IL CASO ASSENTEISMO ALL'OSPEDALE DI PERUGIA - Tuttoggi.info

IL CASO ASSENTEISMO ALL'OSPEDALE DI PERUGIA

Redazione

IL CASO ASSENTEISMO ALL'OSPEDALE DI PERUGIA

Gio, 22/11/2007 - 08:20

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“Il cardine per il buon funzionamento dell'Azienda si sarebbe dovuto basare sui dipartimenti, dai quali discende il collegio di direzione. Era quanto avevamo previsto, ma non c'è stato il tempo per attuare questa strategia”. E' quanto ha sottolineato l'ex commissario straordinario dell'Azienda ospedaliera di Perugia Vito Mastrandrea, in audizione, stamattina, insieme all'ex direttore sanitario Maria Gigliola Rosignoli e all'ex direttore amministrativo Andrea Casciarri presso l'apposita Commissione consiliare d'inchiesta presieduta da Paolo Baiardini (Ds) e voluta dai gruppi dell'opposizione di centrodestra. Mastrandrea ha lamentato il fatto che la Commissione d'inchiesta interna, costituita per verificare il fenomeno dell'assenteismo, non ha avuto il tempo necessario per portare a termine il suo lavoro. “Si è insediata – ha ricordato – il 22 novembre 2006 e in pratica, si è sciolta alla fine di gennaio 2007, con la fine del periodo del commissariamento dell'Azienda con la nomina di un nuovo direttore generale. “Abbiamo operato – ha evidenziato Mastrandrea – nel periodo del trasferimento delle strutture da altri ospedali verso il ‘Silvestrini' che ha comportato un lavoro durissimo per il personale che ha sempre risposto, in modo ineccepibile, al durissimo lavoro giornaliero. Non abbiamo mai avuto alcuna percezione del fenomeno, anzi, la nostra sensazione era inversa. Quello che poi è venuto alla luce – ha evidenziato – per la larghissima parte del personale ha costituito un impatto fortissimo”. La nascita della Commissione interna d'inchiesta e stata consequenziale all'indagine, già da alcuni mesi attiva, della magistratura. “Abbiamo subito cercato di capire – ha detto Mastrandrea – la portata del fenomeno, cercando immediatamente di individuare i meccanismi giusti per la verifica della presenza e della copertura dell'orario di lavoro da parte dei dipendenti. Tuttavia, lavorare in un contesto di tremila dipendenti, a volte, diventa difficile. Non si può escludere, comunque, che in mezzo ci possa sempre essere qualcuno che devia dai regolamenti”.Per Maria Gigliola Rosignoli “quanto è successo si è verificato in un periodo in cui sono stati trasferiti, oltre 500 posti letto, con infermieri che erano chiamati a continui spostamenti. Il controllo dei cartellini, in un contesto del genere, diventa quasi impossibile. Il problema dell'assenteismo – ha ricordato – è partito da un'indagine della magistratura su una persona specifica, e a seguito della timbratura del cartellino fatta per essa da altra persona. Da questi controlli, durati sei mesi, grazie al posizionamento di alcune telecamere, sono venuti alla luce altri fatti anomali sempre in riferimento alla timbratura e relativi ad altri dipendenti. La difficoltà di controllo riguarda soprattutto coloro che non fanno i turni, il personale, cioè, che ha l'orario libero. Per i turnisti – ha spiegato – avviene un controllo direttamente in corsia poiché, chi ha finito il proprio turno di lavoro è il diretto controllore di chi lo deve sostituire. Il lavoro della Commissione interna – ha rilevato – non poteva, in alcun modo, intralciare quanto stava continuando a fare la magistratura”.Nel suo intervento, l'ex direttore amministrativo Andrea Casciarri ha rilevato come la Commissione “abbia lavorato a 360 gradi, riesaminando anche ogni forma inerente l'acquisto dei farmaci, anche questo, oggetto delle indagini della magistratura. Nell'ultima fase del nostro operato – ha detto – abbiamo anche creato un nuovo testo unico regolamentare. Tutto il nostro lavoro, e quindi ogni verbale, è stato consegnato all'attuale direttore generale”. Sia Mastrandrea, quanto Rosignoli e Casciarri hanno ribadito che tutto ciò non ha influito minimamente sulla qualità assistenziale dei pazienti che continua a rimanere altissima.Rispondendo, poi, ad alcune domande dei commissari, è stato appurato che, in media, l'assenteismo, termine usato impropriamente in questo caso specifico e che significa invece assenza dovuta a malattia, permessi o, addirittura, ferie, corrisponde ad una media dell'8-9 per cento. Un elemento interessante, sottolineato da Rosignoli, è che questo dato tende ad alzarsi in strutture grandi, viceversa cala in realtà più contenute. A margine dell'audizione, il capogruppo della CdL per l'Umbria Pietro Laffranco, ha fatto notare come “sia stato confermato quanto il centrodestra dice da tempo e cioè che sono stati sbagliati i tempi della sostituzione del commissario straordinario dell'Azienda, Mastrandrea con un nuovo direttore generale poiché, in questo modo, non è stato permesso alla Commissione interna di indagine di completare il proprio lavoro. Era quindi opportuno – ha sottolineato – prolungare il periodo del commissariamento. Si tratta di un elemento importante – ha concluso – legato alla valutazione delle responsabilità politiche di tutte la vicenda”. Stefano Vinti (Prc-Se), “soddisfatto per la chiara e puntuale esposizione dei fatti da parte di Mastrandrea, Rosignoli e Casciarri”, sottolinea come ” pur in presenza di una mancanza condannabile di alcuni dipendenti, non si è mai verificata la pur minima carenza nelle prestazioni a favore dei pazienti. La nostra sanità regionale non è sicuramente quella fotografata dai mass media anche a livello nazionale, ma è una realtà all'avanguardia, basata su altissime professionalità sia gestionali, quanto e soprattutto del personale lavorativo”. I compiti specifici della Commissione, istituita di diritto lo scorso 25 settembre su richiesta dei dieci consiglieri della Casa delle Libertà, sono quelli di: verificare se sono state elaborate, da parte dell'assessorato alla Sanità, linee di indirizzo per lo studio e la prevenzione del fenomeno dell'assenteismo all'interno delle strutture sanitarie regionali e, in caso di emanazione, se hanno portato alla concreta applicazione di strategie atte al controllo e alla riduzione di tale fenomeno. Oltre a ciò, l'organismo ispettivo dovrà verificare: se esistono nelle singole Aziende sanitarie e ospedaliere linee di indirizzo specifiche volte al controllo e alla prevenzione del fenomeno; se è stato elaborato uno studio sull'incidenza dell'assenteismo all'interno delle strutture sanitarie sulla qualità del servizio, sui tempi di erogazione dello stesso e dei costi a carico dell'Azienda. La Commissione dovrà anche accertare, in merito all'Azienda ospedaliera di Perugia: le eventuali responsabilità delle strutture per la carenza dei controlli in merito ai fatti accertati nell'Azienda stessa; l'eventuale incidenza dei fatti riscontrati sul livello complessivo delle strutture interessate, con particolare riferimento alla qualità dei servizi resi e sui tempi di erogazione degli stessi; l'eventuale danno economico conseguente ai fatti accertati; le eventuali azioni poste in essere dalle strutture politiche e amministrative competenti con particolare riferimento ad indagini interne svolte all'indomani dei primi arresti del settembre scorso.


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