“Preghiamo per i nostri figli e mariti, perché non succeda loro niente di male. Riusciamo a sentirli al telefono, ma le notizie che ci danno sono sempre più preoccupanti”. Riescono a fatica a trattenere le lacrime le donne ucraine, molte delle quali lavorano come badanti a Perugia, che si sono ritrovate nella chiesa della Madonna delle Grazie (che ospita la comunità greco-cattolica ucraina) per assistere alla messa officiate da padre Vasyl Hushuvatyy.
“Mio figlio mi dice che è pronto a combattere per difendere la nostra terra. Ho paura per lui, sono disperata” racconta una di loro.
Un’altra è atterrita. Ha visto le immagini del missile (VIDEO) che si è abbattuto sull’aeroporto Ivano-Frankivsk, vicino al confine con la Romania. “La nostra casa è proprio lì vicino!” racconta.
Di “politica”, come la chiamano loro, non vogliono parlare. Non interessa chi sia stato a scatenare la guerra. Anche nelle regioni separatiste, ucraini slavi e russofoni possono convivere in pace, come hanno fatto per anni. La guerra non la capiscono. E la temono, per i loro cari.
(foto e video di Tommaso Benedetti)