“Il cacciatore di bambini” – biografia non autorizzata del mostro di Foligno. E' stato presentato poco fa il libro di Alvaro Fiorucci, vicecaporedattore del Tg3 dell'Umbria.
“Ringrazio Alvaro Fiorucci – ha esordito il sindaco Manlio Marini -, all'epoca dei delitti atroci commessi da Luigi Chiatti nel '92, ero vicesindaco e sono rimasto profondamente colpito da quei drammatici eventi. Sono rimasto profondamente emozionato dalla forza dimostrata da Luciano Paolucci, che ha usato il suo immenso dolore causato dalla perdita del piccolo Lorenzo, per fondare un'associazione a tutela dei bambini. All'epoca rimasi impressionato quando mi disse che la maggior parte delle violenze esercitate sui bambini avviene fra le mura domestiche, ed è ammirevole che lui si batta perché ciò non avvenga”.
Fiorucci ha spiegato: “il mio è un libro scomodo, ma sono contento che sia così, sono contento che da quello che ho scritto nascano dialoghi e discussioni. La nostra è una regione che preferisce dimenticare, invece sugli eventi, specie se drammatici, è necessario riflettere. I media hanno avuto un ruolo centrale in tutta la vicenda, lo stesso Chiatti, all'epoca dichiarò di essersi accorto di aver commesso qualcosa di rilevante solo quando il suo caso finì sul telegiornale nazionale. E non dimentichiamoci di Spilotos, il ragazzo mitomane che si auto-accusò degli omicidi”.
Il Prof. Segatori, sociologo, ha spiegato come sia mancato il momento “comunitario” dopo la vicenda Chiatti. “Si è tanto parlato della vicenda. Su giornali e telegiornali all'epoca dei fatti c'è stato un martellamento quotidiano, poi – ha continuato Segatori – quando la vicenda si è conclusa, si è preferito dimenticare. Oggi, a distanza di 16 anni si è forse aperto quel dialogo mancato”.
Non è mancata la riflessione che ha portato la Psichiatra Antonia Tamantini a fare un'analisi sulla situazione. “A mio avviso ci sono state 3 infanzie negate. Due in maniera clamorosa efferata, e una in maniera più strisciante, ma non per questo meno alienante. Luigi Chiatti è stato adottato, hanno abusato di lui, e per lungo tempo si è portato dietro un vuoto affettivo che poi è sfociato nel modo peggiore. Forse nel suo caso la società ha fallito – ha concluso la psichiatra – la famiglia, la scuola e i servizi, hanno sottovalutato dei campanelli d'allarmi e non sono stati in grado di evitare che succedesse il peggio”.
E infine l'Avv. Giovanni Picuti che ha definito il libro “di stile graffiante e incisivo, che fa rivivere appieno le sensazioni e l'atmosfera della storia così come tanti di noi l'hanno vissuta”.
(Valentina Ballarani)