E' tempo di un primo bilancio per l'attività del Fondo di solidarietà per le famiglie in crisi istituito con il progetto “Sostegno alle situazioni di povertà nel comune di Gubbio”, attivo dal primo giugno scorso e sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Comune di Gubbio, Caritas diocesana di Gubbio e Cesvol di Perugia. Questo il tema della conferenza stampa che si è svolta questa mattina nella sala consiliare del Comune di Gubbio alla presenza del Commissario Maria Luisa D'Alessandro, di mons. Mario Ceccobelli, del presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Perugia Carlo Colaiacovo, di Luca Uccellani, direttore Caritas di Gubbio e di Giancarlo Billi in rappresentanza del Cesvol Perugia. Il commissario D'Alessandro, nel sottolineare che si continuerà a sostenere iniziative di questo genere, ha ringraziato per la collaborazione coloro che hanno lavorato al progetto ed ha sottolineato quanto sia importante fare rete, coinvolgere soggetti ed associazioni, per raggiungere obiettivi che sollevino gli utenti e tutelino gli interessi di quanti hanno difficoltà.
Da quando il progetto è diventato operativo, il primo giugno scorso, la Commissione istituita per determinare e deliberare i contributi si è riunita tre volte: il 27 giugno, il 22 luglio e il 5 settembre. Ecco nel dettaglio un riepilogo dei dati: totale domande presentate 196, domande non accolte 8 (di cui 7 per carenze nella documentazione e una per mancanza del requisito di almeno due anni di residenza nel comune di Gubbio); totale contributi deliberati 188 per Euro 59.735,91, contributo per utenze domestiche 74 Euro 20.400,98, contributi per affitti 73 Euro 25.275,17, contributi per utenze domestiche e affitti 41 Euro 14.059,76, famiglie con cittadinanza italiana 117 pari al 62.2% famiglie con cittadinanza estera 71 pari al 37,8%.
Delle domande pervenute 13 sono state accolte con eccezione rispetto al regolamento del Fondo che prevede che la situazione economica del nucleo familiare risultante da attestazione Isee in corso di validità sia inferiore a 7.000,01 euro; tale situazione si è infatti successivamente modificata in negativo rispetto al periodo di riferimento dell'attestazione stessa. La Commissione considera positivamente questa prima fase di realizzazione del progetto e di operatività del Fondo, che conferma la situazione di grave difficoltà vissuta da molte famiglie del nostro territorio. Inoltre sempre più la crisi colpisce famiglie italiane, tanto che – come emerge chiaramente dai dati – sono quelle che in grande maggioranza hanno beneficiato dei contributi erogati fino ad oggi. Occorrono pertanto risposte urgenti e il più possibile condivise: aspetti che caratterizzano senz'altro lo strumento pensato e impiegato grazie alla collaborazione di più soggetti istituzionali e del terzo settore. Più in particolare, questi gli elementi positivi che la Commissione stessa intende sottolineare. Innanzitutto la capacità di offrire risposte tempestive, grazie anche a procedure il più possibile snelle, nelle quali viene ridotta al minimo la burocrazia, pur nella salvaguardia dei criteri di giustizia, equità e trasparenza. A questo riguardo, lo sportello della Caritas diocesana è anche ricorso in alcuni casi – quando situazioni di particolare urgenza lo hanno richiesto e nella fase istruttoria delle pratiche non era emerso alcun impedimento – a un anticipo di parte dei contributi richiesti. Un altro aspetto positivo è costituito dalla collaborazione paritaria di quattro diversi soggetti, ognuno dei quali sta mettendo in campo le proprie risorse e peculiarità per un obiettivo sociale comune. Ciò sta provocando, tra l'altro, una reciproca “buona contaminazione”: la Caritas, ad esempio, può mettere in campo una maggiore rapidità e flessibilità operativa e la capillare rete di presenza sul territorio costituita dalle parrocchie; i servizi sociali del Comune possono invece “educare” a una metodologia di lavoro più professionale e in linea con gli standard nazionali ed europei. Un altro punto di forza sta nel fatto che la dotazione economica del Fondo non è stata intaccata in alcun modo dai costi di gestione del Fondo stesso. Resta ancora invece molto da fare per quanto riguarda il lavoro di coinvolgimento di altre realtà associative e istituzionali che potrebbero inserirsi a pieno titolo nel progetto.
Il Fondo, tra l'altro, rischia di esaurirsi presto se le richieste di contributi continueranno ai ritmi dei primi tre mesi (una media di circa 20.000 euro al mese); il rischio è che le risorse economiche finiscano ben prima di fine anno, nonostante il tetto annuo per i contributi richiedibili da un nucleo familiare (fissato a 800 Euro) sia in molti casi inferiore alla necessità. Anche per questo è necessario che la dotazione del Fondo sia ampliata o attraverso l'intervento di nuovi soggetti o grazie al rinnovato impegno finanziario di quelli già in campo o – come sarebbe auspicabile – attraverso entrambe le modalità.
Leggi anche:
Riproduzione riservata