, ai centri anziani, al centro sociale autogestito e a tutte le sedi gestite da quel mondo associativo che tiene in vita un welfare comunitario privato di risorse e di politiche oramai da molti anni?
Ci sembra che l’agire di questa amministrazione sia alimentato da un desiderio di vendetta nei confronti di chi è “sopravvissuto” alle precedenti Amministrazioni e ha tentato di far sopravvivere una rete di persone e soggetti solidali. A tutto ciò si aggiunge un atteggiamento ideologico, non dialogante e di chiusura.
BENI COMUNI, BENI DI TUTTI, BENI PER TUTTI – Gli spazi di aggregazione sociale gestiti da comunità di persone (che siano centri giovanili o per anziani, centri sociali autogestiti, case delle donne) sono beni comuni e sono oggi un tema scottante in molte città. Non a caso, le Amministrazioni Comunali, con varie scuse di carattere procedurale, tentano di cancellarli dai territori principalmente per due motivi: non generano rendite economiche dirette (non fanno cassa) ed, essendo realtà multiformi e dinamiche, non possono essere tenute sotto controllo e uniformate a dettami moralisti e di grigia sottomissione preponderanti in questo momento storico. I beni comuni generano una ricchezza tale che difficilmente può essere quantificata e paragonata, perché maggiore dell’affitto commerciale di un locale. Per questo, a nostro avviso, è scorretto richiedere un affitto come corrispettivo del loro utilizzo. Così come, riteniamo che il bando non sempre sia lo strumento migliore, né l’unico; esiste la co-progettazione e coprogrammazione, per amministrare i beni pubblici e trarre da loro un valore sociale e culturale in termini di benessere, di partecipazione della cittadinanza, di relazioni umane, di servizi sociali, di iniziative culturali e di valorizzazione del territorio e dello spazio urbano.
TERNI MERITA DI PIÙ – Noi immaginiamo e desideriamo una città diversa e migliore, in cui i valori della condivisione, della solidarietà, della partecipazione, dell’inclusione e dell’accoglienza non siano messi costantemente sotto processo, ma siano riconosciuti e valorizzati. Non vogliamo una città amministrata da chi vuole punire e sanzionare la povertà, il disagio sociale e chi ha bisogno di aiuto, italiani o stranieri che siano e a prescindere dall’orientamento sessuale. La nostra città merita un’amministrazione che viva come un dovere l’ascolto dei cittadini e dei loro desideri e bisogni, che promuova la partecipazione,il confronto, il dialogo e la crescita della comunità.
Trincerarsi dietro un bando, farsi scudo con esso per non dialogare con chi richiede un confronto, addirittura in alcuni casi dileggiare e irridere chi va in piazza a manifestare un pensiero diverso, è un atteggiamento che non possiamo più tollerare e per questo
abbiamo deciso di lanciare una stagione di mobilitazione permanente contro il deserto che avanza!
Portiamo i nostri corpi, i nostri sogni, i nostri desideri, i nostri bisogni!